A vent’anni dall’esordio, torna l’opera moderna più famosa al mondo con la presenza dell’intero cast originale
Non delude mai le aspettative Notre Dame De Paris, né per chi lo guarda per la prima volta, né per chi decide di farne ritorno. Lo spettacolo sognato e voluto da David Zard, torna sui palcoscenici più importanti del nostro Paese, a vent’anni di distanza dalla sua prima rappresentazione datata 14 marzo 2002. Scritto da Luc Plamondon su musiche di Riccardo Cocciante, tratto dall’omonimo celebre romanzo di Victor Hugo, con i testi italiani curati da Pasquale Panella, per la regia di Gilles Maheu.
La storia è ambientata a Parigi nel 1482 e ha come protagonista Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale, perdutamente innamorato della zingara Esmeralda, in realtà attratta dal capitano Febo, a sua volta fidanzato con Fiordaliso. Affascinato dalla belle gitana anche Frollo, arcidiacono di Notre Dame, personaggio che darà vita ad una serie di intrecci che mettono in luce le dinamiche tipiche dei rapporti umani, dalla gelosia alla passione, le stesse che rendono ancora attuale un racconto scritto la bellezza di quasi due secoli fa.
Confermatissimo il cast di scena, a cominciare dal ricongiungimento artistico dei due protagonisti Giò Di Tonno e Lola Ponce, noti al grande pubblico per la loro vittoria in coppia a Sanremo 2008 sulle note di “Colpo di fulmine”, firmata da Gianna Nannini. Tra gli altri protagonisti, ritroviamo: Vittorio Matteucci, Leonardo Di Minno, Matteo Setti, Graziano Galatone e Tania Tuccinardi, che hanno contribuito negli anni al traino dell’intera opera, assieme al rilevante e policromato cast composto da ballerini e acrobati.
Chiunque abbia visto almeno una volta lo spettacolo, non fatica a comprendere i motivi di un così acclamato successo. Ribattezzato il musical dei record, Notre Dame de Paris è stato tradotto in nove lingue facendo letteralmente il giro del mondo, attraversando ventitré Paesi, per un totale di circa 5.400 repliche e 13 milioni di spettatori internazionali. Numeri destinati a crescere, per un’opera che non potrà mai passare mai di moda.
Tra i motivi di questi continui e positivi riscontri, parte del merito è da attribuire all’intensa carica emotiva delle melodie estremamente popolari, frutto del geniale intuito creativo di Riccardo Cocciante, tra cui citiamo due temi centrali come “Il tempo delle cattedrali“ e “Bella“, entrati di diritto nella memoria collettiva del pubblico. Il segreto? Un linguaggio sempre attuale, avvincente e struggente al tempo stesso, che non stanca e continua ad accumulare ammiratori da ogni angolo del globo, rappresentazione dopo rappresentazione.
Un viaggio tra emozioni che non hanno epoca, nell’intensità e nella sacralità di due ore e venti minuti ricche di contenuti sociali, poetici e musicali che esulano dal semplice concetto di spettacolo, inteso come fedele raffigurazione della realtà. In tal senso, Notre Dame De Paris ha una marcia in più, perché contrappone la bellezza e il lato oscuro dell’essere umano, mescolando i due elementi al punto da non riuscire a comprendere cosa è bene e cosa è male.
In una comunità sempre più votata all’apparenza, questa storia ci insegna come i ruoli in una società siano, in fin dei conti, labili ed interscambiabili. Belle le coreografie, bravi gli attori, gli acrobati e i ballerini, ma il messaggio racchiuso all’interno di quest’opera è il nulla osta verso il libero sognare, dimensione dal quale nessun essere umano può pensare di farne a meno. Ben vengano recital di questo genere, capaci di trasportarci in una realtà parallela… disperata e sublime quanto la nostra.
© foto di Francesco Prandoni
Nico Donvito
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