L’analisi del brano che ha fatto ballare l’Ariston cantando della fine del mondo
La Rappresentante di Lista è riuscita a dimostrare la propria sagacia ed intelligenza musicale anche con un semplice Ciao ciao. Semplice fino ad un certo punto perché, in realtà, nel brano portato in scena al Festival di Sanremo 2022 di semplice c’è davvero poco. Il grande pubblico li aveva conosciuti intensi e romantici con una “Amare” travolgente lo scorso anno per poi comprenderne lo spessore musicale, sociale ed artistico con un disco completo e complesso come “My mamma” (di cui qui la nostra recensione). Questa volta, invece, Veronica e Dario hanno voluto stupire tutti partendo nuovamente dalla platea del Teatro Ariston con un inno che invoca la semplicità del tormentone ma che custodisce la complessità della musica pensata.
Della nuova canzone del duo artistico ha colpito l’orecchiabilità, l’inattesa esplosività e quella parola “culo” messa apparentemente in modo quasi distratto nel ritornello ma che, in realtà, cattura da subito l’attenzione dei benpensanti e non. Che cosa c’è di più semplice di un tormentone d’altronde? Il tutto presupponendo che per scrivere una canzone che “funzioni” non ci vogliano capacità non scontate. In realtà in “Ciao ciao” c’è ben poco di semplice. Sta alla bravura de La Rappresentante di Lista aver celato ancora una volta la propria sagacia e la propria complessità dietro l’apparente universalità pop della musica.
Non è semplice raccontare della fine del mondo guardando, contemporaneamente, ad una forma musicale contagiosa e spensierata. Semplice non è l’idea di portare un tormentone sul palco del Teatro Ariston pur venendo dopo scimmie o vecchie che ballano che, di fatto, hanno aperto una strada nuova per il Festival e la sua forma-canzone ideale. Non è semplice l’arrangiamento che i ragazzi de La Rappresentante di Lista hanno voluto nuovamente costruire testimoniando la ricchezza del proprio suono che non sottovaluta mai alcun contributo e, anzi, si rivela attento a sfruttare continuamente nuovi stimoli tanto nella componente elettronica quanto in quella ritmica.
E così La Rappresentante di Lista ha rivolto il proprio “Ciao ciao” al mondo che se ne va. Alcuni avranno colto unicamente l’idea di orecchiabilità. Altri si saranno soffermati unicamente sull’irriverente richiamo al posteriore. Pochi o forse tanti avranno apprezzato nuovamente quella voglia di raccontare il complesso sfruttando la semplicità. C’è da imparare.
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Ilario Luisetto
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