Nuova collaborazione tra la voce de La Tigre di Cremona ed il regista pluripremiato
Non c’è due senza tre. Nemmeno per Mina e Ferzan Ozpetek che tornano a collaborare per la terza volta nel giro di pochi anni. L’occasione è data da “Nuovo Olimpo”, il nuovo film del regista italo-turco uscito il 1° novembre 2023 per la piattaforma di Netflix con la colonna sonora curata dalla voce della Tigre di Cremona. “Povero amore” è il brano portante della pellicola oltre che uno degli ultimi inediti incisi da Mina per l’album dello scorso aprile, “Ti amo come un pazzo”.
Dopo “Luna diamante“ che, nel 2019, fu da sfondo al film ‘La Dea Fortuna’ con Edoardo Leo e Stefano Accorsi e “Buttare l’amore” che, invece, nel 2022 fece da fil rouge alla serie ‘Le fate ignoranti’, Mina e Ferzan Ozpetek si ritrovano per un intenso brano ed una suggestiva pellicola. Fabrizio Berlincioni e Michele Culotta sono gli autori che hanno firmato questa nuova “Povero amore”, traccia che chiude anche la tracklist dell’ultimo lavoro discografico di Mina oltre che i titoli di coda di quel ‘Nuovo Olimpo’ che Ozpetek ha scelto come proprio manifesto d’ingresso nel mondo Netflix.
La canzone |
Nella trama del racconto cinematografico sempre carnale e romantico di Ozpetek, i versi che Mina canta s’inseriscono alla perfezione costruendo il tracciato di amore reale, concreto e vero. “Povero amore, cosa ti ho fatto? Ero distratta e non ti ho capito”: così Mina inquadra fin da subito il sentimento che si appresta ad interpretare facendolo risuonare come un amore sfuggito alla vita per i suoi stessi strani percorsi. Percorsi che ricordano perfettamente quelli della vita di quegli Enea e Pietro che Ozpetek ha scelto di far innamorare nei contorni della Roma degli anni ’70 salvo poi allontanare per una vita intera.
La voce sempre intensissima e spessa di Mina si confronta con un arrangiamento avanguardistico che guarda oltre il pop introducendo il basso elettrico di Lorenzo Poli ed il sax tenore di Gabriele Comeglio per creare un’atmosfera techno-blues nelle strofe che accompagnano verso l’apertura dell’inciso. Ed è proprio nel ritornello che Mina si apre per trovare quella sua espressione crepuscolare che mette in opposizione la voce che si colora di tinte malinconiche ma potenti e lo sviluppo armonico del pezzo che, invece, prosegue nel propri binari. Un’ulteriore modo per testimoniare come la Tigre di Cremona abbia dentro di sé quella capacità di personalizzare ogni colore. D’altronde l’amore non è mai uguale a se stesso, prevedibile o costringibile dentro i confini della vita. L’amore strazia, annulla o glorifica ma comunque riesce sempre a sorprendere.
Ilario Luisetto
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