Recensione dell’undicesimo (e, come da dichiarazioni, ultimo) album di inediti di Nesli
Ventidue canzoni che suonano come un vero e proprio testamento musicale. Nesli ha, infatti, annunciato di essere arrivato all’ultimo album della sua carriera (poi si dedicherà solo al lavoro di autore) e per farlo ha deciso di rispolverare la saga “Nesliving“, giunta al suo quarto volume con questo “Nesliving vol.4 – Il seme cattivo“, pubblicato lo scorso venerdì 10 marzo 2023 e prodotto interamente dallo stesso Nesli con la preziosa collaborazione di Prince Vibe.
Un mixtape che risulta pieno di vita, dolore, sangue e sudore, libero da strategie di mercato e denso di significati, alcuni evidenti, altri più nascosti. Un progetto lontano dall’idea odierna delle playlist perché non è una composizione di singoli fine a sè stessa, ma tutte le canzoni sono tenute insieme da diversi fili conduttori che tornano in più occasioni.
Esigenza di guardare agli esordi rap |
Si parte innanzitutto dalla riaffermazione del proprio io e della propria identità, e Nesli lo fa guardando ai suoi esordi. “Rivoluzione” è il brano che apre il disco con un rap rabbioso e serrato e ne rappresenta anche il manifesto più evidente: è uno sfogo da parte di chi si è trovato a vivere una vita che non gli apparteneva e cerca quindi una nuova scossa, rappresentata appunto da questo lavoro. “Per me è una gran fatica vivere negli schemi, tu come mi volevi cambiare dalla testa ai piedi“, canta Nesli riferendosi agli ultimi anni e a una svolta musicale che gli ha sì portato dei buoni risultati, ma che gli ha fatto perdere in libertà.
È un progetto in cui molti brani sono figli del rap old-school, non solo per attitudine ma anche per argomenti. “Money” è un j’accuse alla nostra società attuale, troppo condizionata dal Dio denaro e dall’apparenza: “L’educazione dei soldi che ti avvelena, fatta dai tuoi genitori, dai professori, che in base a come ti vesti sanno chi sei“. E la società è al centro anche della rabbiosa “Solo“, in duetto con Maruego, che ha nel ritornello una critica non solo a uno Stato che “non c’ha mai ripagato, che c’ha riempito di stronzate“, ma anche a un popolo che si mostra troppo arreso e con scarsa voglia di combattere per i propri ideali: “Sempre col silenzio in bocca di un popolo che starà zitto, di un popolo sconfitto, che tanto non lo tocca“.
“Confessione – story” è invece un flusso di coscienza paragonabile a quello di “Rivoluzione“, possedendo anch’esso uno degli argomenti centrali dell’album. Nesli utilizza il suo esempio per rivolgersi a chi non sempre riesce a fare gol nella vita e, per questo, si crede uno sconfitto: “Mi guardano pensando che abbia perso, ma io non l’ho mai perso il senso, sono qui che scrivo e non ci penso“, canta quasi anticipando la sua decisione di voler fare solo l’autore. Alcuni potrebbero pensare che abbia perso la sua “guerra“, ma la ricerca di nuovi stimoli non è mai una sconfitta. Nesli ha semplicemente annusato una difficoltà nel trovare una sua collocazione nel mercato attuale e quindi, dopo essersi preso diverse soddisfazioni, sta cercando una nuova strada su cui sentirsi appagato anche in una scena musicale che non sente più sua.
Disillusione nei confronti dell’attualità discografica |
“Nesliving vol.4 – Il seme cattivo” è, infatti, un progetto in cui si respira una totale disillusione nei confronti di un’industria discografica focalizzata sempre più sul “moderno, mentre la verità sta morendo“. È un quadro dove “a 40 anni da vivo sei vecchio, a 40 anni da morto sei giovane“, e quindi “questa industria ti ruba il cuore e ti riconosce solo la polvere” (“Kaino e Abele“), perché l’era dello streaming ha portato grande attenzione solo ai giovani e a chi strizza l’occhio a ciò che funziona maggiormente nelle playlist, penalizzando chi, invece, ha già una lunga carriera alle spalle o cerca di distinguersi dalla massa sfuggendo all’omologazione.
“Ti dirò cose che non vanno di moda, non seguo la moda, non so cos’è moda“, si canta in “Polvere da sparo” in duetto con Jack The Smoker, perché Nesli le mode non le ha mai seguite passivamente, le ha semmai dettate. L’ha fatto nel 2010 con “L’amore è qui“, proponendo un disco rap ricco di solarità e valori positivi e quindi lontano dall’idea che si aveva all’epoca del rapper che deve unicamente sparare a zero su chiunque. L’ha fatto ancora di più dal 2012 in poi, abbandonando il rap per abbracciare prima un cantautorato indie con “Nesliving vol.3 – Voglio” (l’album che l’ha portato al primo posto in classifica) e poi il pop con la trilogia da “Andrà tutto bene” a “Vengo in pace“, e aprendo quindi la strada a molti colleghi che hanno fatto lo stesso tipo di percorso, primo tra tutti Coez.
Lati oscuri del successo |
Il successo non ha però solo risvolti positivi e anzi, la competizione esasperata dell’oggi, contraddistinta da ritmi spesso insostenibili nel dover produrre continuamente musica e dalla pressione di dover essere sempre al 100%, ne evidenzia quelli negativi, che Nesli racconta in “Salvami” servendosi di esempi come quello del deejay Avicii, morto suicida a soli 28 anni (“È l’ABC, far la fine di Avicii“), e quello del rapper Mac Miller, deceduto a 26 anni a causa di un’overdose (“La noia in questo gioco è un killer, prova a chiederlo a Mac Miller“). Sono i lati oscuri del successo e dell’ansia da prestazione a causare una debolezza mentale tale da portare a chiudersi nei pensieri più biechi e tenebrosi.
Nesli stesso ha sofferto di depressione e ne fa riferimento in uno dei brani più emozionanti del progetto, “Questa follia“, raccontando come, in lui, sia stata causata dalla cattiva prestazione a Sanremo nel 2017. La canzone parte in un modo e finisce in un altro, con l’auto-citazione de “La fine” (“Come ti parlo, parlo da sempre della mia stessa vita, non posso rifarlo e raccontarlo è una gran fatica“), scelta quasi a evidenziare prima il momento più basso della sua carriera e poi quello più alto.
Non sembra un caso che, qualche minuto dopo, nella struggente “Ricordami chi ero“, invita a ricordarsi di lui “con una canzone“. Ricordare ciò che di importante si è già fatto in passato è l’antidoto più potente per sconfiggere le certezze minate e soddisfare “il bisogno di sentirti vivo quando tutto intorno a te si è spento“.
Riapertura alla vita e bisogno di comunicare |
Il concetto di voler riaprirsi alla vita ritorna in diversi punti del viaggio. Emblematico il verso “Rinasco perché sono già morto“, contenuto nella cupa “Un altro mondo” proposta in duetto con Zoelle, che appare strettamente legato a quel “Questa vita mi fa a pezzi e poi mi riporta su” della successiva “Stay“, una delle tracce più immediate del progetto grazie a una ritmica martellante. Nesli ha imparato che “se il mondo fa paura non chiuderti in te stesso” e da questo album emerge quindi un grande desiderio di comunicare.
Lui che, in passato, ha sempre fatto fatica a parlare della sua vita privata qui sente invece l’esigenza di farlo in particolare in “Lazarus – morti in piedi“, con un omaggio ai genitori e a un amore per loro capace di cancellare tutti i problemi (“Nelle strade che mi portano a loro il passato che ho alle spalle scompare“) e una sentita dedica alla sorella (“Ringraziarla non è mai abbastanza“). Chiusura invece definitiva nei confronti del fratello maggiore Fabri Fibra, dopo troppi conflitti irrisolvibili: “Non ci sarà mai un trovarsi“. È forse il brano in cui Nesli mostra più chiaramente di aver fatto pace con sè stesso con quel “per tutti quegli errori mi perdono“. Ha preso “strade sbagliate” nella sua carriera, alcune – come il Sanremo del 2017 citato prima – hanno rappresentato per lui un punto di quasi non ritorno, ma oggi ragiona con la saggezza di chi sa che si sbaglia per imparare e che non ci si può rialzare se non si è prima andati al tappeto.
Un’esigenza di comunicare che non si esprime solo a livello testuale ma anche a livello sonoro, ed è chiaro l’intento nelle tracce più sperimentali come “Lontano“, “La mente/Autostop“, “Sogni a metà/Vento di guerra” e la finale “Non mi importa di niente“, dove il rumore di fondo copre spesso la voce di Nesli ed è quindi necessario un ascolto molto più accurato per carpirne ogni parola. Un modo per reclamare attenzione.
Sguardo inevitabile anche al mondo esterno |
“Nesliving vol.4 – Il seme cattivo” è stato lavorato negli ultimi tre anni ed è quindi inevitabile guardare, oltre al proprio io, anche a un mondo esterno fortemente condizionato dalla pandemia. Nesli lo fa in due tracce che, nella tracklist, sono poste, non a caso, in successione.
La prima, “Blue Monday” in duetto con Davide Shorty, si limita a fotografare il contesto durante il periodo più drammatico tra un “silenzio fuori in questi giorni che ricorderemo“, un “mondo che resta in attesa“, il “mettersi in fila per fare la spesa” e una solitudine che si aggrappa alla speranza: “Se tu vedessi quanto è bello questo sole, che fa sentire sempre le persone meno sole“.
La seconda, “Il mondo che ne sa di noi“, attraverso un’elettronica che strizza l’occhio alle sonorità de “L’amore è qui“, analizza invece come ne siamo usciti, cioè con una ancor maggiore precarietà, incertezza e solitudine (“È cambiata la vita, è cambiata l’Italia, è cambiata nell’aria e nella faccia di Ilaria, adesso è più solitaria la città, la storia, tutto di passaggio, senza nessuno che porti un messaggio“), arrivando quindi alla conclusione che “il vero contagio” è “il vuoto assoluto di questo tempo“.
Richiami anche al Nesli più pop |
Questo mixtape è quindi un lungo viaggio di quasi 80 minuti che riesce a riassumere tutte le anime di Nesli. Sono chiari, come abbiamo già detto, i riferimenti agli esordi rap e alla prima svolta cantautorale, ma non mancano anche dei segnali che guardano al suo pop più recente e che emergono in brani come “Ancora tu” (in duetto con Hanami) – unica canzone d’amore del progetto su un pensiero legato a una persona che ritorna costantemente – e nelle già estratte “Il male minore” e “Terra diconfine” (feat. Raige). E, addirittura, non viene tralasciata nemmeno la nomea di “Poeta punk” trovando spazio anche per una “Poesia della buonanotte” di grande delicatezza.
“Nesliving vol.4 – Il seme cattivo” si rivela così il lavoro più azzeccato per chiudere questa parentesi della vita di Nesli perché, pur non contenendo i suoi successi del passato, suona quasi come un best-of dell’artista, capace di inserire, in unico progetto, tutte le diverse sfaccettature che hanno contraddistinto la sua carriera.
Miglior traccia | Il mondo che ne sa di noi
Voto complessivo | 7,5/10
Ascolta e acquista qui l’album |
Tracklist e stelline |
- Rivoluzione ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Lazarus (morti in piedi) ★★★★★★★½☆☆
[Nesli] - Un altro mondo feat. Zoelle ★★★★★★★½☆☆
[Nesli – Nesli, Zoelle] - Stay ★★★★★★★★☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Money ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Lontano ★★★★★★☆☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Solo feat. Maruego ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli, Maruego] - La mente / Autostop ★★★★★★☆☆☆☆
[Nesli] - Salvami ★★★★★★★★☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Polvere da sparo feat. Jack the Smoker ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli, Jack the Smoker] - Questa follia ★★★★★★★★½☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Ancora tu feat. Hanami ★★★★★★★½☆☆
[Nesli – Nesli, Niccolò Bolchi] - Poesia della buonanotte ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli] - Il male minore ★★★★★★★★☆☆
[Nesli, Raffaele Littorio, Daniele Bagnoli] - Terra di confine feat. Raige ★★★★★★★★☆☆
[Nesli – Nesli, Raige, Raffaele Littorio, Ciro Pisanelli] - Ricordarmi chi ero ★★★★★★★★½☆
[Nesli – Nesli, Niccolò Bolchi] - Blue monday feat. Davide Shorty ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Davide Shorty, Ciro Pisanelli] - Il mondo che ne sa di noi ★★★★★★★★★☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Sogni a metà / Vento di guerra ★★★★★★☆☆☆☆
[Nesli] - Kaino e Abele ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Ciro Pisanelli] - Confessione – Story ★★★★★★★☆☆☆
[Nesli – Nesli, Raffaele Littorio] - Non mi importa di niente ★★★★★★★½☆☆
[Nesli – Nesli, Daniele Bagnoli]
Nick Tara
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