domenica 15 Dicembre 2024

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SUGGERITI

Sanremo 2018: le pagelle della quarta serata

I voti a tutte le esibizioni della quarta serata del Festival

GIOVANI

  • Leonardo Monteiro – “Bianca”

Voce notevole che, in questa occasione, è riuscita a trovare la sua giusta misura partendo delicata, estremamente melodica, delicata, perfettamente sinuosa e avvolgente nel suo condursi verso un inciso tradizionalmente sanremese ma che si fa cantare con piacevolezza. Il brano non è poi così speciale e interessante e passa letteralmente in secondo piano rispetto alla vocalità ben più piacevole. VOTO: 5.5

  • Mirkoeilcane – “Stiamo tutti bene”

Meritatissimo Premio della Critica Mia Martini per il brano dal testo sicuramente più bello in assoluto in tutta la kermesse. Mirko s’inserisce con consapevolezza e maestria nella tradizione dei brani parlati al Festival e porta a casa un ottimo risultato per una canzone-non canzone. Un cantastorie d’altri tempi capace di far riflettere e far pensare. VOTO: 7.5

  • Alice Caioli – “Specchi rotti”

Brano estremamente struggente nella sua scrittura e nella sua interpretazione sentita, vissuta e personale. Bella scrittura che sa dare comunque orecchiabilità ad un brano dal non facile messaggio e tema. VOTO: 6-

  • Ultimo – “Il ballo delle incertezze”

E’ il giusto e legittimo vincitore di questa categoria davvero agguerrita di belle proposte. Intimo, riflessivo e profondo in un testo incentrato contemporaneamente su di sè e sugli altri. Voce sicura, precisa ed espressiva; scrittura matura e talentuosa; faccia giusta ed interpretazione (anche mimica) perfetta. Il pubblico già lo acclama e non sempre accade con le Nuove Proposte ultimamente: potrebbe essere una buonissima realtà del domani oltre che dell’oggi. VOTO: 8.5

  • Giulia Casieri – “Come stai”

Bella e brava per una canzone, però, fin troppo sempliciotta e incapace di arrivare al centro del discorso. Canta e si destreggia bene sul palco e tra le note ma aveva bisogno di qualcosa di decisamente più incisivo per sperare di superare almeno i 5 giorni sanremesi. VOTO: 5/6

  • Mudimbi – “Il mago”

Leggero, spensierato e, soprattutto, capace di trascinare con il suo ritmo e la propria positività anche l’imbalsamato pubblico dell’Ariston. Il suo brano è perfetto per l’alta rotazione radiofonica e per farsi canticchiare a tutto fiato in macchina con i finestrini abbassati coniugando il linguaggio musicale contemporaneo del rap e il canto più tradizionale. VOTO: 7+

  • Eva – “Cosa ti salverà”

Una Eva di rossa vestita si conferma capace di proporsi pop, sanremese e delicata in contrasto con il suo aspetto esteriore e con la sua voce rotta dal timbro graffiato e sabbioso. Il brano è, forse, il più classico del lotto, il più capace di esaltare l’orchestrazione tipicamente sanremese e il popolarmente canticchiabile. Vedremo come andrà fuori dall’Ariston. VOTO: 7

  • Lorenzo Baglioni – “Il congiuntivo”

Il ragazzo ha dimostrato nel corso di queste serate (e non solo) di saperci fare parecchio sul palco proponendosi in una veste completa e associando al messaggio del proprio brano pop-didattico”, come ama definirlo, anche una piccola e simpatica coreografia che movimenta e alleggerisce il “pesante” palco dell’Ariston. Simpatico, ironico e, perchè no, utile. VOTO: 6.5

BIG:

  • Renzo Rubino con Serena Rossi – “Custodire”

Versione ancora più delicata e orchestrale dell’originale basandosi quasi esclusivamente su pianoforte e archi. Renzo Rubino da al proprio brano quell’interpretazione di cui necessita e la brava Serena Rossi da quella teatralità che ben viene accolta dal pezzo. Voce notevole e bella figura assicurata per una ragazza tutto-fare capace di migliorare il brano originale. VOTO: 7

  • Le Vibrazioni con Skin – “Così sbagliato”

Versione bilingue con Skin degli Skunk Anansie che si ritaglia qualche verso in un inglese che si capisce ben poco. Nel ritornello, poi, le due voci si sovrappongono con l’ospite che si destreggia in controcori che danno volume e potenza migliorando il risultato finale e lanciando una bomba a mano d’energia sul brano. Bella unione di due voci rock con una Skin sempre estremamente brava. VOTO: 7.5

  • Noemi con Paola Turci – “Non smettere mai di cercarmi”

Versione più acustica e orchestrale nella sua apertura con Noemi al piano e Paola alla chitarra ben integrate con la prima più energica e graffiante, la seconda più profonda e riflessiva. Il mix è sufficientemente interessante anche se il brano continua a porre in evidenza la rossa rispetto alla bruna leggermente oscurata e passata inosservata. VOTO: 6.5

  • Mario Biondi con Ana Carolina e Daniel Jobim – “Rivederti”

Versione internazionale per il brano “nazionale” di Mario Biondi. In parte tradotto in portoghese, in parte mantenuto in italiano, il brano, però, perde quella sua magia che finora dava la sola voce profonda del grande cantautore siciliano che, per lasciar spazio alla sua ospite brasiliana, rompe con periodicità quell’atmosfera sospesa e senza tempo che solo lui sa creare dando, invece, libero spazio alla debolezza del brano. VOTO: 5

  • Annalisa con Michele Bravi – “Il mondo prima di te”

Michele entra perfettamente nel brano della giovane savonese lanciata verso zone importanti della classifica finale. Bravi sposa perfettamente il mood sonoro delle strofe nobilitando parecchio la resa su quelle note basse e delicate più adatte a lui che alla vocalità limpida e potente della bella Nali che si destreggia, invece, meglio sull’inciso dove sovrasta senza troppa fatica la voce dell’artista umbro. Una bella fusione. VOTO: 8

  • Lo Stato Sociale con Paolo Rossi e il Piccolo Coro dell’Antoniano – “Una vita in vacanza”

Simpatica rivisitazione per il brano che risulta essere già il più venduto e il più trasmesso in radio. La presenza di Paolo Rossi aggiunge un’ulteriore elemento “comico” creando una sorta di forma dialogica interrotta dall’inciso cantato dal Coro dell’Antoniano. Inutile dire che è questo il tormentone dell’edizione ma, sarà abbastanza? Ieri sera zona gialla… ma forse con qualche stonatura in meno potrebbero anche farcela a centrare il podio a sorpresa VOTO: 7

  • Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”

Si aggiunge poco o niente alla versione originale del brano presentata da Gazzè nel corso delle precedenti serate. Avere due tra i più grandi musicisti in circolazione sul palco è sicuramente un ottimo punto a favore ma a livello di suono l’orchestra del Fesyival è più che preparata e capace di supportare la resa. Alla fine dei conti, niente di diverso. VOTO: 5

  • The Kolors con Tullio De Piscopo e Enrico Nigiotti – “Frida (Mai, Mai, Mai)”

La batteria di Tullio de Piscopo da effettivamente una veste ritmica rinnovata al brano della giovane band partenopea che con Sanremo sta tornando alla ribalta. Si accentuano così gli accenti ritmici del pezzo ma gli ospiti non scolorano nè evidenziano il risultato finale del ecantato che rimane totalmente a discrezione del “ciuffato” Stash. Anche qui, poche novità rispetto a quanto ascoltato nel corso delle serate precedenti. VOTO: 6

  • Ornella Vanoni-Bungaro-Pacifico con Alessandro Preziosi – “Imparare ad amarsi”

Ornella is the queen. Lo si era capito fin dalla prima serata e anche con Alessandro Preziosi lo dimostra. Se Bungaro e Pacifico dopo essersi relegati al ruolo di semplici accompagnatori di sua maestà nelle prime esibizioni ora scompaiono letteralmente, il bell’Alessandro Preziosi, che qui porta un po’ della sua teatralità, alla fine s’inchina davanti a sua grazia e l’accompagna lungo la sua passerella come un bravo gigolò fa con la propria “datata” cliente. Alla fine vince lei e noi le siamo grati. VOTO: 7.5

  • Diodato e Roy Paci con Ghemon – “Adesso”

Diodato e Roy Paci dopo aver azzeccato il pezzo giusto per il palco dell’Ariston ed essersi dimostrati capaci di crescere sera dopo sera convincendo critica e pubblico azzeccano anche la scelta dell’ospite adottando le barre convinte e contemporanee di Ghemon che, come in un perfetto compromesso, si dona anche alla melodicità del brano e della tromba del maestro partenopeo. Una bella unione inaspettata. VOTO: 7/8

  • Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Giusy Ferreri – “Il segreto del tempo”

Il povero Fachinetti non ce la fa più e, purtroppo per noi si vede (e si sente): sbraita dall’inizio alla fine e accentua quel suo fastidioso e caratteristico modo di aprire le vocali sperando che l’anziano e tradizionalista pubblico di Rai 1 si ricordi delle canzoni che furono. Fogli fa quello che può per arginare i danni e Giusy Ferreri non sa da che parte guardare. Alla fine esce una cozzaglia senza fine dove ognuno ha poco a che vedere con l’altro. Alla fine basterebbe abbassare la tonalità forse… VOTO: 4

  • Enzo Avitabile e Peppe Servillo con Daby Touré e gli Avion Travel – “Il coraggio di ogni giorno”

Anche qui il risultato di questa rivisitazione cambia veramente poco rispetto alla versione originale del pezzo ed il maestro Enzo Avitabile si conferma l’unico, legittimo e realmente coinvolto interprete per questo brano e per queste parole da lui davvero sentite, vissute ed interiorizzate. Il resto centra poco e sussiste soltanto per far numero. VOTO: 6

  • Ermal Meta e Fabrizio Moro con Simone Cristicchi – “Non mi avete fatto niente”

Cristicchi porta la sua profondità, il suo gusto per il teatro ed il recitato, la sua vocalità intensa e cupa che ben si adatta al tema del brano che diventa meno energico ma più riflessivo e azzeccato rispetto al messaggio che comunica e che vuole lasciare. I due, intanto, volano dritti dritti verso la vittoria finale come da pronostico e non aspettano altro che alzare il leoncino d’oro. VOTO: 7+

  • Giovanni Caccamo con Arisa – “Eterno”

Arisa riesce nuovamente in un’impresa colossale ma, d’altronde, fin dall’annuncio degli ospiti duettanti ne eravamo certi. Caccamo non stona e la “nuova” (nel look) Rosalba da al brano quell’etereità di cui ha bisogno risaltandone l’interpretazione. Improvvisamente diventa anche una bella canzone e si dimostra quell’ipotesi che vede nel cantautore siciliano un brano paroliere e compositore ma un cantante non di certo indimenticabile. VOTO: 7.5

  • Ron con Alice – “Almeno pensami”

Finalmente il brano di Lucio Dalla risplende davvero. Alice da volume e dinamica ad un’interpretazione troppo piatta di Ron che, finora, si era limitato al compitino non cogliendo al balzo le possibilità che gli si erano presentate davanti e sparendo nella penombra di questo Festival che avrebbe potuto davvero essere il suo. Un’incontro di voci perfetto. VOTO: 8

  • Red Canzian con Marco Masini – “Ognuno ha il suo racconto”

Parte lentissima che quasi pare un’altro brano e tutti in Sala Stampa sono già pronti ad assalire Masini per questo scempio anti-ritmico poi, per fortuna, Canzian ci mette del suo e torna a far esplodere il pezzo grazie al suo ritmo rock energico e danzereccio. Partono i cori, i contro-cori e i trenini (del trash) sono pronti a fare “ciuf-ciuf”. Alla fine è una vittoria anche questa. VOTO: 6/7

  • Decibel con Midge Ure – “Lettera dal Duca”

Ospite internazionale di gran caratura proveniente da Glasgow ma del tutto inadatto, purtroppo, a questo brano a cui, in questo nuovo arrangiamento, viene tolto anche quel piccolissimo ricordo sonoro del mondo di David Bowie. Canzone che non brilla e duetto che francamente la oscura ancor di più. VOTO: 4.5

  • Luca Barbarossa con Anna Foglietta – “Passame er sale”

L’intervento della brava ed espressiva attrice romana dona alla canzone in dialetto di Barbarossa quell’aspetto dialogico e di reciproco scambio che, forse, il brano necessitava per essere più coerente ed interessante anche dal punto di vista espositivo. Ne esce una rivisitazione più accogliente, morbida e narrativa da cui la canzone trae inevitabile beneficio pur rimanendo destinata a pochi. VOTO: 6-

  • Nina Zilli con Sergio Cammariere – “Senza appartenere”

Per cantare di donne Nina sceglie un uomo che con il proprio pianoforte ha dimostrato di saper creare magie come quella che riesce a compiere anche in questa occasione restituendo alla bella cantautrice piacentina la propria libertà espressiva. Esce finalmente il soul e il gorgheggio dalla voce di Nina che così ha la possibilità di giocare trasformando il brano in una forma migliore. VOTO: 8-

  • Elio e le storie tese con Neri per Caso – “Arrivedorci”

Nemmeno i “resuscitati” Neri per Caso riescono a tirare fuori Elio dalla crisi su cui ormai riversa da 4 giorni a causa di questo brano davvero indegno di essere la chiusura di una carriera densa di soddisfazioni frutto di vere e proprie genialate. Ormai è finita, dispiace solo che questo pezzo davvero sia l’atto finale e non ne costituisca l’apice auspicato. VOTO: 4

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.