giovedì 21 Novembre 2024

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Raf, trent’anni di “Cosa resterà…”

Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Ci sono opere musicali che segnano epoche, altre che chiudono interi decenni, è proprio il caso di “Cosa resterà…”, terzo progetto discografico di Raffaele Riefoli, meglio conosciuto come Raf. Reduce dall’incredibile successo planetario di “Self control” del 1984 e dal poco convincente debutto in italiano con “Svegliarsi un anno fa” del 1988, il cantautore pugliese raggiunge la sua forma migliore al terzo tentativo, grazie alla sua seconda partecipazione sanremese con “Cosa resterà degli anni ’80”, primo singolo che si classifica soltanto al quindicesimo posto, ma che diventa ben presto un inno generazionale dettagliato e rappresentativo di un tempo che non sarebbe più tornato.

Pubblicato il 7 febbraio 1989, l’album viene trainato anche dal secondo estratto, la celebre “Ti pretendo”, canzone che si aggiudica la vittoria della 23esima edizione del Festivalbar, battendo la concorrenza di hit radiofoniche del calibro di “Viva la mamma” di Edoardo Bennato, “La mia moto” di Jovanotti, “Diavolo in me” di Zucchero e della famigerata “Lambada” dei Kaoma.

Sonorità decisamente anni ’80, per un disco suddiviso in due parti: la prima dal forte respiro internazionale, la seconda da atmosfere tipicamente made in Italy, trascinanti e melodiche. Ne rappresentano un ottimo esempio “Santi nel viavai” e “E gli altri dormono”, due ottimi prototipi di canzoni d’autore-pop, cucite su misura per l’intensa vocalità dell’artista. Meno brillante il terzo singolo “La battaglia del sesso”, ironico ma non incisivo, un discorso che possiamo adattare anche per “Do I need your love” e “Fai“, il pezzo meno riuscito del disco. Conclude l’ascolto una personale versione di “E sia così”, brano proposto al Festival di Sanremo dello stesso anno dall’ispirato Aleandro Baldi.

In sintesi, “Cosa resterà…” è un disco che chiude un cerchio e fotografa un’epoca, permettendo a Raf di iniziare un nuovo ciclo che lo vedrà assoluto protagonista del decennio successivo, con album di notevole impatto come “Sogni… è tutto quello che c’è”, “Cannibali”, “Manifesto” e “La prova”, lavori ancora oggi attuali e, per certi versi, parecchio sperimentali. Tutto merito di questi incompresi, mal interpretati, scapestrati, confusi, maledetti, bucati e distratti anni ’80.

Cosa resterà… | Tracklist e stelline

  1. Ti pretendo
    (Gianni Albini, Giancarlo Bigazzi, Raf) 
  2. Santi nel viavai
    (Giuseppe Dati, Raf)
  3. La battaglia del sesso 
    (Giuseppe Dati, Raf)
  4. E gli altri dormono
    (Giancarlo Bigazzi, Raf, Gianni Albini)
  5. Cosa resterà degli anni ’80
    (Giancarlo Bigazzi, Giuseppe Dati, Raf)
  6. Do I need your love
    (Giuseppe Dati, Giancarlo Bigazzi, Raf)
  7. Fai
    (Gianni Albini, Giuseppe Dati, Tiberio Balatresi)
  8. E sia così
    (Aleandro Baldi, Gianni Albini)

Cosa resterà | Acquista

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.