Recensione del brano portato in gara al Festival di Sanremo 2021
La passione fa parte dell’amore. Ne è una componente fondamentale oltre che un’espressione indiscutibile. Lo sa bene Aiello (a cui qui la nostra intervista) che proprio di questo ha voluto occuparsi nella sua Ora, proposta al debutto sul palco del Teatro Ariston per il Festival di Sanremo 2021.
Tutto parte da un istante del presente che riporta la mente ad un tempo andato. Un tempo nel quale si è vissuta quella passione avvolgente, quell’amore totalizzante e quel sesso vissuto come se fosse una vera e propria esigenza curativa. E in questa trama s’incrociano le fila di ricordi, paure ed esperienze passate che continuano a tornare nelle mente. Ne esce un grido di dolore che rende evidente che “mi sono perso nella notte”. Ed in tutto questo la nota dolente è che alla lei protagonista viene imputata la colpa che “non mi hai mai abbracciato”.
Proprio per questa trama narrativa passionale, intricata e non scontata ‘Ora’ risulta essere un brano-manifesto perfetto per rappresentare Aiello ed il suo estro creativo. Quella passione che indubbiamente il brano evoca e mette in primo piano è la stessa che il cantautore calabrese da sempre cerca di mettere in scena anche tramite le sue performance sul palco e la propria immagine.
Musicalmente, forse, la ricetta si allontana più di quanto ci si attendeva da quel pop-soul-indie tipico dei primi passi musicali di Aiello. Lo fa percorrendo la strada di un’orchestrazione più tradizionale e l’adozione di una vocalità graffiata preponderante e, in qualche modo, aggressiva. Una scelta che, sicuramente, si sposa bene con il messaggio di una canzone scritta per sfogare la delusione di una passione soverchiante che, di fatto, costringe a soffiare sulle fiamme ancora deboli di un amore nascente.
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Testo |
Ora, ora, ora, ora, mi parli come allora
Quando ancora non mi conoscevi
Pensavi le cose peggiori
Quella notte io e te, sesso ibuprofene
Tredici ore in un letto a festeggiare il mio santo
Il giorno dopo su un treno che mi portava a casa
Nessuno mi aveva detto: “Devi tornare a scuola”
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Ora, ora, ora, ora, te la ricordi ancora
Quella notte io e te, sesso ibuprofene
Avevo il cuore malato, ma tu non lo vedevi
Mi tenevo le pezze gelide dietro al petto
Ci tenevo a mostrarmi come un drago nel letto
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Mi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciato
E mi vergogno a dirlo, di solito sputo fuoco
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Ho visto foto di te, il tuo compagno, una bambina
Poi quella casa l’hai finita
Dovevi portarci me, dovevi portarci me
Sesso e ibuprofene
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Mi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciato
E mi vergogno a dirlo, di solito sputo fuoco
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Ilario Luisetto
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