venerdì 22 Novembre 2024

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“Per me”, sapore di rivalsa e grida di speranza per Fabrizio Moro – RECENSIONE

Disponibile dal 30 agosto il nuovo singolo del cantautore romano, terzo estratto da “Figli di nessuno”

Arriva dopo i positivi riscontri ottenuti con Ho bisogno di credere e Figli di nessuno (amianto), il nuovo singolo di Fabrizio Moro (qui la nostra recente intervista) intitolato “Per me”, terzo estratto dal suo ultimo disco di inediti Figli di nessuno, il decimo realizzato in carriera. Composto a quattro mani con il fedele Roberto Cardelli, il brano esprime in tutta la sua forma la poetica del cantautore romano, un grido di speranza, un inno allo scorrere della vita con tutti i suoi dettagli e le molteplici difficoltà che scandiscono il nostro quotidiano.

“Con l’energia spesa nei tormenti, l’umore fra le offese e i complimenti con la saliva contro il pregiudizio e la salute smarrita per colpa di un vizio”, uno dei testi più autobiografici e sentiti di Moro, capace di parlare di se stesso in maniera universale e comprensibile a chiunque, in maniera arguta e mai scontata. Coinvolgere per spingere l’ascoltatore a riflettere, questa la prerogativa che da sempre contraddistingue la sua scrittura, il fine ultimo dei suoi brani, il nobile intento che racchiude velatamente ciascuna sua singola produzione.

Musicalmente parlando, invece, stupisce l’innesto del sassofono sul finale, uno strumento dotato di un suono così suggestivo al punto da non essere, forse, più abitati a cotanta bellezza. Scelta indovinata che rende Per me un brano senza tempo, pezzo pubblicato nel 2019 che poteva essere rilasciato benissimo dieci, venti o trenta anni fa, oppure tra uno o due decenni, perché le belle canzoni non conoscono storia e non hanno geografia, si insinuano nei meandri nella nostra memoria e si collocano tra le pieghe delle nostre emozioni, senza motivo e senza alcuna pretesa.

In conclusione, Fabrizio Moro apre ancora una volta il libro della sua vita, mostrandoci pagine ispirate ed inedite, adornate dalla solita voglia di rivalsa che caratterizza le sue produzioni, come una sorta di spirito-guida che lo accompagna e lo contraddistingue in questa sconfinata savana della musica italiana. Pathos e melodia si intrecciano e fanno da tappeto a parole incisive, cariche e dense di significato. Rabbia e delicatezza si intrecciano per andare in un’unica direzione, quella di un cantautorato che non conosce confini, ma solo bellissimi e sconfinati orizzonti.

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Per me | Audio

Per me | Testo

Per me che ho corso tanto
come una preda che scappa dalla caccia
per un rullo compressore ingolfato
vento freddo che taglia la faccia
per me che sono nato tra i mostri del bivio
condizionato dalle ombre gettate sui passi che ho fatto
per un sogno enorme, enorme
chiuso dentro a una scatola che non ha forme
per me cartone bruciato
rimasugli resistenti di un destino beato
per me sangue di un Cristo
che sta su una croce ma non è inchiodato

Per me è la vita che va
un minuto un’età
per me

Con l’energia spesa nei tormenti
l’umore fra le offese e i complimenti
con la saliva contro il pregiudizio
e la salute smarrita per colpa di un vizio

Io non ho visto il mondo
ma ho imparato a viaggiare lo stesso
per me licenzia media e cantieri
e ore e ore a pulire lo stesso cesso

Per me scarpe di ferro
pesanti per muoversi in mare esistenti
per me ago spiazzato
sorriso di gioia coi buchi fra i denti

Per me è la vita che va
un minuto un’età
per me

Per me è la vita che va
un minuto un’età
per me

Con i pensieri sporchi ma innocenti
con i traslochi fra gli appartamenti
e le canzoni scritte per calmare
amori grandissimi e mai un’altare
con l’energia spesa nei tormenti
l’umore fra le offese e i complimenti
con la saliva contro il pregiudizio
e la salute smarrita per colpa di un vizio

È la vita che va
un minuto un’età
per me
per me

È la vita che va
è la vita che va
è la vita che va
è la vita che va
è la vita che va

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.