giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 2020: come è andata a due mesi dalla fine

Facciamo parlare i numeri dell’ultimo Festival

A distanza di due mesi esatti dalla giorno dopo la fine del Festival di Sanremo 2020 andiamo a vedere come le canzoni della kermesse ligure condotta da Amadeus siano riuscite a cavarsela in classifica pur dovendo fare i conti con un’edizione al di sotto degli standard dell’ultimo anno a livello di numeri di copie vendute (lo avevamo detto da subito qui) e con l’emergenza del Corona Virus che sta annullando instore tour, promozioni radio televisive e pubblicazioni di nuovi album e singoli collegati.

Diodato – Fai rumore

Non è mai stato un grande protagonista delle classifiche musicali eppure la sua vittoria lo consacra anche nelle vendite e nella popolarità mediatica. In radio funziona per diverse settimane anche se ora si è avviato verso una discesa che potrebbe essere definitiva per questo singolo e (probabilmente) anche per l’intero progetto discografico. L’album va così così vendendo una cifra intorno a 10.000 copie: troppe poche per considerarlo un successo. Tra i singoli, però, va meglio ed ottiene un disco di platino (70.000 copie) difficili da prevedere per lui che così ottiene la sua prima certificazione ufficiale in carriera.

Fracesco Gabbami – Viceversa

Funziona anche se con una ballata. Funziona all’Ariston sfiorando un’ennesima vittoria e funziona persino in radio dove per settimane si è attestato sul podio dei più trasmessi. Il disco di platino è ad un passo per il singolo (per ora è ancora disco d’oro con oltre 35.000 copie vendute). Il disco, però, fatica ad ingranare ed è ancora sotto alle 10.000 copie vendute. Se, poi, consideriamo i numeri di cui Gabbani è stato capace in passato… un piccolo arresto ben mascherato.

Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr

Sono la scommessa vinta di questo Festival a cui arrivavano da realtà poco nota al grande pubblico del mainstream ma con un zoccolo duro di affezionati soprattutto nel mondo indipendente che ben rappresentano. La canzone ha convinto e funzionato (disco di platino per oltre 70.000 copie) anche se ha dovuto pagare lo scotto di essere l’ennesimo tormentone leggero che si è provato a lanciare dall’Ariston: l’hanno già fatta altri quella strategia. In radio comunque funzionano e la ristampa del loro album è già disco d’oro (25.000 copie vendute).

Le Vibrazioni – Dov’è

Sembrava poter essere il Festival della grande rinascita de Le Vibrazioni eppure la band di Francesco Sarcina non arriva sul podio della gara ma, soprattutto, non fa sfracelli nemmeno fuori dal Teatro Ariston. In radio se la cavano ma niente di migliore dei loro abituali standard, il singolo non vola nemmeno nelle vendite: la canzone è attualmente vicino a quota 25.000 copie che non sono poche ma nemmeno tantissime. Dell’album non c’è traccia per cui una prestazione così così viste le premesse.

Piero Pelù – Gigante

Va ammesso: non sono molti gli artisti della fama di Piero Pelù che avrebbero accettato la sfida del debutto al Festival con quella storia alle spalle e con il rischio che comportava perchè a volte è meglio consolarsi nella memoria di una gloria andata che rovinarsi con le proprie mani. Lui ci è andato ed ha vinto la propria gara perchè in radio funziona come non funzionava da anni e persino le vendite sono nettamente al di sopra delle sue ultime prestazioni. Insomma, un successo.

Tosca – Ho amato tutto

La classe non paga quando si parla di classifiche di vendite. O almeno, lo fa assai raramente e questo non è il caso. Tosca fatica in radio con una canzone che, per ovvie ragioni, non si adatta alle esigenze radiofoniche ma non raccoglie consensi maggiori nemmeno tra il popolo digitale dell’acquisto del pezzo o della nuova versione del suo ultimo album che risulta essere tra i progetti non pervenuti a ben guardare le classifiche ufficiali rilasciate dagli organi competenti in queste settimane. Le rimane l’onore dell’interprete raffinata riconosciutole dagli addetti ai lavori.

Elodie – Andromeda

Vince su tutta la linea perchè ad ora è l’artista che può vantare il maggior numero di passaggi radiofonici in assoluto in questi primi due mesi con il suo pezzo. Ha incassato un disco d’oro (35.000 copie vendute) che presto, c’è da scommetterci, diventerà anche di platino e detiene il progetto discografico sanremese che, ad oggi, secondo le stime di vendita ufficiali risulta essere il più venduto in assoluto. Parliamo pur sempre di più o meno 13.000 copie che sono un nulla ma la colpa non è solo sua: evidentemente da Sanremo non si lanciano più i dischi…

Achille Lauro – Me ne frego

Piaccia o no Achille Lauro anche quest’anno è riuscito a conquistare tutta la scena sanremese con le sue performance e con il suo brano che, seppur meno forte di quello dell’anno precedente, si è comportato davvero bene nella rotazione radiofonica nazionale e, di conseguenza, anche nelle vendite digitali con un disco d’oro già bello incassato per le oltre 35.000 copie vendute finora. In attesa dell’album che presto lancerà per Achille questa è l’ennesima conferma di essere sulla cresta dell’onda e di poterci rimanere se saprà ben gestire la propria proposta.

Irene Grandi – Finalmente io

Se sei Irene Grandi, non torni a Sanremo da cinque anni e ci arrivi con un pezzo firmato da Vasco Rossi non hai scuse per non riuscire a funzionare davvero. Eppure la cantautrice toscana conferma il suo stato di crisi musicale e discografica: in radio viene accolta timidamente e senza troppo entusiasmo ricalcando anche i dati delle vendite che per la canzone sono timide mentre, invece, per l’album sono addirittura imbarazzanti da quanto basse si siano rivelate essere.

Rancore – Eden

In pochissimi lo conoscevano davvero prima di questa sua esperienza in solitaria sul palco dell’Ariston ed il fatto di essere riuscito a farsi notare è già un grandissiom risultato a cui si somma il fatto di essere il miglior piazzato tra i “rapper” dell’anno. In radio la sua proposta funziona e piace anche grazie alla produzione furba e riuscitissima di Dario “Dardust” Faini che del mestiere se ne intende. Anche le vendite sono discrete e degne della sua performace da cui si potrebbe partire per costruire passo passo altre cose degne del pubblico più mainstream.

Raphael Gualazzi – Carioca

Male la sua performance perchè è un cavallo di razza e può puntare sulla potenza di fuoco di un’etichetta discografica che crede molto in lui e che da sempre si è dimostrata capace di far affermare i propri prodotti. In radio, malgrado il sound accattivante, praticamente non s’è sentito e nelle vendite si può dire lo stesso, o poco meglio. Peccato perchè il brano poteva essere quello giusto per riuscire a conquistare i gusti più freschi e frizzantini con una hit facile da fischiettare.

Levante – Tikibombom

Arriva bassa in classifica al Festival eppure poi convince tutti. Le radio la adorano e per quattro settimane la incoronano come la più suonata ad assoluto a due mesi di distanza dalla pubblicazione del brano. Ne beneficiano ovviamente le vendite con il singolo che ha già raggiunto il disco d’oro per le oltre 35.000 copie vendute e l’album che a piccoli passi si avvicina ad egual risultato riprendendosi dopo l’andamento non esattamente in linea delle attese nei primi mesi della sua originaria pubblicazione.

Anastasio – Rosso di rabbia

Male perchè se sei il vincitore di X-Factor e lo sei stato a furor di popolo tutti si aspettano da te come minimo una hit che possa eguagliare i risultati del tuo famoso primo inedito. Ed, invece, il pezzo non va oltre un consenso timido da parte del suo zoccolo di fan che, però, non riescono a spingerlo più di tanto. In radio, poi, non funziona per nulla e la parabola in discesa della sua carriera sembra già scritta a meno che non torni a scrivere cose davvero degne di nota secondo il suo stile.

Alberto Urso – Il sole ad est

Non ci si spiega come il secondo classificato al televoto possa andare, poi, così male nelle vendite di quello stesso brano che la gente ha votato. Il tenore gode di una potenza di fuoco al televoto ma, poi, quella stessa gente non si compra la sua musica quando davvero dovrebbe sostenere la proposta musicale ed artistica del proprio idolo. Il singolo non convince le radio (ma questo c’era da aspettarselo visto il genere) ma nemmeno le classifiche esattamente come l’album.

Marco Masini – Il confronto

Ci si aspetta sempre tanto da un big della canzone italiana come Marco Masini eppure questa canzone non era tra le sue cose più belle (anche se migliore dell’ultima portata a Sanremo tre anni fa). In radio non brilla, anzi, però nelle vendite si difende dall’alto del suo nome poco friendly allo streaming e al digital download. La miglior prestazione è quella dell’album che comunque per qualche settimana si fa notare grazie soprattutto ai numerosi ospiti che vi hanno partecipato.

Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso

Difficile interpretare lo scopo di Paolo Jannacci in questo Festival perchè è chiaro che qualunque esso fosse non abbia raccolto tutti questi risultati. Le vendite della canzone hanno faticato parecchio mentre, invece, quelle dell’album sono state nettamente irrisorie. In radio è naturale che una proposta sofisticata, elegante e composta come la sua possa far fatica ad affermarsi e a funzionare davvero in questo momento storico e con i criteri che la rotazione ormai applica.

Rita Pavone – Niente (resilienza 74)

Una signora che ci riprova dopo tanti anni dal proprio apice di consenso e di apprezzamento musicale. Ricorda tanto il tentativo riuscito di Loredana Bertè che, però, poteva contare su di un brano più incisivo e su di un sostrato di popolarità mediatica ricostruita con pazienza e dedizione negli anni precedenti. In radio non vince però le vendite del singolo, pur rimanendo in numeri piuttosto bassi, le riconoscono un qualche merito d’audacia e non la condannano come avrebbero potuto fare per tanti suoi coetanei.

Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango

Uno degli autori e delle voci che hanno fatto la storia del Festival di Sanremo. Ha provato a cambiare sè stesso per restituire un’immagine nuova  e rinfrescata della propria musica eppure le radio non lo hanno nemmeno preso in considerazione come tante altre volte nel corso della sua carriera. Tra le vendite il singolo fatica e non poco facendo peggio persino di quasi tutti i giovani in gara tra le Nuove Proposte. Non esattamente il suo Festival visto i riconoscimenti.

Enrico Nigiotti – Baciami adesso

Fa male a Sanremo dove le aspettative su di lui erano davvero alte. Si riprende, però, nel dopo e malgrado le radio non sposino la sua proposta musicale riesce, pian piano, a conquistare il cuore di chi ama la sua musica e da sempre vi si riconosce. L’album va male su tutta la linea però è anche vero che la sua strategia promozionale prevedeva una presenza assidua ad ‘Amici Big’ che probabilmente ne avrebbe risollevato nettamente le sorti facilitandone la risalita nelle vendite proprio come ha fatto per il singolo.

Giordana Angi – Come mia madre

E’, forse, tra quelle che ha deluso più di tutte con un brano nettamente al di sotto delle aspettative e delle attese che tutti si erano fatti su di lei e sulla sua musica. La canzone va malissimo sia in radio che nelle vendite digitali condannando anche le sorti di un bel disco che poteva avere dal Festival quell’opportunità di farsi vedere e conoscere nel tempo che indubbiamente tante canzoni che contiene meritavano di avere. Un peccato perchè poteva e sapeva fare di meglio.

Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare)

E’ andata male al Festival ma poi fuori è diventata l’idolo dei giovanissimi che hanno amato alla follia questa sua proposta musicale fresca, dinamica ed estremamente radiofinca. E’ già disco d’oro per le oltre 35.000 copie vendute e presto sarà di platino. L’album ha raggiunto le 25.000 copie con la ristampa fermando la propria corsa solo a causa degli annullamenti degli instore. Le radio non l’hanno amata troppo ma, tutto sommato, non ne ha avuto il bisogno di altri suoi colleghi.

Junior Cally – No grazie

Diventato il caso di questo pre-Festival ha poi fatto un buco nell’acqua nel post-Festival mettendo in campo usa serie di prestazioni tutte sottotono. Male in radio (era già scritto considerando la proposta) ma niente di sensazionale neppure sul piano delle vendite digitali pur contando su di un pubblico giovane ed anticonformista. Neppure l’album ha convinto obbligandosi a un andamento in classifica piuttosto magro e sottotono rispetto ai suoi standard abituali.

Riki – Lo sappiamo entrambi

L’idolo delle ragazzine fino a qualche stagione fa questa volta ha dovuto fare i conti con un flop che in pochi si sarebbero potuti aspettare tenendo in considerazione i suoi risultati di debutto. Il tempo, però, è passato e la scelta di abbandonare l’Italia per un’avventura rischiosa (e non così proficua) in Sud America ha davvero fatto più danni che benefici. Non funziona in radio e nemmeno nelle vendite digitali da cui sparisce in pochissimo tempo dopo il debutto in vetta. Vedremo con l’uscita dell’album…

Bugo e Morgan – Sincero

Per assurdo vincono la sfida andando anche oltre il gossip che è indiscutibile che abbia aiutato la loro proposta musicale. Ancora oggi sono ancora presenti nelle classifiche della rotazione radiofonica nazionale e delle vendite digitali legate alla canzone. L’album di Bugo, invece, non è esattamente tra i più apprezzati ma è indubbio che abbia raccolto più consensi di quelli che avrebbe avuto se non si fosse creato tutto questo caso del “Dov’è Bugo?”.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.