Sanremo 2018: le pagelle della quarta serata
I voti a tutte le esibizioni della quarta serata del Festival
GIOVANI
Leonardo Monteiro – “Bianca”
Voce notevole che, in questa occasione, è riuscita a trovare la sua giusta misura partendo delicata, estremamente melodica, delicata, perfettamente sinuosa e avvolgente nel suo condursi verso un inciso tradizionalmente sanremese ma che si fa cantare con piacevolezza. Il brano non è poi così speciale e interessante e passa letteralmente in secondo piano rispetto alla vocalità ben più piacevole. VOTO: 5.5
- Mirkoeilcane – “Stiamo tutti bene”

- Alice Caioli – “Specchi rotti”
Brano estremamente struggente nella sua scrittura e nella sua interpretazione sentita, vissuta e personale. Bella scrittura che sa dare comunque orecchiabilità ad un brano dal non facile messaggio e tema. VOTO: 6-
- Ultimo – “Il ballo delle incertezze”

- Giulia Casieri – “Come stai”
Bella e brava per una canzone, però, fin troppo sempliciotta e incapace di arrivare al centro del discorso. Canta e si destreggia bene sul palco e tra le note ma aveva bisogno di qualcosa di decisamente più incisivo per sperare di superare almeno i 5 giorni sanremesi. VOTO: 5/6
- Mudimbi – “Il mago”

- Eva – “Cosa ti salverà”
Una Eva di rossa vestita si conferma capace di proporsi pop, sanremese e delicata in contrasto con il suo aspetto esteriore e con la sua voce rotta dal timbro graffiato e sabbioso. Il brano è, forse, il più classico del lotto, il più capace di esaltare l’orchestrazione tipicamente sanremese e il popolarmente canticchiabile. Vedremo come andrà fuori dall’Ariston. VOTO: 7
- Lorenzo Baglioni – “Il congiuntivo”
Il ragazzo ha dimostrato nel corso di queste serate (e non solo) di saperci fare parecchio sul palco proponendosi in una veste completa e associando al messaggio del proprio brano pop-didattico”, come ama definirlo, anche una piccola e simpatica coreografia che movimenta e alleggerisce il “pesante” palco dell’Ariston. Simpatico, ironico e, perchè no, utile. VOTO: 6.5
BIG:
- Renzo Rubino con Serena Rossi – “Custodire”
Versione ancora più delicata e orchestrale dell’originale basandosi quasi esclusivamente su pianoforte e archi. Renzo Rubino da al proprio brano quell’interpretazione di cui necessita e la brava Serena Rossi da quella teatralità che ben viene accolta dal pezzo. Voce notevole e bella figura assicurata per una ragazza tutto-fare capace di migliorare il brano originale. VOTO: 7
- Le Vibrazioni con Skin – “Così sbagliato”

- Noemi con Paola Turci – “Non smettere mai di cercarmi”
Versione più acustica e orchestrale nella sua apertura con Noemi al piano e Paola alla chitarra ben integrate con la prima più energica e graffiante, la seconda più profonda e riflessiva. Il mix è sufficientemente interessante anche se il brano continua a porre in evidenza la rossa rispetto alla bruna leggermente oscurata e passata inosservata. VOTO: 6.5
- Mario Biondi con Ana Carolina e Daniel Jobim – “Rivederti”

- Annalisa con Michele Bravi – “Il mondo prima di te”
Michele entra perfettamente nel brano della giovane savonese lanciata verso zone importanti della classifica finale. Bravi sposa perfettamente il mood sonoro delle strofe nobilitando parecchio la resa su quelle note basse e delicate più adatte a lui che alla vocalità limpida e potente della bella Nali che si destreggia, invece, meglio sull’inciso dove sovrasta senza troppa fatica la voce dell’artista umbro. Una bella fusione. VOTO: 8
- Lo Stato Sociale con Paolo Rossi e il Piccolo Coro dell’Antoniano – “Una vita in vacanza”

- Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”
Si aggiunge poco o niente alla versione originale del brano presentata da Gazzè nel corso delle precedenti serate. Avere due tra i più grandi musicisti in circolazione sul palco è sicuramente un ottimo punto a favore ma a livello di suono l’orchestra del Fesyival è più che preparata e capace di supportare la resa. Alla fine dei conti, niente di diverso. VOTO: 5
- The Kolors con Tullio De Piscopo e Enrico Nigiotti – “Frida (Mai, Mai, Mai)”

- Ornella Vanoni-Bungaro-Pacifico con Alessandro Preziosi – “Imparare ad amarsi”
Ornella is the queen. Lo si era capito fin dalla prima serata e anche con Alessandro Preziosi lo dimostra. Se Bungaro e Pacifico dopo essersi relegati al ruolo di semplici accompagnatori di sua maestà nelle prime esibizioni ora scompaiono letteralmente, il bell’Alessandro Preziosi, che qui porta un po’ della sua teatralità, alla fine s’inchina davanti a sua grazia e l’accompagna lungo la sua passerella come un bravo gigolò fa con la propria “datata” cliente. Alla fine vince lei e noi le siamo grati. VOTO: 7.5
- Diodato e Roy Paci con Ghemon – “Adesso”

- Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Giusy Ferreri – “Il segreto del tempo”

- Enzo Avitabile e Peppe Servillo con Daby Touré e gli Avion Travel – “Il coraggio di ogni giorno”

- Ermal Meta e Fabrizio Moro con Simone Cristicchi – “Non mi avete fatto niente”
Cristicchi porta la sua profondità, il suo gusto per il teatro ed il recitato, la sua vocalità intensa e cupa che ben si adatta al tema del brano che diventa meno energico ma più riflessivo e azzeccato rispetto al messaggio che comunica e che vuole lasciare. I due, intanto, volano dritti dritti verso la vittoria finale come da pronostico e non aspettano altro che alzare il leoncino d’oro. VOTO: 7+
- Giovanni Caccamo con Arisa – “Eterno”

- Ron con Alice – “Almeno pensami”
Finalmente il brano di Lucio Dalla risplende davvero. Alice da volume e dinamica ad un’interpretazione troppo piatta di Ron che, finora, si era limitato al compitino non cogliendo al balzo le possibilità che gli si erano presentate davanti e sparendo nella penombra di questo Festival che avrebbe potuto davvero essere il suo. Un’incontro di voci perfetto. VOTO: 8
- Red Canzian con Marco Masini – “Ognuno ha il suo racconto”

- Decibel con Midge Ure – “Lettera dal Duca”
Ospite internazionale di gran caratura proveniente da Glasgow ma del tutto inadatto, purtroppo, a questo brano a cui, in questo nuovo arrangiamento, viene tolto anche quel piccolissimo ricordo sonoro del mondo di David Bowie. Canzone che non brilla e duetto che francamente la oscura ancor di più. VOTO: 4.5
- Luca Barbarossa con Anna Foglietta – “Passame er sale”

- Nina Zilli con Sergio Cammariere – “Senza appartenere”
Per cantare di donne Nina sceglie un uomo che con il proprio pianoforte ha dimostrato di saper creare magie come quella che riesce a compiere anche in questa occasione restituendo alla bella cantautrice piacentina la propria libertà espressiva. Esce finalmente il soul e il gorgheggio dalla voce di Nina che così ha la possibilità di giocare trasformando il brano in una forma migliore. VOTO: 8-
- Elio e le storie tese con Neri per Caso – “Arrivedorci”













