venerdì 22 Novembre 2024

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Masamasa: “Le cose stagnanti sono inutili e logoranti” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane rapper casertano, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Devi morire

A qualche settimana di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Federico De Nicola, meglio noto con lo pseudonimo di Masamasa, artista classe ’97 attualmente in fase di lavorazione del suo progetto discografico d’esordio, in uscita nei prossimi mesi. “Devi morire” è il suo nuovo singolo, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali dallo scorso 17 luglio, un brano incisivo e accattivante, un blues sfacciato e ipnotico.

Ciao Federico, bentrovato. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Devi morire”, un titolo piuttosto forte, cosa racconta?

«Racconta la fine di una relazione. Comunque il titolo bisogna prenderlo in maniera leggera. Da noi si usa “edde murì” (devi morire, ndr) anche in maniera affettuosa, ad esempio: se un tuo amico vince una partita alla playstation, o se qualcuno manca un appuntamento etc».

Quali riflessioni e quali stati d’animo hanno ispirato il brano?

«Sono andato a ripescare immagini miste tra storie vecchie e nuove. Soffro molto la gelosia, la odio e non sono capace di provarla. Diciamo che il racconto è una storia piena di gelosia e malumori».

Musicalmente parlando, le sonorità sono potenti e coinvolgenti. Come siete arrivati a questo tipo di sound?

«Semplicemente volevo scrivere un blues classico da anni. Insieme al rap, è il genere che più mi ha preso in assoluto. Ho scritto la prima versione con un mio amico, con cui suonavo in una band al liceo, poi l’ho arricchita con Simoo e Maiole».

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

«Mi scuote il cuore».

Da ascoltatore, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti reputi abbastanza onnivoro?

«Onnivoro, l’unico genere che non mi piace è la musica piatta e fatta male».

Hai un feat. dei sogni? Un artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

«Mah, il mio sogno è sempre stato Pino Daniele ma non è più possibile, purtroppo! Mi piacerebbe stare in studio con Tiziano Ferro o Jovanotti, sarebbe bello vedere che follia potrebbe uscire». 

Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase ci scrittura di una traccia?

«Quello che vivo prima di scriverla». 

Per concludere, cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà il tuo nuovo pezzo?

«Lasciatevi andare e lasciatevi, le cose stagnanti sono inutili e logoranti». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.