Ritrovamenti: speciale Sanremo 2013
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Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. Oggi parliamo della doppia esecuzione di Sanremo 2013, tra brani che sono rimasti e altri che andrebbero riscoperti. A cura di Marco Zollo
Benvenuti a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non avendo rappresentato a livello promozionale un progetto discografico, hanno continuato a vivere nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Marco Zollo ci guiderà in un viaggio attraverso melodie e testi mai dimenticati, ma che meritano di essere riscoperti.
Queste perle musicali, raccontano spesso storie profonde e universali, e rappresentano sfaccettature meno conosciute degli artisti di riferimento, al punto da vivere una vita propria. In ogni puntata scopriremo insieme un pezzo del passato che, per qualche motivo, ha saputo sfidare il tempo e trovare una sua dimensione nel presente.
Ritrovamenti: speciale Sanremo 2013
Tra una settimana esatta Carlo Conti, come direbbe lui, avrà il compito di “spengere” le 75 candeline del Festival di Sanremo. Lo farà prima di tutto con nuovi brani inediti che potremo ascoltare in radio già dal secondo giorno della kermesse, mercoledì 12 febbraio. Quindi tutti singoli assicurati. E va bene. Ma vi ricordate che tra il 2013 e il 2014, sotto l’egida di Fabio Fazio, non fu proprio così?
In quei due anni, veniva fatto un esperimento televisivo mica da poco: tutti i concorrenti della categoria big avrebbero portato sul palco non una ma due canzoni inedite. Solo una sarebbe passata alle fasi finali della gara. Ma quali erano le canzoni di Sanremo 2013 e che fine hanno fatto quelle scartate? Ritroviamole.
Mentre nelle Nuove Proposte “Mi servirebbe sapere” di Antonio Maggio vinceva a man bassa, 14 erano i big a contendersi il “Leone d’Oro”: Malika Ayane interpretava “E se poi” e “Niente”, scritti da Giuliano Sangiorgi: il primo sarebbe divenuto un successo rapidissimo, mentre l’altro passò inizialmente un po’ inosservato per poi venire riscoperto successivamente (2,5 Mln di click su YouTube).
Deboluccia invece fu “Dannati forever” degli Elio e le Storie Tese che arrivarono nuovamente secondi con “La canzone mononota”, aggiudicandosi oltretutto il Premio della Critica. I Modà conquistarono il terzo posto con “Se si potesse non morire” tralasciando “Come l’acqua dentro il mare” (senza essere stato mai in radio oggi può vantare circa 4,2 Mln di click su YouTube).
E si continua con Chiara Galiazzo, che ebbe un buon riscontro di pubblico con “Il futuro che sarà”, senza più occuparsi de “L’esperienza dell’amore”, canzone non all’altezza degli autori, Domenico e Federico Zampaglione. Annalisa che, nonostante arrivò solo nona nella classifica sanremese, venne giustamente acclamata per “Scintille”, ma non per “Non so ballare” scritta per lei da un poco ispirato Ermal Meta: una canzone che comunque ad oggi, vista anche la recente impennata della carriera di Nali e relativa esposizione mediatica, conta su Spotify circa 897mila ascolti.
E gli Almamegretta di Raiz? Loro si piazzarono ultimi in classifica con “Mamma non lo sa”, anche se comunque il pezzo in parte è rimasto più di quanto ci si aspettasse; molto peggio andò all’altro brano in gara, “Onda che vai”. Capitolo a parte poi per Maria Nazionale, chiamata da Fazio dopo il buon esito della partecipazione con Nino D’Angelo nel Sanremo di Antonella Clerici tre anni prima; ma nel 2013 cantava “È colpa mia”, singolo mal digerito dalle radio, e “Quando non parlo” scritta da Enzo Gragnaniello.
E ancora… Simone Cristicchi. Cristicchi che portava sul palco “La prima volta (che sono morto)” e “Mi manchi”; qui ad avere la meglio è stata la prima, anche se “Mi manchi” in un certo qual modo è divenuta abbastanza familiare al pubblico che lo segue. Bene anche per Raphael Gualazzi che, seppur abbia continuato la corsa sanremese con l’intensissima “Sai (ci basta un sogno)”, ha avuto la capacità di scrivere un’altra ottima canzone seppur di impatto radio minore, “Senza ritegno”.
Simona Molinari che duetta con Peter Cincotti sulle note di “La felicità”, brano scelto per la finale, e su “Dr. Jekyll & Mr. Hyde”, brano firmato da Alberto Zeppieri e Lelio Luttazzi; la canzone è oggi tra quelle che, con i suoi 828mila ascolti su Spotify, è riuscita a resistere alle intemperie in maniera più evidente. “Il bisogno di te (ricatto d’onor)” è la canzone di Daniele Silvestri eliminata dalla finale, canzone che però ancora oggi è piuttosto apprezzata nei concerti, oltre a contare su Spotify 901mila stream; come singolo era stato sminuito dall’imprevisto successo radiofonico di “A bocca chiusa”, brano atipico e coraggioso.
Il trionfatore di quell’edizione invece fu, indimenticabile, Marco Mengoni con “L’essenziale” (all’inizio pensata e poi rifiutata da Noemi), perla contenuta nell’album “#ProntoACorrere”; questo album contiene anche il brano scartato dalla finale di Sanremo, “Bellissimo” (1.805.000 Mln di stream Spotify), regalo di Gianna Nannini, Pacifico e Davide Tagliapietra.
Ecco, qui parliamo già di uno scenario diverso: pur non avendo avuto molti passaggi radio, il brano negli anni è riuscito sufficientemente a farsi ricordare dai più, complice anche l’enorme successo di quell’album (tre platini per le oltre 150.000 copie vendute). “Sotto casa” è stato il singolo spacca-radio di Max Gazzè, arrivato 7° nella classifica sanremese; Gazzè in tutti i casi ha voluto promuovere a dovere anche l’altra sua canzone in gara, “I tuoi maledettissimi impegni”, altro singolo di enorme successo, cofirmato da suo fratello Francesco e Matteo Buzzanca (2.626.000 Mln di ascolti Spotify e 9,2 Mln su YouTube).
E per finire… i Marta Sui Tubi. Va detto che durante la kermesse né “Vorrei” né “Dispari” riuscì a dare la giusta luce al gruppo di gulino, ma se a primeggiare fosse stata “Dispari”, brano musicalmente più interessante, penso che sarebbe andata meglio. A sostegno di ciò “Dispari”, tra le due, è la traccia più ascoltata su Spotify: quasi 3 Mln di ascolti contro i 2.489.000 Mln di “Vorrei”; per carità, un risultato niente male in entrambi i casi. Anzi, uno dei risultati migliori. Eppure, discograficamente, i Marta sono fermi dal 2016. Sorprendente.