venerdì 22 Novembre 2024

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Ligabue, racconto e immagini dello show all’Italghisa di Reggio Emilia

L’artista emiliano presenta dal vivo le tracce dell’ultimo album “Start”, riabbracciando il suo pubblico

La prima volta che Luciano Ligabue si è esibito all’Italghisa di Reggio Emilia era il 14 novembre 1992, data del primo raduno ufficiale del suo fanclub, da allora di anni e di palchi ne sono passati fino ad arrivare al presente rappresentato dall’album Start, una parola in cui è racchiusa tutta la voglia del cantautore di Correggio di continuare a dispensare energia attraverso nuove emozioni sonore. Un disco finito al vertice delle classifiche di vendita, un risultato che dimostra come solo i grandi artisti riescono a parlare alle nuove generazioni senza perdere per strada quelle precedenti. Il segreto della longevità discografica del rocker è racchiusa nelle sue canzoni, vecchie e nuove, non necessariamente legate ad un’epoca o alla moda di un determinato momento, per questo motivo si lasciano ascoltare e tramandare nel tempo senza alcuna collocazione. Lo dimostra l’esclusivo spettacolo andato in scena lo scorso 17 marzo nell’ex fonderia emiliana, organizzato in collaborazione con Spotify.

In scaletta i brani racchiusi all’interno della sua dodicesima fatica in studio, rigorosamente nello stesso ordine della tracklist, a cominciare da Polvere di stelle, procedendo con il manifesto “Ancora noi”, il singolo apripista Luci d’America, l’ispirata “Quello che mi fa la guerra”, l’intensa ballad “Mai dire mai”, il secondo estratto Certe donne brillano, l’essenziale “Vita morte e miracoli”, l’energica “La cattiva compagnia”, l’introspettiva “Io in questo mondo”, concludendo con “Il tempo davanti”.

Sul finale, spazio anche per cinque classici del suo repertorio, da “Questa è la mia vita” del 2002 a “Quella che non sei” del 1995, passando per “Una vita da mediano” del 1999, “Balliamo sul mondo” del 1990 e chiudendo in bellezza con la carica di “Tra palco e realtà” del 1997. Una prima prova generale di quello che sarà l’imponente Start Tour 2019, l’atteso ritorno negli stadi previsto per la prossima estate (qui tutte le date).

14 GIUGNO – STADIO SAN NICOLA – BARI
17 GIUGNO – STADIO SAN FILIPPO – MESSINA
21 GIUGNO – STADIO ADRIATICO – PESCARA
25 GIUGNO – STADIO ARTEMIO FRANCHI – FIRENZE
28 GIUGNO – STADIO SAN SIRO – MILANO
2 LUGLIO – STADIO OLIMPICO – TORINO
6 LUGLIO – STADIO DALL’ARA – BOLOGNA
9 LUGLIO – STADIO EUGANEO – PADOVA
12 LUGLIO – STADIO OLIMPICO – ROMA

Come direbbero i giovani d’oggi, Ligabue tiene botta e lo fa con il carisma di sempre, frutto dell’esperienza accumulata in questi trent’anni di carriera. Le generazioni e le canzoni si sommano in un unico insieme, quasi confondendosi, come è giusto che avvenga in ambito musicale, una dimensione diametralmente opposta a quello matematico.

Così le cinquantanove primavere appena compiute diventano una marcia in più, la linfa che alimenta il rispettoso e simbiotico rapporto instaurato con il pubblico. Non è vero che determinati artisti ad un certo punto del loro percorso non hanno più nulla di dimostrare, anzi, gli stimoli sono fondamentali perché rappresentano l’elisir dell’eterna giovinezza, ti spronano a dare il massimo, a non adagiarsi sugli allori, ti spingono ad avere sempre qualcosa da dire, a tenere alta la guardia, a mantenere perennemente acceso il pulsante Start.

© foto di Jarno Iotti

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.