Mahmood vince e convince tutti con la sua “Soldi” – RECENSIONE
L’artista arrivato al Festival in punta di piedi e uscito come gigante ha tutto quello che serve per volare anche dopo l’esperienza sanremese

Eppure nonostante le numerose collaborazioni il suo nome è rimasto sempre un po’ nell’ombra, anche con l’EP Gioventù bruciata, pubblicato il 21 settembre e poi ristampato in occasione dell’omonimo brano con cui ha partecipato a Sanremo Giovani. Probabilmente però è proprio in quest’ombra che il giovane artista italiano ha lavorato silenziosamente fino ad esplodere completamente lo scorso 9 febbraio dopo aver trionfato tra i big del Festival.

Il brano si appoggia ad una struttura assolutamente non canonica con il ritornello che viene ripetuto più volte e sempre anticipato da numerosi pre-ritornelli che rendono il tutto eterogeneo e tremendamente moderno, i più critici non possono nemmeno attaccarsi al testo perché quello portato da Alessandro non è un miscuglio di parole messe a caso su una bella base, ma anzi può essere certamente riconosciuto come uno dei migliori testi tra quelli presentati quest’anno al Festival.
Mahmood ripercorre la sua infanzia e la sua vita, tra i ricordi di un padre ora distante e riflessioni di come i soldi possano cambiare varie dinamiche soprattutto nei rapporti personali, aggiunge poi in arabo la frase “figlio mio, figlio mio, amore vieni qua”, per rafforzare ancor di più quell’immagine distante di un’infanzia passata, lasciata volutamente nella lingua originale (il padre è egiziano) per mantenerne intatta la magia.

Il risultato è che Mahmood rappresenterà con orgoglio l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest, con un brano che finalmente riesce ad unire modernità e freschezza alla non leggerezza di un testo ben pensato e ben incastrato tra le note. Una vittoria, finalmente, per tutti.
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