giovedì 21 Novembre 2024

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Orietta Berti: “Questo 2021 mi ha portato tante belle soddisfazioni” – INTERVISTA

A tu per tu con la nota cantante emiliana, reduce dal grande successo estivo della hit multiplatino “Mille

A pochi mesi dalla nostra precedente chiacchierata pre-sanremese, abbiamo il piacere di ritrovare Orietta Berti, protagonista indiscussa dell’ultimo Festival, di questa estate e, possiamo tranquillamente affermare, dell’intero 2021. Un ritorno alla musica particolarmente apprezzato dal pubblico più trasversale, come si suol dire dai grandi ai piccini, consacrato dalla hit multiplatino “Mille”, cantata al fianco di Fedez e Achille Lauro. In occasione del Premio Ravera, in scena a Tolentino lo scorso 4 settembre, abbiamo avuto modo di incontrare l’ugola di Cavriago, per parlare di questo splendido momento che sta vivendo.

Ciao Orietta, bentrovata. Sei la regina dell’estate, un titolo che immagino ti faccia piacere…

«Sì, molto. Questo 2021 mi ha portato tante belle soddisfazioni, a cominciare dall’uscita del mio libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere”, che mi ha permesso di entrare nelle case di tante persone, un po’ come il mio ritorno a Sanremo. Un anno che mi ha portato tanto, soprattutto dal punto di vista dell’affetto e della simpatia di tanti giovani».

A proposito di affetto, ci troviamo a Tolentino in occasione della settima edizione della rassegna dedicata alla memoria di Gianni Ravera, un personaggio che ha dato tanto alla musica, ma anche a te. Che ricordo hai di lui?

«Gianni è stato inizialmente il mio produttore, è stato lui ad insistere per farmi partecipare al mio primo Festival con “Io ti darò di più”. Gli anni successivi ci sono sempre andata, ho partecipato quasi sempre alle edizioni che organizzava lui».

Infatti, su dodici Festival a cui hai preso parte, undici erano sotto la sua guida artistica. Col senno di poi, ha fatto bene quest’anno Amadeus a insistere per farti partecipare?

«Assolutamente, senza il Festival non avrei mai conosciuto Fedez e non ci sarebbe stata “Mille”. Quando me l’ha fatta sentire la prima volta mi è subito piaciuta. Gli ho chiesto solamente come avrei dovuto cantarla, perchè nel provino la voce di Cara era molto sensuale. Lui mi ha detto: “Guarda, non farmi la voce piena come a Sanremo, vorrei un’interpretazione spensierata come hai fatto per Finché la barca va, L’altalena e Via dei Ciclamini. Come se stessi cantando sotto la doccia”. Così ho provato a cantarla in questo modo ed è venuto fuori quello che avete ascoltato».

Quali pensi siano gli elementi e le caratteristiche che più sono piaciute di “Mille” e che hanno contribuito al suo grande successo?

«La prima parte è stata cambiata rispetto alla versione iniziale, Fedez ha messo le sue parole e la canta alla sua maniera, come del resto Achille Lauro. A me è piaciuto il pezzo che mi hanno dato, ovvero il motivo centrale, il concetto del risolvere un problema e ritrovarsene ancora mille. Un qualcosa in cui chiunque può ritrovarsi. Poi, secondo me, il successo è stato anche determinato dalla chiusura e dalla vaglia delle persone di tornare alla vita normale, perchè è stata una delle prime canzoni che la gente ha ascoltato e ha cantato. Un segno di libertà, di entusiasmo, di ripartenza».

Per concludere, prendendo in prestito il sottotitolo di questa rassegna “Una canzone è per sempre“, ti chiedo: qual è la tua canzone per sempre? Il brano al quale sei più legata?

«Sarei un’ingrata se non dicessi “Tu sei quello”, la mia prima canzone, quella che mi ha lanciato e che ha dato il via a tutto questo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.