A tu per tu con il giovane artista, fuori con il nuovo singolo estivo intitolato “Quel che voglio da te“
Reduce dalla partecipazione a Sanremo 2018 con il brano “Bianca” (qui la nostra recensione) e dalla più recente esperienza televisiva di “All together now“, abbiamo nuovamente incontrato per voi Leonardo Monteiro in occasione dell’uscita del suo singolo “Quel che voglio da te”, nuovo estratto dall’album d’esordio “Il mio tempo”, pubblicato da Nar International lo scorso novembre.
Ciao Leonardo, bentrovato su RecensiamoMusica. Partiamo da “Quel che voglio da te”, che valore ha per te?
«Questo brano mi piace molto. Lo trovo estremamente frizzante ed estivo. Mi fa venire voglia di ballare, mentre canto!».
Cosa hai voluto raccontare attraverso il testo e quali sonorità hai scelto di abbracciare?
«Questo brano parla della spensieratezza che si può creare durante l’estate, anche nei rapporti intimi. L’anno scorso sono uscito con “By myself”, che fa parte del mio primo album, che contiene dieci tracce. Ci piaceva così tantoché abbiamo deciso di riarrangiarlo in chiave funky!».
Il pezzo è contenuto all’interno del tuo disco “Il mio tempo”, a qualche mese dalla sua pubblicazione, qual è il tuo personale bilancio a riguardo?
«Sono molto felice e continuo a vivere il mio percorso discografico senza aspettative, perché rovinano l’esperienza. Penso che il vero valore del fare musica sia quello di raccontare le proprie emozioni e il proprio vissuto ad altre persone. Il fulcro, per me, è fare musica per me stesso e non per le classifiche, perché solo così posso davvero comunicare con gli altri in modo genuino… Il resto è relativo!».
Per quanto riguarda il videoclip, cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini dirette da Paolo Agosta?
«Prima di tutto, mi preme ringraziare sia Paolo Agosta, che ha gestito tutta la parte artistica del video, sia il mio team di lavoro (Nar International e RECMedia Comunicazione e Promozione), che mi aiutano e sostengono sin dall’inizio di questa avventura. Tornando alla tua domanda, abbiamo voluto trasmettere la semplicità e la gioia di vivere attraverso la musica. O, per lo meno, ci abbiamo provato!».
Riguardo alla tua partecipazione a Sanremo dello scorso anno, cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
«Il Festival di Sanremo è indubbiamente un’esperienza che porterò per sempre nel cuore. Ne ho un ricordo bellissimo e ho imparato molto in quella settimana pazzesca… Chissà, un giorno o l’altro potrei anche ripeterla (sorride, ndr)».
Sei reduce dall’avventura televisiva di “All togheter now”, quali erano le tue aspettative alla vigilia e come valuti ai posteri la trasmissione?
«L’unica cosa che desideravo era di poter lavorare con serenità e con la gioia di essere lì, in quel momento, con quelle persone… Può sembrare un pensiero banale, ma non è sempre così facile riuscire a lavorare con il clima giusto: è quasi un privilegio. Ed è stato davvero così! Penso che sia stata una trasmissione divertente e soprattutto foriera di tanta buona musica, ottimi talenti e pochissimo spazio a polemiche e diatribe, cosa che ho molto apprezzato!».
Ti senti rappresentato dall’attuale settore discografico?
«Domanda di riserva?! Scherzi a parte, spesso le etichette optano per scelte sicure, già sperimentate, più facilmente vendibili. Mi piacerebbe vedere più varietà e non la continua riproposta di pochi generi triti e ritriti e, alle volte, nemmeno tanto ben eseguiti… Ma io ho la fortuna di avere alle spalle una casa discografica che mi sta dando ampia libertà artistica e questo è molto importante!».
Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?
«Perché porsi limiti? (sorride, ndr). Io mi racconto in musica e spero che alle persone piaccia, senza troppe aspettative… Più siamo e meglio stiamo, ma mia mamma mi diceva, quando ero piccolo, che non si può piacere a tutti ed è una grande verità. Sono molto focalizzato sul presente, con un occhio al futuro, certo, ma ho imparato che se si guarda troppo in avanti non si riesce a vivere a fondo il qui e l’ora… Quindi, un passo dopo l’altro, scopriremo insieme dove ci porterà questa strada!».
© foto di Roberto Pignataro
Nico Donvito
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