A tu per tu con la popolare cantante romana, al suo ritorno al Festival di Sanremo con “Ti amo non lo so dire“
Settimo Festival per Veronica Scopelliti, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Noemi, ormai un’autentica veterana estremamente affezionata alla manifestazione canora. A Sanremo 2022 propone la sua “Ti amo non lo so dire“, firmata da Alessandro La Cava, Mahmood e Dario Faini, una riflessione profonda e istintiva, a metà strada tra pancia e cuore.
Ciao Veronica, benvenuta. Partiamo da “Ti amo non lo so dire”, quanta difficoltà c’è dietro l’esecuzione di un pezzo carico di parole e di così tanti cambi di tonalità?
«E’ un pezzo che ha un racconto molto pieno, tante parole e una melodia molto agile. Devo dire che questa canzone rappresenta una sfida per me, perché la mia voce risulta comoda quando le note sono più lunghe e più semplici, ma l’incontro bellissimo con Alessadro La Cava e Alessandro Mahmood è servito per aiutarmi a raccontare chi sono adesso, sfidando me stessa. Lo considero un esercizio di stile un po’ alla Mina, quando cantava “Brava” o “Le mille bolle blu”. Trovo sia molto bello lavorare sulla propria voce, un po’ come lavorare su se stessi, aggiungendo sempre dei colori nuovi. Mi piace l’idea di proporre qualcosa di non scontato, che possa darmi qualcosa anche a livello umano. Ai posteri l’ardua sentenza, ma io mi sto divertendo perché è un pezzo super energico».
Entrando nel dettaglio, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono soddisfatta e così orgogliosa di questo brano?
«Quello che mi rende veramente soddisfatta e orgogliosa è il perfetto equilibrio che c’è tra l’intensità delle parole e l’energia della musica, cioè mi piaceva l’idea di portare un messaggio del genere non utilizzando il linguaggio della ballad, bensì un pezzo up tempo e un’energia particolare. Sono contenta perché questa canzone mi dà la possibilità di esprimermi in una maniera ancora più dinamica. Essendoci tante parole, man mano che si ascolta si scoprono nuove sfumature di questo pezzo».
Quindi… la reputi una canzone d’impatto che può funzionare al primo colpo oppure uno di quei pezzi che crescono ascolto dopo ascolto?
«Guarda, sono molto contenta di come stiano andando gli ascolti, perché pensavo che fosse un pezzo che necessitasse di un po’ più di tempo. Mi sembra di partire già da un buon livello, però credo che debba ancora macinare, perché “Ti amo non lo so dire” per me è tanta roba».
Avendo partecipato anche lo scorso anno, non posso non chiederti: qual è stata la tua sensazione nel rivedere quel teatro pieno?
«Beh, è tutta un’altra cosa! Lo scorso anno non ci si poteva avvicinare, mentre in questo caso è stato abbattuto il metro di distanza. E’ stato bellissimo sentire l’annuncio di Amadeus a venti centimetri da me. Quindi, non c’è proprio paragone».
Dieci anni fa sei stata protagonista con Emma ed Arisa dell’ultimo podio tutto al femminile nella storia del Festival, in precedenza era capitato soltanto altre tre volte (1975, 1983 e 1998). Ti piacerebbe ricapitasse?
«Sarebbe bellissimo se ricapitasse, ma è anche vero che deve essere una roba naturale. Mi da un po’ fastidio quando fanno la conta delle donne, perché sembra veramente la conta dei panda. Naturalmente parliamo di un tema molto caldo e importante, però è bello parlare di persone e non di genere. A livello creativo le donne stanno facendo bene, ma vada come vada».
Qual è il tuo pensiero sul cast di quest’anno?
«Quello di quest’anno è un cast bellissimo, nessun ascoltatore è stato lasciato fuori, ce n’è per tutti i gusti. E’ bello che tutti riescano a ritrovarsi nelle canzoni, credo che la scelta da questo punto di vista sia stata veramente vincente».
Per concludere, dal 2010 ad oggi hai partecipato a sette edizioni del Festival, chi meglio di te può testimoniare l’evoluzione che c’è stata in questi anni?
«Credo che il Festival faccia davvero parte della nostra cultura pop, negli ultimi anni c’è stato un grande ricambio, su quel palco sono saliti artisti che rappresentano nuovi generi nuovi e diversi modi di fare musica. Questa cosa è bellissima, è stato molto bravo Amadeus a ridisegnare la rassegna rivestendola di contemporaneità, rendendola non solo vincente a livello televisivo, ma anche dal punto di vista musicale. Anche per quanto riguarda il mio percorso personale, Sanremo è sempre stato un termometro importante».
Intervista a Noemi | Podcast
Nico Donvito
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