Tutte le recensioni dei nuovi singoli radiofonici
- 1990 – Achille Lauro
Quando nemmeno un anno fa qualcuno (tra cui il sottoscritto) elogiava il suo estremismo ed il suo coraggio anticonformista per un brano come ‘Rolls Royce’ da proporre sul palco formalissimo dell’Ariston in pochi credevano nella reale genialità di questo ragazzo che, per ora, non sta sbagliando un colpo. Si butta ora sull’elettronica anni ’90 resuscitando e nobilitando la dance europea che nessuno era più riuscito a riproporre con efficacia. Lui riesce nell’impresa con un linguaggio testuale che rimane fedele alla sua scrittura criptica (ma che qui si mostra migliorata) ed un motivetto che si ricorda dopo un minuto e che richiama il campionamento di un brano storico come ‘Be my lover’. Martellante ed ipnotico oltre che coraggioso e perfettamente identificabile e riconoscibile. VOTO: 7.5
- TU E D’IO – Danti, J-Ax e Nina Zilli
La Zilli e lo zio Ax avevano già collaborato in due diverse occasioni realizzando anche una vera e propria hit radiofonica a testimonianza del fatto che insieme stanno davvero “da Dio“. In quest’occasione ci si inserisce anche Danti che si eleva come partener canoro dell’artista emiliana nell’inciso oltre che come produttore dell’intero brano che fa leva soprattutto sulla parte ritmica dell’arrangiamento. J-Ax, come al solito, si ritaglia lo spazio di una strofa dove dare il proprio contributo che, però, ormai non ha più alcun fascino e suona fin troppo ripetitiva: da quanto non si prende una pausa di almeno due mesi dalle scene radiofoniche? Qui, come in tanti altri casi, se ne poteva fare a meno. Malgrado ciò il pezzo funziona e rimane in testa. VOTO: 6+
- NORMALE – Francesco Renga e Ermal Meta
Dopo il mezzo flop dell’ultimo album in cui il suono elettronico aveva esasperato l’oscurantismo della vocalità ci si aspettava da Francesco Renga un passo indietro ed una presa di coscienza che il pubblico da lui desiderava altri tipi di canzoni. Il cantautore bresciano, invece, si affida ad Ermal Meta per realizzare un brano che comunque sia gioca sulla ritmica e sul sound più che sull’eleganza vocale. Per la serie: sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. A salvare il tutto è la scrittura di Meta che, fortunatamente, sa scrivere sempre dei gran pezzi che, come in questo caso, suonano bene a prescindere da chi li canta. Un gran bel pezzo che esalta anche un Renga che si distingue solo in qualche piccolo spazio dove si concede qualche gorgheggio che, si spera, sia il prefigurarsi di un ritorno all’orchestrazione ed al pop intimo di qualche anno fa. VOTO: 7
- IL TUO PROFUMO – Fred de Palma e Sofia Reyes
Ha dominato tutta l’estate e ora ci riprova anche per la stagione autunnale servendo alle radio un brano non troppo diverso da quanto spedito appena 3 mesi fa. La ricetta è sempre quella del reggaeton in cui l’inciso viene affidato ad una voce femminile latineggiante per rendere ancor più credibile e spagnoleggiante il ritmo delle parole e delle note. Se, dunque, le novità sono pari a zero è logico poter affermare che questo pezzo non è che la copia dell’ultimo tormentone estivo con la differenza che lo scenario non è più quello delle spiagge. A chi piaceva la precedente versione piacerà anche questa versione 2.0 ma alla lunga c’è il rischio di annoiare. VOTO: 5
- QUALCOSA DI BUONO – Grido e Il Cile
Il Cile contribuì pesantemente a riportare al successo un artista come J-Ax quando qualche anno fa aveva urgente bisogno di una hit radiofonica per tornare ad imporsi in un mercato che correva più veloce di quanto ci si poteva aspettare fino a nemmeno un secondo prima. Se è funzionato con Ax, dunque, perchè non dovrebbe funzionare con il fratello Grido che, in effetti, non suona poi così diverso? Forse, perchè, questa non è ‘Maria Salvador’ in quanto ad aurea evocativa e perchè arriva in ritardo di qualche stagione. Piacevole ed orecchiabile ma niente di davvero speciale. VOTO: 6
- SE TI POTESSI DIRE – Vasco Rossi
E’ un Vasco tutto “chitarroso” quello di questo nuovo singolo che si propone di raccontare nuovamente gli effetti di una vita vissuta senza freni, senza limiti, portando a cullare quelle “abitudini di cui non vado fiero”. Il brano si apre progressivamente e con una certa lentezza senza riuscire a trovare davvero un inciso particolarmente potente o memorabile. Un passo in avanti rispetto alle ultime cose sul piano testuale ma, forse, ne risente eccessivamente la resa dell’orecchiabilità del brano che si faticherà a canticchiare al primo ascolto. Solo sul finale c’è una schitarrata di quelle decise con la batteria che entra finalmente in gioco per sostenere una voce che grida “senza rimpianto” salvando il salvabile di un brano che rischiava di scivolare via senza troppe promesse mantenute. VOTO: 5/6
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Ilario Luisetto
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