giovedì 21 Novembre 2024

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Pinguini Tattici Nucleari, “Islanda”: un viaggio tra sogni infranti e nuovi inizi – RECENSIONE

Analisi sul nuovo singolo dei Pinguini Tattici Nucleari, intitolato “Islanda”, fuori dallo scorso 15 novembre. Quando i sogni di viaggio diventano realtà

“Nord sud ovest est, starò cercando lei o forse me?” si domandavano gli 883 una trentina di anni fa, con lo stesso spirito che ha mosso i Pinguini Tattici Nucleari a partire in “Islanda”, come raccontato nel nuovo singolo disponibile in radio e in digitale dallo scorso venerdì 15 novembre.

Se è vero come è vero che “malinconia e settembre sono due sinonimi”, come ricordato tra le righe del precedente singolo “Romantico ma muori” (qui la nostra recensione), in questo nuovo capitolo musical-letterario della band bergamasca, troviamo una soluzione nel tema del viaggio inteso come qualcosa in più di una semplice evasione, bensì come espediente per creare nuovi ricordi e per resettarne degli altri, gli stessi che si ripresentano senza preavviso dal nostro passato quando meno ce lo aspettiamo, come fantasmi che infestano la nostra mente.

Così non c’è nulla di meglio che mettersi uno zaino in spalla, prendere il primo volo low cost e andarsene lontano, magari in compagnia degli amici di sempre. Per poi ritrovarsi, a migliaia di chilometri di distanza, e continuare a porsi gli stessi interrogativi. D’altronde per concepire e inaugurare un nuovo inizio, bisogna prima saper scrivere con consapevolezza la parola fine.

Nel testo di “Islanda” si riflette su una relazione conclusa e che è stata importante, al punto che diventa complicato cercare di andare avanti. La separazione viene descritta in vari modi, come tra due “pianeti senza gravità”, come tra “amici dopo l’università” e come tra “fratelli per l’eredità”. Per rendersi conto che le differenze, le stesse che hanno magari favorito inizialmente quel legame, si siano rivelate poi cruciali. Particolarmente apprezzabile ed evocativo per quelli della mia generazione il verso: “Io Holly e Benji, tu Sailor Moon”, ma è in “Volevo il nord e cercavi il sud, correnti opposte, ma stesso mood”, che ci rendiamo conto di come la geografia si rivela importante anche all’interno di una relazione.

Non ci sono rimpianti e non ci sono lacrime, per la penna di Riccardo Zanotti c’è solo il desiderio di indagare a fondo in questo sentimento che continua a vivere nella nostra memoria. La bellezza della canzone sta proprio nel suo equilibrio tra sogno e realtà, tra il desiderio di fuggire e l’incapacità di lasciarsi del tutto il passato alle spalle. E allora perché non imparare a conviverci? Questa si rivela quasi sempre la chiave giusta per voltare pagina e vivere con serenità, senza rimorsi e rimpianti.

La bussola dei Pinguini Tattici Nucleari ci ha portato ancora una volta nei meandri più introspettivi della nostra mente, incredibile se pensiamo che alla fine stiamo parlando di canzoni pop. Eppure, in queste meravigliose e bistrattate canzoni pop, c’è racchiuso tutto quello che ciascuno di noi ha vissuto e che può vivere. Proposte musicali che mi verrebbe da definire come “canzoni a cipolla”, sia perché dotate di più strati di comprensione sia perché, potenzialmente, possono farti bruciare e inumidire gli occhi. Ma attenzione… non si tratta di pianto, è solo irritazione.

In tal senso, “Islanda” non è altro che l’ennesima tappa di un viaggio più ampio, che in questo caso sta per condurci al nuovo album dalla band, intitolato “Hello World”, fuori per Epic / Sony Music dal prossimo 6 dicembre. E chissà quante altre cipolle ci toccherà sbucciare!

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.