giovedì 12 Dicembre 2024

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Sanremo Giovani 2024, le pagelle della semifinale

Torna in tv Sanremo Giovani 2024, ecco le nostre pagelle delle dodici performance della semifinale, in onda in seconda serata martedì 10 dicembre

Sanremo Giovani 2024 è ufficialmente arrivato all’appuntamento con la semifinale e noi siamo pronti ad aggiornare le nostre pagelle con le performance di questa lunga serata, in onda su Rai2 oggi martedì 10 dicembre.

Ad esibirsi in questa cruciale puntata sono: Angelica Bove, Arianna Rozzo, Alex Wyse, Bosnia, Grelmos, Mazzariello, Mew, Questo e Quello, Selmi, Settembre, Tancredi, Vale Lp e Lil Jolie.

In attesa del verdetto finale della giuria, di seguito i nostri giudizi che arrivano a quattro settimane di distanza rispetto al primo ascolto delle versioni in studio (qui le precedenti pagelle).

Sanremo Giovani 2024, le pagelle della semifinale

Grelmos – “Flashback

Nonostante l’ora tarda di messa in onda, provo a restare concentrato. Perdonatemi eventuali imprecisioni, le stesse che non ho notato nella performance di Grelmos, sicura e piuttosto precisa. Per lei, che si porta dietro un sacco di pregiudizi, forse è ancora più difficile. Proprio come nella versione originale, ci conduce nel suo mondo tormentato fatto di barre affilate come lame e di una storia che l’ha lasciata con l’amaro in bocca. In maniera credibile, rappresenta un mondo e lo fa pure bene. Voto 6.5

Settembre – “Vertebre

Le cantonate vanno ammesse e riconosco di non aver capito questo brano al primo ascolto, anzi, di essermi distratto dalla vaga somiglianza con lo stile di Michele Bravi e di Aiello. Di fatto questa canzone ha conquistato tutti, compreso il sottoscritto, che ha necessitato di qualche ascolto in più, senza distrazioni. C’è da dire che Settembre è cresciuto di performance in performance, al punto da meritarsi il palco dell’Ariston. James Russell Lowell diceva che “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”, quindi…  Voto 8

Vale LP e Lil Jolie – “Dimmi tu quando sei pronto a fare l’amore

Tra di loro c’è chimica, forse più che tra Ditonellapiaga e Rettore. E non è che ci volesse poi molto. La combo tra Vale LP e Lil Jolie ha una marcia in più e va oltre anche la bontà della canzone stessa. Pur essendo due artiste diverse, insieme si divertono e si completano. In questa performance convincono di più della precedente volta, il che è interessante considerato che l’aspetto visivo gioca sicuramente la sua parte in questo tipo di proposta e l’effetto sorpresa è una carta da non sottovalutare. Per il resto, fin qui, tutto bene. Voto 7.5

Arianna Rozzo – “J’adore

Se le canzoni di Sanremo Giovani devono rappresentare in qualche modo un biglietto da visita fedele e riassuntivo del percorso di un nuovo artista, da questo pezzo non si capisce in che direzione si dirige la giovane Arianna: tra parlato e cantato, tra urban ed elettronica… forse c’è troppa roba e troppi idiomi tutti assieme, come se Maria Nazionale e Myss Keta improvvisassero una jam session lungo l’A1, allo svincolo di Caianello. Certo, bisogna ammettere che il “M’ ne fott’ proprio” ripetuto a oltranza ti si appiccica addosso come un tormentone sul bagnasciuga. Apprezzabile la freschezza e l’originalità. Voto 6

Tancredi – “Standing ovation

Tancredi dal vivo conferma l’idea che ci eravamo fatti con l’ascolto in studio e ci regala una performance divertente e originale. “Standing ovation” è di sicuro un pezzo che gli permette di giocare con la sua presenza scenica e di coinvolgere il pubblico con il suo innato talento. Il pezzo funziona… e diciamo pure che ci tocca dar ragione al titolo. Voto 8

Alex Wyse – “Rockstar

Alex interpreta con precisione e la giusta dose di emozione. Esecuzione non impeccabile e per questo riuscita, visto e considerato che “Rockstar” è la tipica canzone da eseguire anche un po’ a squarciagola, senza dare troppo sfoggio della tecnica. Diciamo che è l’interpretazione ad essere perfetta.. per dirla “alla Fantozzi”, da 92 minuti di applausi. Senza troppi giri di parole,  merita di gran lunga il palco dell’Ariston. Voto 9

Mew – “Oh my God

Spiazza anche con la sua performance Mew, che migliora rispetto alla prova di debutto. “Oh my God” ha  tutte le carte in regola per avere una vita anche al di fuori del contesto di Sanremo Giovani. I numeri per ora sono positivi, ma potrebbero continuare a crescere. Considerato l’epilogo della sua avventura ad Amici, la sua non è solo una bella storia da raccontare, ma anche e soprattutto da ascoltare. Voto 8

Questo e Quello – “Bella balla

La scheggia impazzita di questo Sanremo Giovani 2024 è servita. Un potenziale tormentone, sulla carta martellante, che ti entra nel cervelletto sin dalle prime note e ti rimane appiccicato per un periodo indeterminato di tempo. I Questo e Quello sono bravi, hanno un bel flow e un pezzo orecchiabile tra le mani. C’è un filo sottile che separa una hit da un brano da villaggio turistico e francamente il limite in questo caso è molto labile. La forza di questo pezzo è che non somiglia a nient’altro in concorso quest’anno. Sarebbe bello se “Bella balla” diventasse la sigla del DopoFestival 2025. Io la butto lì. Voto 6.5

Angelica Bove – “La nostra malinconia

La canzone c’è e migliora ascolto dopo ascolto, oltre che sul finale, anche grazie al talento di Angelica. Rispetto alla versione in studio, ricorda meno le reference che avevamo evidenziato nelle precedenti pagelle (Chiara Galiazzo su tutte, ma anche qualcosa della prima Annalisa e di Levante). In questa performance a tratti un po’ sporca, l’interprete romana riesce a rendere ancora più personale il pezzo, raddrizzando il tiro pigiando sul pedale della sua affascinante singolarità. Voto 7

Mazzariello – “Amarsi per lavoro

La quota indie, o la quota Mazzariello che dir si voglia. Il cantautore campano fa dell’originalità la sua cifra. La canzone rende dal vivo così come nell’incisione in studio, la differenza la fa l’interpretazione coinvolgente e centrata. Il pezzo cresce notevolmente, ma riesce ad arrivare anche al primo ascolto. E questo, per i tempi che corrono, è cosa buona e giusta. Voto 7.5

Bosnia – “Vengo dal sud

Nonostante la spiccata matrice territoriale e il dialetto, questa di Bosnia appare paradossalmente la proposta più eurovisiva di quelle in concorso. Il cocktail è servito con ingredienti ben equilibrati, senza mai sfociare nel guazzabuglio, seppur sfiorandolo in più passaggi. Di fatto, “Vengo dal sud” si distingue e si lascia ricordare. A prescindere dai gusti, bisogna apprezzare l’originalità e la contemporaneità, figlia di questo tempo. Resta comunque una proposta troppo difficile per un pubblico generalista come quello di Sanremo. Voto 6

Selmi – “Forse per sempre

Alza l’asticella Selmi che, seppur giovanissimo, sembra essere dotato di una poeticità appartenente a un’altra epoca. Sembra un brano firmato da Tiziano Ferro, Tananai e Ultimo. E lo dico nell’accezione più positiva del triplice paragone. Data la sensibilità spiccata e di certo innata, l’esecuzione non propriamente perfetta nell’inciso passa quasi in secondo piano rispetto al resto. Il risultato è un po’ sregolato, un po’ alla Vasco, ma spicca di luce propria e si merita di certo di accedere al prossimo step. Voto 8

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.