Recensione del nuovo singolo del ritorno del cantautore
“No satisfaction” è stata annunciata (a sorpresa) sui social dallo stesso Ermal Meta che proprio con questo brano ha rotto gli indugi anticipando un ritorno discografico e musicale piuttosto atteso. “Tra fogli di carta e un pianoforte non del tutto accordato, tra notti insonni e mattine da zombie, tra baci rubati e alcuni sputati, tra quello che immaginiamo e quello che siamo diventati. Nessuno escluso, tutti inclusi, nel bene e nel male. Insieme”.
Alle porte del Festival di Sanremo 2021 Ermal Meta ha lanciato questo suo nuovo singolo. Lo avevamo già ascoltato con “Finirà bene” ad aprile scorso ma qui s’intravede più delineata una strada che fa ben sperare nel nuovo album che arriverà a distanza di tre anni dal precedente (di cui qui la nostra recensione).
Il brano disattende le aspettative della ballad impegnata che forse il cantautore ci riserverà per Sanremo ma è densa, invece, di profondità emotiva. Tra funky e pop elettronico il ritornello arriva dopo una carrellata di parole. Cose che, se ascoltate attentamente, sono tutti i nuovi dogmi del nostro tempo conditi dalla velocità con cui le emozioni ci passano davanti. Talvolta le stesse emozioni ci trapassano, purtroppo, perciò ci sentiamo vuoti, inutili. Ed allora “avanti un altro“. Che si faccia avanti la prossima emozione o la prossima vittima del vuoto emotivo.
I motivi che possono aver portato Ermal Meta a scrivere questo brano possono essere stati frutto di un’attenta analisi di quella new generation che però nel frattempo è cresciuta e si è vista scivolare dalle mani sogni, speranze e principi costituzionali. Sono i coetanei di Ermal i protagonisti di “No satisfaction“, gli stessi che, come negli anni ’90, vivono a casa con mamma e papà, e cercano l’amore online. Sfiduciati e un po’ impauriti si corre, si cerca di afferrarle quelle emozioni che una volta colte, lasciano immobili, tanta è l’anestesia che gli anni sbagliati hanno somministrato.
“Ma tu che cosa vuoi da me” è la frase più ricorrente in chi non vive soltanto un malessere ma, per di più, ne viene totalmente assorbito. Non c’è più la voglia di cambiare, non c’è più un invito a reagire da parte di Ermal Meta, c’è soltanto una constatazione amichevole di sonnolenza. In fondo “per chi perde o per chi vince il premio è uguale: no statisfaction“.
Il brano entra dentro le orecchie di chi lo ascolta dalla prima strofa, che veloce come un Freccia Bianca arriva al ritornello con un climax apatico ma denso di ricerca di suoni e senza sbavature, lanciando una bomba di energia. La seconda strofa è veloce quanto la prima ma differente è l’arrangiamento che si condisce di ritmo funkeggiante, quasi volesse alleggerire il testo tutt’altro che easy. Corre e scorre leggero ma come una freccia avvelenata dalla rabbia, testo e musica diventando un’unica cosa. “No satisfaction” soddisfa e fa ben sperare in un gran bel disco per Ermal Meta.
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No satisfaction | Testo
Io che vendo i sentimenti
Io che piango e stringo i denti
Io che veni vidi e persi
Io che scavo con le mani nelle tasche dei parenti
Tu che vivi e non lo senti e mi dai suggerimenti
Io che scaldo l’atmosfera
Ma son solo anche stasera
Tu che studi per passare
Io che passo per
E mentre stringo le sue mani
Che hanno odore di altre mani
Non trovo più satisfaction
In questa new generation
No satisfaction
Io che urlo e sembro scimmia
Tu che incidi sulla schiena ogni tipo di avventura
Io mi aggrappo ad ogni scusa
Tu che gli altri non importa
Quella è la porta
Non trovo più satisfaction
In questa new generation
No satisfaction
No satisfaction
Siamo macchine inventate da una mente un po’ animale
Che un battito e un ruggito sono entrambi un rituale
Per chi perde e per chi vince il premio è uguale
No satisfaction
Siamo la new generation
Ma tu che cosa vuoi da me
Non trovo più satisfaction, no satisfaction
Ma tu che cosa vuoi da me
No satisfaction
Ma tu che cosa vuoi da me
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