martedì, Aprile 16, 2024

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Sanremo 2021, le pagelle della terza serata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della seconda serata del Festival di Sanremo 2021

E’ arrivato il momento anche per l’ormai celebre serata delle cover. Si alza nuovamente il sipario sul Festival di Sanremo 2021! In questa terza serata sentiremo le 26 cover scelte dagli artisti in gara con i loro rispettivi ospiti duettanti (qui la scaletta con l’ordine di uscita) e spezzeremo il ritmo della gara con tanti attesissimi ospiti (qui per scoprirli tutti). Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

  • Noemi con Neffa – Prima di andare via: entrambi completamente fuori tempo (probabile, a questo punto, un errore tecnico). Le due personalità musicali si amalgamo alla perfezione e ne esce una versione che, nonostante tutto, risalta alla grandissimo. Lui è un fuoriclasse indiscutibile, lei una vocalist pazzesca che qui esce fuori alla perfezione. VOTO: 7
  • Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci – Penso positivo: Fulminacci si concede una prova alla batteria in solitaria per aprire la sua esibizione poi si dota dell’accompagnamento ai fiati di Roy Paci che, effettivamente, da il suo guizzo al pezzo. Lundini, invece, si limita ai controcanti e a uno special parlato. Ne esce una buona versione, coinvolgente ed energica. VOTO: 8+
  • Francesco Renga con Casadilego – Una ragione di più: il brano è uno dei più belli della storia della musica italiana. Entrambi sono due delle voci più belle del nostro panorama musicale. Il risultato? Non potrebbe che essere strabiliante. E invece no. I due non si incrociano mai e se lei azzarda una modulazione eterea ed impalpabile, lui va di pancia graffiando qua e la con qualche zampata. Duetto mal assortito. VOTO: 5
  • Extraliscio feat. Davide Toffolo con Peter Pichler – Medley Rosamunda: l’omaggio alla grande Gabriella Ferri è un qualcosa che esalta i cuori dei nostalgici. Loro sono assoluti padroni della scena e mettono in mostra tutto il loro talento da musicisti. Non sbagliano sostanzialmente niente. Stasera non li si può non premiare per ricordare quelle feste in piazza che tanto ci mancano. VOTO: 7
  • Fasma con Nesli – La fine: questa è una gran canzone. L’ha resa grande Nesli e poi anche Tiziano Ferro. Stasera Fasma prova ad inserirsi in quello stesso solco. Mettendo da parte l’imbarazzante gestione tecnica di stasera (e non solo) l’esibizione, alla fine, se la portano a casa con dignità e coraggio. Certo, l’autotune di Fasma poco centra con l’intensità di Nesli e delle sue parole. Questa scelta esagerata di distorsione penalizza un po’ troppo il tutto. VOTO: 5.5
  • Bugo con i Pinguini Tattici Nucleari – Un’avventura: diciamocelo, aveva ragione Morgan: Bugo non sa cantare. Tantomeno le cover. Massacra Battisti come non dovrebbe essere nemmeno permesso. Spiace per i Pinguini Tattici Nucleari che si trovano coinvolti in questo quadretto ma questa è stata una delle cose più brutte di questo Festival. VOTO: 3
  • Francesca Michielin e Fedez – Medley Del verde / Le cose in comune / Felicità / Fiumi di parole: è sempre lei a condurre i giochi e a prendere le redini dell’esibizione. Fedez stavolta è più rilassato e questo lo rende, forse, più sicuro anche se comunque marginale. Ci finisce dentro un po’ di tutto e la cosa funziona meno di quello che avrebbe potuto realmente. VOTO: 5
  • Irama – Cyrano: Guccini lo introduce con un verso inedito. Irama mette in scena, poi, quello che da sempre è dichiaratamente uno dei suoi brani di riferimento. Il risultato è gradevole, ben cantato ed eseguito con sufficiente rispetto della versione originale. Certo, manca quella profondità determinata dall’esperienza di vita ma questo viene dopo. VOTO: 7+
  • Måneskin con Manuel Agnelli – Amandoti: il maestro ritrova gli allievi per una versione di un classico che parte lentissimo ed emozionale. L’evoluzione, poi, è tutta rock ed energia. Damiano e Manuel se la cantano di santa ragione dandoci dentro e realizzando un qualcosa che li rappresenta entrambi e ne esalta le direzionalità artistiche prescelte. VOTO: 7/8
  • Random con The Kolors – Ragazzo fortunato: Random prova a recuperare quel suo piglio scanzonato e leggero. I The Kolors sono utili per un arrangiamento più interessante ed elaborato ma i due binari, anche in questo caso, si incrociano con difficoltà. Vanno ciascuno per conto suo e Random lascia pure qualche nota per strada. VOTO: 4.5
  • Willie Peyote con Samuele Bersani – Giudizi universali: Questa è una gran canzone. Bersani è un grande cantautore. Willie Peyote è un grande compagno di viaggio che si limita a rispettare il brano, il suo interprete e le indicazioni originali. Ne esce una prova notevolissima proprio perchè prudente, rispettosa e pulita. VOTO: 8.5
  • Orietta Berti con Le Deva – Io che amo solo te: Ragazzi, Orietta Berti sa cantare come pochissimi altri. Le quattro ragazze si inseriscono in punta di piedi in questa sua reinterpretazione rispettandone il mondo di riferimento prescelto. L’impostazione scenica, invece, lascia un po’ di dubbi come anche l’arrangiamento vocale costruito con le varie armonizzazioni. Il risultato che ne esce, tolte queste sovrastrutture evitabili, è comunque sufficientemente accettabile. VOTO: 6.5
  • Gio Evan con i cantanti di The Voice Senior – Gli anni: Esibizione piuttosto corale, a tratti imprecisa e a tratti un po’ “sovietica” nelle intenzioni e nelle modulazioni. Lascia senza parole ma non per gli effetti positivi o per quelli negativi. Lascia senza parole semplicemente perchè non si capisce. VOTO: 5
  • Ghemon con i Neri per Caso – Medley Le ragazze / Donne / Acqua e sapone / La canzone del sole: i Neri Per Caso sono una garanzia nel loro mondo e Ghemon ha le capacità tecniche giuste per inserirsi in questo mondo. Lascia qualche dubbio la scelta di non utilizzare l’orchestra per larga parte dell’esibizione proprio nella serata in cui a giudicare sono gli orchestrali. Nel complesso comunque l’esibizione è assolutamente ben realizzata. VOTO: 6/7
  • La Rappresentante di Lista con Rettore – Splendido Splendente: finalmente Rettore viene celebrata in un contesto che la merita e finalmente la riaccoglie a braccia aperte. Veronica rende al meglio vocalmente e si inserisce perfettamente in questo brano. Ne esce un’esibizione che sa di arte in ogni sua componente e che risolleva una serata che rischiava di scivolare tra le mani. VOTO: 8/9
  • Arisa con Michele Bravi – Quando: due delle voci più profonde e sensibili della musica italiana di oggi. Stasera comunicano empatia ed emozione non soltanto con la loro voce ma anche con la performance visiva che offrono. La canzone aiuta particolarmente ma loro sono bravi a reggere la prova e a non farsi schiacciare dalla grandezza di Pino Daniele. Prova superata. VOTO: 8.5
  • Madame – Prisencolinensinainciusol: una resa del classico di Celentano all’altezza della situazione anche se con una lettura tutta personale. Una buona esibizione ma niente di troppo incredibile. Sarà la lentezza della serata ma quest’esibizione convince a metà. VOTO: 6
  • Lo Stato Sociale con Sergio Rubini e i lavoratori dello spettacolo – Non è per sempre: è una gran canzone degli Aftherhours che sa raccontare il sociale con un peso specifico importante. La versione che ne fanno i ragazzi bolognosi farebbe fatica a risultare credibile anche al karaoke e finisce per essere pressapochista e sbiadita. Non ci siamo sul cantato. Il messaggio finale è da standing ovation ma non può valere il tutto. VOTO: 4 (all’esecuzione) / 10 al messaggio
  • Annalisa con Federico Poggipollini – La musica è finita: secondo omaggio alla grande Ornella Vanoni in questa serata. Annalisa sfrutta le proprie abilità canore per uscirne da vincitrice. Sfrutta anche un arrangiamento potente, pieno ed orchestralmente perfetto. La verità è che quando Annalisa canta (nel vero senso del termine) è un’artista che sta davanti a quasi tutti. VOTO: 8++
  • Gaia con Lous and the Yakuza – Mi sono innamorato di te: Tenco è uno di quei terreni minati che è quasi sempre meglio evitare di attraversare. Gaia ci prova optando per una versione abbastanza fedele fino a metà. Poi l’evoluzione le porta ad introdurre una leggerissima ritmica e delle armonizzazioni che riempiono il tutto. Eseguita bene ma l’emozione originale non è nemmeno minimamente avvicinabile. Manca l’esperienza per capire una canzone simile. VOTO: 6
  • Colapesce e Dimartino – Povera patria: altro caposaldo importante della tradizione cantautorale italiana. Il problema è che all’una passata di notte Battiato non può essere compreso, apprezzato e assimilato come meriterebbe. Loro ci mettono del loro e riescono ad interpretare una canzone che continua ad essere attuale anche oggi. Intensi. Hanno bisogno, però, di coinvolgere di più nelle loro performance. VOTO: 7.5
  • Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass – Il mio canto libero: secondo ricordo di Lucio Battisti che, a quanto pare, quest’anno non ha goduto di esibizioni degne perlomeno di essere ascoltate. Purtroppo il massacro di un pezzo storico della musica è fornito su di un piatto d’argento. Se sei un gruppo alternativo non puoi fare il karaoke (cantando pure male). VOTO: 4
  • Malika Ayane – Insieme a te non ci sto più: Malika finalmente accetta la sfida di confrontarsi con la propria “titolare” e lo fa al meglio realizzando una versione totalmente diversa dall’originale ma ipnotica. Malika canta come nessuno altro questa sera e si gioca tutte le carte della sua sensualità e della sua classe. E’ tornata la Ayane eterea. VOTO: 8
  • Max Gazzè e La Trifluoperazina Monstery Band con Daniele Silvestri e The Magical Mistery Band – Del mondo: una parte del trio che prese vita con Nicolò Fabi si riforma stasera per il Teatro Ariston. La scelta della canzone aiuta poco a coinvolgere l’ascoltatore che, quasi alle due di notte, avrebbe bisogno di tutt’altro che di un brano così impalpabile. Difficile. VOTO: 6-
  • Ermal Meta con la Napoli Mandolin Orchestra – Caruso: la scelta è rischiosa ma Ermal sa come giocarsi le sue carte per emozionare e colpire nel segno. La canzone fa tanto, tantissimo, già di per sè. Se a questo si aggiunge un arrangiamento sognate, tutto orchestrale e condito dagli archi l’effetto viene ancor più ampliato. Eppure, alla fine di tutto, alla voce di Ermal viene a mancare quello spessore capace di riempire la canzone. Bravo ma è mancato qualcosa. VOTO: 8-
  • Aiello con Vegas Jones – Gianna: Aiello osa e praticamente riscrive il capolavoro di Rino Gaetano. Ne esce qualcosa che stupisce e fa sbarrare gli occhi. Quando si inizia a capire la direzione scelta e si arriva ad apprezzarla (in un certo senso) l’intervento di Vegas Jones rovina tutto e chiude anche l’unica finestra che poteva rimanere aperta. Peccato, si è distrutto con le sue mani. VOTO: 4

Ospiti |

  • Negramaro: aprono la serata con una minimale versione di ‘4 marzo’ di Lucio Dalla e proseguono con la loro ‘Meraviglioso’. Vanno sul sicuro con la voce di Giuliano Sangiorgi che svetta su tutto il resto e che, di fatto, ben si amalgama con il tema della serata. VOTO: 7

Commentiamo in diretta la serata qui:

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.