giovedì 21 Novembre 2024

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Måneskin, in “Torna a casa” il cuore qua si fa sentire – RECENSIONE

Dal 28 settembre disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme streaming il singolo “Torna a casa”

ManeskinIl cuore, muscolo e motore dell’apparato circolatorio, ma anche nucleo dal quale partono le nostre emozioni, ingrediente fondamentale per l’intera esistenza, una macchina complessa e misteriosamente affascinante. In musica e nell’arte in generale, “metterci il cuore” significa dare sfogo ai nostri istinti e voce alle proprie passioni, si avverte e si sente, senza troppi giri di note o di parole. Fanno breccia nel nostro animo i Måneskin, che giocano il jolly della carta-ballad per il nuovo singolo “Torna a casa”, una piacevole e spiazzante sorpresa. Abbandonati i lustrini, i frustini, le paillettes e, soprattutto, il palo della pole dance, la band rivelazione dell’ultima edizione di X-Factor conferma la propria genialità, l’innata voglia di apparire fuori dagli schemi, sempre più in maniera diversa e inaspettata.

In Torna a casa l’eccellenza supera di gran lunga l’eccentricità, non perdendo energia e carisma, bensì aggiungendo un ulteriore tassello in questo psichedelico e inedito mosaico, almeno per quanto concerne la realtà discografica del nostro Paese. Se sarà o meno un successo radiofonico lo scopriremo nelle prossime settimane, quel che è certo è che ci troviamo dinnanzi ad una notevole crescita artistica, al punto da non commettere alcuna illegalità nell’utilizzare termini come “capolavoro” o “consacrazione”, troppo spesso abusati ma, in questo caso, quanto mai dovuti e meritati.

Damiano, Victoria, Ethan e Thomas mescolano poesia e pathos in una ballata rock sospesa a metà tra grinta e introspezione, a dimostrazione che l’azzardo funziona, anche se alla base ci sono un’idea e un contenuto, elementi sempre più rari da trovare oggigiorno. Se con “Chosen” e Morirò da re abbiamo assistito a due belle facce sì, ma della stessa medaglia, l’avanguardia qua si fa sentire, tra rispetto della tradizione e fame di innovazione. Nell’inciso ritroviamo Marlena, che possiamo considerare ormai come la loro personale musa ispiratrice, come a voler continuare un discorso con determinazione, forma e sostanza.

Insieme ad Ultimo, i Måneskin rappresentano la salvezza della musica leggera italiana – no, non sto esagerando – tra le novità più interessanti del biennio 2017-2018. A loro spetta l’arduo compito di portare alta la bandiera del talento, surclassare la trap e qualsivoglia forma di improvvisazione artistica, abbattere il muro del non-suono restituendo valore e potenza al messaggio. Ecco, non me ne voglia la Marvel, ma anche noi abbiamo i nostri Avengers, un po’ dark e forse pure coatti, ma pur sempre quattro intrepidi paladini della buona musica.

Torna a casa | Audio

Torna a casa | Testo

Cammino per la mia città e il vento soffia forte
mi son lasciato tutto indietro e il sole all’orizzonte
vedo le case da lontano hanno chiuso le porte
ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
coi morsi di mille serpenti fermo per le spire
non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
che questo è un viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto
cammineremo per sta strada e non sarò mai stanco
fino a che il tempo porterà sui tuoi capelli il bianco

Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
restiamo un po’ di tempo ancora tanto non c’è fretta
che c’ho una frase scritta in testa ma non l’ho mai detta
perché la vita, senza te, non può essere perfetta

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che ho paura di sparire

E il cielo piano piano qua diventa trasparente
il sole illumina le debolezze della gente
una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
voglio arrivare dove l’occhio umano si interrompe
per imparare a perdonare tutte le mie colpe
perché anche gli angeli, a volte, han paura della morte

Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
corriamo via da chi c’ha troppa sete di vendetta
da questa terra ferma perché ormai la sento stretta;
ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che non voglio più…

Prima di te ero solo un pazzo
ora lascia che ti racconti
avevo la manica sgualcita
e portavo tagli sui polsi
oggi mi sento benedetto
e non trovo niente da aggiungere
questa città si affaccia quando ci vedrà giungere
ero in bilico tra l’essere vittima, essere giudice
era un brivido che porta la luce dentro le tenebre
e ti libera da queste catene splendenti, lucide
ed il dubbio no, se fossero morti oppure rinasci

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che non voglio più sparire
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
quindi Marlena torna a casa che ho paura sparire

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.