mercoledì 6 Novembre 2024

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“San Lorenzo”, La Zero e il potere immaginifico della fantasia – RECENSIONE

Tempo di nuova musica per la poliedrica artista campana, fuori con il singolo “San Lorenzo

Reduce dalla partecipazione a Sanremo Giovani dello scorso dicembre con l’emozionante Nina è brava, La Zero torna con un nuovo interessante singolo, intitolato “San Lorenzo”, che anticipa l’uscita del suo primo EP. Come raccontato dalla diretta protagonista nel corso della nostra recente intervista, questa è una canzone dal sapore nostalgico, che ci riporta indietro alla nostra infanzia, a quella fanciullezza che tendiamo a lasciare andare via col tempo, o che soffochiamo tra i mille problemi della vita quotidiana. Il brano è un invito ad abbandonare le sovrastrutture, recuperando quella sana voglia di meraviglia, quell’incanto, quello stupore che scandisce le giornate di ogni bambino.

Nel testo si parla di gambe che tremano, di occhi che brillano, del bisogno di sognare, dell’osservare il cielo ed esprimere un desiderio guardando una stella cadente, piccoli gesti che ci permettono di restare in contatto con la nostra parte più profonda e autentica. In tal senso, la fantasia può rappresentare il grimaldello per scassinare le scocciature ed evadere dalle paranoie che, oggigiorno, la società produce in quantità industriale, senza nemmeno lasciarci il tempo di prestare attenzione ad una poesia, al rumore delle onde del mare, alle fate volanti, ad un piccolo e tenero gesto d’amore.

Concretezza e creatività, questi gli elementi che accompagnano San Lorenzo, un pezzo altamente evocativo che mette a fuoco la poetica de La Zero, artista che merita la giusta attenzione e concentrazione durante l’ascolto, perché non proviene dalla scuola consumistica dell’usa e getta, bensì da quella teatrale, dove l’interpretazione gioca il ruolo fondamentale. Nei suoi pezzi c’è un corredo di innumerevoli suggestioni, sensazioni che da personali si trasformano magicamente in universali, invitandoci a riflettere e a riprendere in mano le redini dei nostri sogni, semplicemente alzando gli occhi al cielo perdendosi in una notte stellata.

San Lorenzo | Video

San Lorenzo | Testo

Ci credi che ti sento ancora
come fossi una poesia
che ho imparato da bambina
sola in piedi sulla sedia
con le gambe che tremavano
e che ancora adesso tremano
ma tremano per te
e tremano anche a te

Ci credi che ti sento ancora
come fossi caramelle
che mangiavo di nascosto
per dispetto sotto al letto
con quegli occhi che brillavano
e che ancora adesso brillano
ma brillano per te
e brillano anche a te

Lo sai che non ti ho mai detto
che se prego per te
vedo le stelle cadenti
che sono sogni proibiti
e tu col naso all’insù
speri che cadano giù

E parlo sola col mare
la luna che sembra il sole
la notte di San Lorenzo
che bacia le tue paure
e mentre una stella cade
si salva solo chi crede

Ci credi che ti sento ancora
come fossi una bugia
che non hai mai confessato
che ti lascia addosso un vuoto
con i sogni che sognavano
e che ancora adesso sognano
ma sognano di te
e tu sogni di me

Lo sai che non ti ho mai detto
che se prego per te
vedo le fate volanti
e sogno le fantasie
che con quegli occhi all’ingiù
conosci soltanto tu

E parlo sola col tempo
la notte si guarda intorno
e nei tuoi occhi c’è il vento
la notte di San Lorenzo
e in questo bacio d’estate
chi crede vede la pace

Ci credi che mi rubi tutto come fossi Lupin
ci credi che se me lo chiedi lascio tutto per te
ci credi che quando mi tocchi ancora tremo
ci credi che già da bambina ti volevo

E parlo sola col mare
la luna che sembra il sole
la bocca di San Lorenzo
che bacia le tue paure
e parlo sola col tempo
la notte si guarda intorno
e nei tuoi occhi c’è il vento
la notte di San Lorenzo

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.