Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. A cura di Mattia Cantarutti
Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro. rap Emis Killa Fedez
Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.
Rap Italy, l’ascesa di Emis Killa e Fedez
Dove siamo rimasti? Corre l’anno 2012 quando esce “L’erba cattiva”, primo progetto ufficiale di Emis Killa targato Carosello e che riscuote un grande successo nelle vendite. Il disco ottiene la certificazione di platino e imprime nella memoria del pubblico il brano dalle grandi sfumature pop: “Parole di ghiaccio”. Straordinario successo di quegli anni e ancora oggi cantato a squarciagola ai live del rapper.
Il grande successo viene bissato l’anno seguente con l’album “Mercurio”, disco doppio platino che porta Emis Killa definitivamente in certi lidi pop non soltanto musicalmente (dove comunque la sua forte identità non scompare mai) ma anche come personaggio, contribuendo quindi anche alla confusione nazionalpopolare citata nelle righe sopra.
Il disco vede tra le sue più grandi hit “A cena dai tuoi” in collaborazione con J-Ax e Scordarmi chi ero. Nella deluxe del disco troviamo poi il secondo cavallo di battaglia nei live più popolari, “Maracanã“, canzone composta come sigla per SKY durante i Mondiali di calcio in Brasile nel 2014.
La grande penna e la forte attenzione musicale che hanno sempre caratterizzato lo stile di Emis Killa lo portano ad avere dei ripensamenti su alcune decisioni intraprese in quegli anni, portandolo prima a realizzare il citato secondo capitolo di “Keta Music” ma soprattutto il bellissimo “Terza Stagione” nel 2016.
Album dove Emis Killa decide di fare un passo indietro su alcune scelte musicali, cercando allo stesso tempo di restare nell’alta posizione guadagnata. Parliamo quindi del divertente singolo estivo “Cult”, delle belle sonorità di “Parigi” con a Neffa, ma soprattutto delle dure e fortissime “Dal Basso” e “Quello di prima” realizzate in solitaria. Impossibile dimenticare la profondissima “Non è facile”, traccia in collaborazione con il grande amico e collega Jake La Furia.
Sfortunatamente il disco, pur riscontrando pareri di critica eccezionali, non ottiene da subito un grande successo. Come spesso accade però, la musica alla fine vince sul resto e negli anni successivi l’album è stato riscoperto e apprezzato svariate volte, portando nel palmares del rapper un meritatissimo disco di platino.
Facciamo quindi un passo indietro e torniamo all’altro artista nominato nel precedente articolo: Fedez.
Il rapper, orgogliosamente di Rozzano, bazzica negli ambienti Hip-Hop per tutti gli anni del 2000, realizzando come meglio poteva un mixtape ricordato con molto affetto da tanti appassionati del genere, siamo nel 2007 e parliamo di “Pat-a-Cake”. Il progetto vede molte collaborazioni al suo interno e ci permettiamo di segnalare “Ultima cena” con Hyst (artista underground dai mille talenti) e “Back in days” dove troviamo nella stessa traccia Jimmy e…. Rancore!
Il percorso di Fedez vede una sua salita progressiva e con parecchi apprezzamenti. A discapito di quanto possa sembrare dai commenti degli ultimi anni, il rapper era molto apprezzato nel giro del rap e venne parecchio cercato da più etichette e artisti. Dopo una breve parentesi in Blocco Recordz con “BCPT Mixtape” (2010).
Vediamo quindi l’uscita nel 2012 del mai dimenticato, “Penisola che non c’è”, un progetto all’epoca molto apprezzato dalla scena e da buona parte del pubblico rap. Il consiglio di scrive il presente approfondimento è quello di recuperare il disco in toto, se però volete partire da due tracce in particolare potrebbe essere interessante partire dalle più famose “Tutto il contrario” e “Ti vorrei dire”.
Fedez entra a far parte della neonata etichetta di Guè Pequeno e DJ Harsh: Tanta Roba. La star dei Club Dogo decide, dopo il successo e consolidamento della band, di alternare anche dei progetti e delle attività in solitaria, e la nascita di Tanta Roba fu proprio una di queste iniziative. Il rapper di Rozzano fu il primo artista ad entrare nell’etichetta e per quanto oggi ci faccia sorridere vedere i due insieme, comparve perfino nel video di lancio dell’etichetta stessa!
Il percorso di Fedez prende successivamente una svolta sempre più mainstream. Negli anni non sono mai mancate tracce molto valide, purtroppo macchiate da pregiudizi eccessivi in alcuni casi e da situazioni effettivamente spiacevoli create dall’artista stesso.
Dall’album “Sig.Brainwash- L’arte di accontentare” (2013) la sua scalata diventa una corsa pazzesca che lo porterà a collezionare platini su platini, tour sold out ovunque e quindi un successo gigantesco.
Le collaborazioni tra Emis Killa e Fedez non sono mai mancate negli anni. Agli inizi delle loro carriere troviamo pezzi come “Pum, Pum, Pum”, “Non so” e “Non ci sto più dentro”. Dopo una lunghissima pausa, alternata da più momenti di tensioni tra i due nel corso degli anni, i due rapper si ritroveranno sulla stessa traccia prima nel disco di Fedez “Paranoia Airliness” in “Kim e Kanye” nel 2019 e poi, dopo un periodo altrettanto burrascoso, hanno recentemente sancito la loro ritrovata amicizia con la hit “Sexy Shop”.
Questa quindi era la parziale storia di due grandi carriere nel mondo del rap. I loro percorsi torneranno nel corso dei prossimi approfondimenti e siamo sicuri che anche in futuro, Emis Killa e Fedez sapranno dire ancora la loro sul beat.
Mattia Cantarutti
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