giovedì 21 Novembre 2024

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“La storia infinita”, fantasia e certezza per i Pinguini Tattici Nucleari – RECENSIONE

Disponibile dallo scorso 28 agosto il nuovo singolo della band capitanata da Riccardo Zanotti

Che il 2020 sia l’anno dei Pinguini Tattici Nucleari ne avevamo già avuto conferma a Sanremo, ma anche in precedenza con il bel disco Fuori dall’hype, trampolino di lancio di questo grande meritato successo. Riccardo Zanotti e compagni si sono fatti notare sul palco dell’Ariston con la loro Ringo Starr, agguantando un ottimo terzo posto e confermando la loro leadership tra talento e simpatia.

La loro musica funziona perché arriva senza troppi arzigogoli, ne rappresenta l’esempio ideale “La storia infinita”, il nuovo singolo rilasciato lo scorso 28 agosto, una brano che racconta di un’estate che non abbiamo vissuto, questa mancanza sposta la narrazione sull’immaginazione, trovando rifugio nei ricordi che, con estrema abilità, non vengono esposti in chiave nostalgica, bensì in maniera sentita ma positiva.

Il segreto? Melodie che non abbiano una collocazione temporale e ritornelli in grado di entrarti dentro impossessandoti del tuo corpo, tipo quell’altro film anni ’80, com’è che si chiamava? Ah sì, “Cocoon – L’energia dell’universo”. Ecco, i Pinguini Tattici Nucleari potrebbero estendere le loro citazioni cinematografiche e, dopoLa storia infinita, lanciarsi in altre nuove avventure fantascientifiche.

Scherzi a parte, si tratta dell’ennesimo pezzo azzeccato, sia nelle intenzioni che nelle sonorità che ci riportano atmosfere sospese a metà tra il vintage e il contemporaneo, manifesto di una poetica fresca e di un linguaggio universale, un contrasto che risulta piacevole e funzionale sin dal primo ascolto. Se le aspettative fanno parte dei mali di questo secolo, piacevoli sorprese come questa ne rappresentano, invece, la nostra salvezza.

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La storia infinita | Video

La storia infinita | Testo

Ti ho scritto una lettera che sa cantare
per tutti i giorni in cui vorrai dormire
quattrocento colpi dentro al cuore
corse sul mare come due pistole
ma… ora non corro più
non corro più

Cartoline erotiche nei bar
vecchi che giocavano a briscola
potevo leggerti nell’anima
dietro le lenti nere dei Ray-Ban
sì, dei tuoi Ray-Ban

Un tedesco suonava “Wonderwall” ad un falò
di notte lui giocava a far l’artista
mentre tu sorridevi e non guardavi, no
mia dolce Venere di Insta
perché sei stata l’estate migliore della mia vita, è la verità
sembrava “La storia infinita” e forse era solo la felicità

E quanto siamo bravi a fingere
di non provare sentimenti
e siam felici come Pasque, sì
ma Pasque del 2020
e tu dicevi di amare la mia “s”
invece ora chissà che cosa pensi
esser felici dura il tempo di un ballo
fra Dustin e Nancy

Un tedesco suonava “Wonderwall” ad un falò
di notte lui giocava a far l’artista
mentre tu sorridevi e non guardavi, no
mia dolce Venere di Insta
perché sei stata l’estate migliore della mia vita, è la verità
sembrava “La storia infinita” e forse era solo la felicità

(Woh-oh-oh-oh-oh)
anima punk, occhi di Peter Pan
(woh-oh-oh woh-oh)
una poesia dentro al cesso di un bar
(woh-oh-oh-oh-oh)
una canzone che non finirà
(Woh-oh-oh-oh-oh)
aspetta, aspetta, aspetta, com’è che fa?

Un tedesco suonava “Wonderwall” ad un falò
col testo scritto sopra al fazzoletto
e siamo solo mostri con una grande paura
di trovare un bambino sotto al letto
tu, arrossivi ma senza un perché
comoda dentro ad un cliché
ti innamoravi e non di me
o forse sì
ho perso i miei denti da latte
perché son diventato grande
ti ho usata come una risposta
ma eri milioni di domande

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.