A tu per tu con la band romana, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Ultimo tango“
A pochi mesi di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Mattia Del Forno (cantante), Francesco Caprara (batterista), Emiliano Mangia (chitarrista) e Marco Pistone (bassista), alias La Scelta, per parlare del nuovo singolo “Ultimo tango”, un bel brano suonato, di quelli che non si sentono spesso in giro e che mettono in risalto le caratteristiche di una vera band.
Ciao ragazzi, bentrovati. Partiamo da “Ultimo tango”, com’è nato?
«E’ un brano che abbiamo nel cassetto da tanti anni, abbiamo cambiato almeno tre o quattro stesure, sperimentando attraverso la musica del tango, provando ad agganciare quelle che sono le nostre sonorità. E’ un ibrido, un meticcio, che mette in luce la principale caratteristica della nostra band, ovvero quella di mescolare un po’ le carte per tirare fuori un pezzo con una propria unicità e una propria essenza».
Considerata l’attenzione che riponete nei confronti degli arrangiamenti, quanto è importante per voi la ricerca del suono e quanto lo è stato in modo particolare per questa canzone?
«La ricerca è la linfa che ha sempre alimentato la nostra band, sin dall’inizio. Per noi è tutto, la musica è un qualcosa che si evolve di continuo, non puoi fermarti, devi andare avanti, non puoi tirar fuori qualcosa di ripetitivo, anche perché le cose a tavolino non riescono, perlomeno a noi. La ricerca è fondamentale e costante».
Avete più volte definito la vostra musica “artigianale”, ci spiegate nel dettaglio perchè?
«I musicisti sono un po’ degli artigiani. Un artigiano è in grado di creare con le proprie mani un opera, proprio come facciamo noi con una canzone, esplorando generi anche distanti, mantenendo sempre un approccio artigianale».
Da bravi artigiani, avete messo in piedi una vera e propria bottega, trasformando una fattoria dell’800 in uno studio, tutto questo nel cuore di Roma. Che tipo di ambiente avete voluto ricreare?
«Avevamo il bisogno di trovare un nostro posto, un luogo dove poter lavorare alla nostra musica. Abbiamo trasformato una vecchia stalla, dove prima si faceva il latte, in una bottega dove poterci esprimere al meglio. Stiamo ridando vita ai locali, lasciandoli esternamente esattamente com’erano, riqualificandoli solo all’interno. Siamo fortunati a poter avere questo luogo in cui chiuderci, poter lavorare e, soprattutto, metterlo a disposizione anche di altri artisti, che possono ritrovare un ambiente diverso, distaccandosi dal mondo e sentirsi in piena composizione».
Per concludere, in un mondo in cui spesso si fa scaricabarile, declinando responsabilità e decisioni sugli altri, voi avete deciso di chiamarvi La Scelta. Nel vostro caso, siete voi che avete scelto la musica o è stata la musica a scegliervi?
«E’ la musica che ci ha scelto, il motivo del nostro nome. Per noi è come una vocazione, l’abbiamo fatta diventare una professione, ma suoneremmo anche gratis… però non dirlo a nessuno (ridono, ndr). La musica è nell’aria, noi abbiamo semplicemente le antenne puntate per captare le vibrazioni, trasformandole in canzoni. La musica ci ha scelto, successivamente ci siamo scelti fra noi».
Nico Donvito
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