Precedenti al Festival, giudizi della stampa, quote dei bookmakers, album, tracklist, autori e testo del brano
PARTECIPAZIONI A SANREMO:
Prima partecipazione in assoluto al Festival di Sanremo per Fedez che, finora, aveva sempre evitato un confronto diretto con la kermesse canora ligure. Nel corso della sua decennale carriera il rapper lombardo non era mai stato nè in gara nè ospite sul palco dell’Ariston. Un’unica eccezione avvenne nel 2015 quando fu tra gli autori del brano ‘Siamo uguali’ portato in gara da Lorenzo Fragola, artista che lui stesso aveva “scoperto” e lanciato pochi mesi prima ad X-Factor.
IL BRANO:
Per la sua prima partecipazione alla kermesse ligure Fedez ha scelto di puntare in un duetto con Francesca Michielin che a Sanremo, invece, fa ritorno dopo l’esordio del 2016. Anche per la coppia in qualche modo si può parlare di ritorno viste le due precedenti collaborazioni di successo che li hanno visti coinvolti insieme in una stessa canzone (“Cigno nero” e “Magnifico”). Per questa loro avventura sanremese hanno scelto il brano Chiamami per nome.
COME NE PARLA LA STAMPA:
“Cerchiamo la nostra identità. Un bel duetto, collaudato, senza sorprese. “Chiamami per nome/Perché in fondo qui sull’erba siamo mille, mille”: 6,5” [Gabriella Mancini, Gazzetta]
“I dieci secondi di ascolto sui social, già noti a tutti gli utenti della Rete (rimarcati ad arte da Fiorello) della premiata ditta Fedez-Michielin forse bastano e avanzano… Non c’è nessun grado di separazione tra il repertorio dell’una e dell’altro, e servirà la miglior strategia influencer della signora Fedez, Chiara Ferragni, per portare il duo sul podio. Mai dire mai, canta qualcuno dopo” [Massimiliano Castellani, Avvenire]
“«La grande storia banale, prima prosciughiamo il mare, e poi versiamo lacrime per poterlo ricolmare». EGOCENTRICA” [DomaniPress]
“Forse qualcosa non ha funzionato in questa unione, perché per scrivere il testo ci sono volute 6 persone, tra cui Mahmood. E visto che il risultato sono frasi in rima baciata tipo “le mie scuse erano mille, mille e nel cuore sento, spille spille”, oppure “in fondo qui sull’erba siamo mille, mille; sento tutto sulla pelle, pelle”, un dubbio mi viene. Poi oh: magari sono io che non colgo la poesia. Risentiamola sul palco e poi vediamo.” [Maria Elena Barnabi, Cosmopolitan]
“Esordio sanremese per lui, secondo Festival per lei, sono sulla carta i favoriti, anche se nei giorni scorsi hanno rischiato la squalifica per l’audio di un video postato da Fedez su Instagram, dove si sentivano 10 secondi del brano (firmato anche da Mahmood, Davide Simonetta, Alessandro Raina). Sul tema delle vicissitudini che le relazioni umane portano con loro, si parte con un incipit dalle atmosfere liquide ed echi di Francesca, Fedez si inserisce nel bridge e lascia poi alla partner l’onore di aprire l’emozionante ritornello; nella seconda parte arriva l’inversione, con la strofa in cui Federico molla il freno e si scatena a ritmo di rap. Funziona certamente, come un modellino studiato a tavolino, ma fino a un certo punto: i due insieme sembrano aver fatto di meglio in passato. Voto: 6 ½” [Andrea Grandi, Newsic.it]
“Un brano che piacerà a molti. Sorpresi? Non molto, se già a dicembre quando erano stati annunciati i nomi si vociferava che fossero loro i potenziali vincitori. Il pezzo è costruito bene, alla perfezione, per emozionare. E ci riesce, nessuna sorpresa.” [Silvia Danielli, Billboard]
“Voto 6. Vincitori annunciati. E’ bene che partono con l’idea che l’importante è partecipare. E se anche non è “magnifico” è un brano che scalerà le classifiche.” [Carmen Guadalaxara, Il Tempo]
“Nel settore ex talent rientra Francesca Michielin. Aveva illuso con Nessun grado di separazione, quando qualcuno aveva tirato in ballo paragoni con Florence and the Machine. Si rivela una Zelig senza personalità, una cantante in cerca di una spalla famosa sulla quale adagiarsi. Dai Maneskin a Fabri Fibra, da Brondi a Max Gazzè, da Takagi & Ketra a Coma_Cose. E adesso fa il bis con Fedez, l’uomo che macina milioni di like a ritmo di glamour e che ha portato il rap nel pop, altro tassello di un album di duetti che, nonostante i nomi di richiamo, non decolla. Come pure Chiamami per nome, la canzone con cui i due sono in gara e che inizia così: “Oggi ho una maglia che non mi dona / Corro nel parco della mia zona / Ma vorrei dirti non ho paura / Vivere un sogno porta fortuna”. Un duetto ruffiano, di maniera, in crescendo, d’effetto, con le voci che s’intrecciano, moderno nel contributo di Mahmood, fra gli autori del pezzo. Sono accreditati come vincitori, ma si sa: chi entra Papa all’Ariston esce cardinale… Voto: 6” [Giuseppe Attardi, Pickline]
“Vocalità e rap dialogano con una staffetta di generi. Una canzone moderna e contemporanea. “Le mie scuse erano mille,/ e nel cuore sento spille”. Il duo promette bene. Tra. le firme del pezzo compare Alessandro Mahmoud” [Rita Vecchio, Leggo]
“Nel 2014, Francesca Michielin esplode grazie a Fedez nel brano Magnifico. A distanza di 7 anni, la cantautrice ricambia il favore, presentandosi in gara insieme al rapper con Chiamami per nome. Un dialogo sentimentale a due, con Fedez in autotune, che racconta un sogno infranto di troppo” [Elsa Ungari, Io Donna]
“C’è anche Mahmood tra gli autori di testo e musica. E’ uno dei duetti più attesi, non deluderà gli amanti del genere. Forse, purtroppo, solo loro. Voto 7+” [Unione Sarda]
“Occorre scindere, mai come in questo caso, fra canzone e cantanti. Va detto, senza il rischio di risultare ipocriti, che con altri interpreti meno patinati questo brano sarebbe passato quasi inosservato, per lo meno al primo ascolto. Sette autori per il testo, tra cui Mahmood” [Christian Pradelli, Mitomorrow]
“Al primo ascolto non colpiscono i vincitori annunciati a scatola chiusa. Il pop-rap dei due è ben confezionato ma non decolla” [Claudia Fascia, La Sicilia]
“Sono lontani i tempi in cui Fedez rappava e la Michielin si inseriva con il refrain melodico. Adesso è un duetto alla pari, con raddoppi di parole fatti apposta per farsi ricordare. Le radio apprezzeranno, il pubblico tradizionale del Festival forse meno” [Tgcom24]
“VOTO 7. E’ un brano cinematografico, basta chiudere gli occhi e vedrete una bocca che convince e “un angelo custode sadico”. E’ un brano ecumenico, nel senso che piacerà a tutti.” [Fabrizio Basso, SkyTG24]
“7+. Parte Francesca con il suo stile inconfondibile (ormai il più imitato dalle giovanissime) e poi arriva Fedez su un testo non scontato (Ma la tua bocca mi convince un bacio alla volta come sassi contro le vetrine). Canzone d’amore atipica che potrebbe diventare un successo pop” [Paola Gallo, Ondefunky]
“Dominerà in radio, ma ci aspettavamo di più. O forse era il 20° ascolto e non ne potevamo più. “Le promesse erano mille/ Ma nel cuore sento spille”. Sono i trigliceridi alti, fidati. Voto: 5.5” [Fabrizio Biasin, Libero]
“Squadrone di autori: ben sei! Nulla a che vedere con “Magnifico” e “Cigno nero”, qui si cambia atmosfera per una ballatona d’amore diversa dalle due già citate. “Chiamami per nome solo quando avrò perso le parole” è lo snodo che trascina tutta la canzone per puntare sul ritornello. Giudizio: puntare al podio” [Andrea Conti, Il fatto quotidiano]
“Le voci dei due cantanti si intrecciano sin dall’inizio, giocano, si inseguono e si riprendono in un pezzo pop in cui il leggero rap di Fedez fa da bridge. “Chiamami per nome solo quando avrò perso le parole” sono i versi del ritornello, svelato dal video pubblicato per errore dal cantante milanese sui social” [Claudio Cabona, Rockol]
“Il duo che ci regalò “Magnifico” riconferma il suo fiuto in questa canzone piena di immagini romantiche quasi da film. Qui però Fedez non si limita a contrapporre il rap alla melodia di Francesca, ma la accompagna cantando. «Vivere un sogno porta fortuna» dice lei. I tuoi baci sono sassi sulle vetrine, risponde lui. Una rima, però, resterà subito nella memoria: «Le promesse erano mille, ma nel cuore sento spille». Il messaggio? Quando ci si trova davvero, le parole (e le promesse) perdono di significato” [Francesco Chignola, TV Sorrisi e Canzoni]
“L’attesa sulla coppia è senza dubbio enorme e Michielin e Fedez mettono giù un pezzo che in qualche modo prosegue la loro fortunata collaborazione, dividendosi perfettamente quello che sanno fare meglio, con Michielin che si porta sulle spalle la parte più pop, mentre Fedez riprende le ultime cose fatte, soprattutto nella parte rappata piena di autotune. A un primo ascolto manca forse un guizzo, ma sarà interessante vedere cosa sarà sul palco, il brano può solo crescere” [Francesco Raiola, Fanpage]
“canzone sui rapporti umani e sulle relazioni. La presenza dell’altro è ciò che basta per vivere. Cantano: “Chiamami per nome, perché in fondo qui sull’erba siamo in mille. Senti tutto sulla pelle, ma vedo solo te baby“. Breve intro musicale, poi alternanza Michielin – Fedez. Ritornello insieme. Musica morbida e avvolgente, con sonorità più fresche nelle parti di Fedez (si sente l’influenza di Mahmood) e autotune. Giudizio: canzone funzionale per puntare alla vittoria, ma spesso chi entra Papa a volte esce cardinale” [TVblog]
“4.5. Operazione architettata a tavolino per vincere: Franceschina ci mette la voce, Fedez i follower. Musicalmente parlando, stiamo parlando di una furbata pop con l’influencer prestato al rap che qua è là si mette addirittura alla prova con la melodia. «Chiamami per nome/ Perché in fondo qui sull’erba siamo mille». Rara collezione di ovvietà” [Francesco Prisco, Il Sole 24 ore]
VOTO MEDIO DELLA CRITICA:
6.2 / 10 (17° posizione generale)
QUOTE SNAI:
7.50 (2° posizione generale)
COVER PER LA 3° SERATA:
Del verde (Calcutta) e Le cose in comune (Daniele Silvestri)
IL NUOVO ALBUM:
Al momento non è prevista alcuna nuova pubblicazione discografica per il rapper che ha dichiarato di voler proseguire nella scelta di rilasciare, senza scadenze stabilite, dei singoli digitali a libera cadenza.
TESTO DEL BRANO:
CHIAMAMI PER NOME
di Fedez, Francesca Michielin, Dargen d’Amico, Davide Simonetta, Alessandro Raina, Mahmood – Davide Simonetta, Alessandro Raina, Mahmood
Edizioni Universal Music Publishing Ricordi/Music Union/Eclectic Music Group/Sony Music Publishing (Italy)/Giada Mesi/ZDF – Milano
Oggi ho una maglia che non mi dona
Corro nel parco della mia zona
Ma vorrei dirti non ho paura
Vivere un sogno porta fortuna
La tua rabbia non vince
Certi inizi non si meritano nemmeno una fine
Ma la tua bocca mi convince
Un bacio alla volta
Come sassi contro le vetrine
Le mie scuse erano mille, mille
E nel cuore sento, spille spille
Prova a toglierle tu baby
Tu baby
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo ti ho stupito arrivando qui da sola
Restando in piedi con un nodo alla gola
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille, mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
In ascensore spreco un segno della croce e quindi?
So bene come dare il peggio non darmi consigli
Cerco un veleno che non mi scenda mai
Ho un angelo custode sadico
Trovo una scusa ma che cosa cambierà?
La grande storia banale
Prima prosciughiamo il mare
Poi versiamo lacrime
Per poterlo ricolmare
Le promesse erano mille mille
Ma nel cuore sento spille spille
Prova a toglierle tu baby tu baby
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo ti ho stupito venendo qui da solo
Guidando al buio piango come uno scemo
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
Mi sembra di morire quando parli di me in un modo che odio
Aiutami a capire se alla fine di me vedi solo il buono
Sotto questo temporale
Piove sulla cattedrale
Rinunceremo all’oro
Scambiandolo per pane
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo
Ci ha stupiti finire qui da soli in questo posto
Ma se poi non mi trovi
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille, mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
Le promesse sono mille mille
Ma non serve siano mille
Ora che ho solo te baby
Te baby
Ilario Luisetto
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