A tu per tu con il duo campano, in gara a Sanremo Giovani 2020 con il brano “Lo stesso cielo”
E’ disponibile in radio e sulle piattaforme digitali dal 17 dicembre “Lo stesso cielo”, il nuovo singolo del fratelli Salvatore e Giuliano Desideri, meglio conosciuti come I Desideri (qui la nostra precedente intervista). Il brano, scritto insieme a Tony Maiello e prodotto da Massimo D’Ambra, sarà presentato dal vivo nel corso della finalissima di Sanremo Giovani, in programma questa sera. Il duo campano si giocherà la possibilità di strappare un biglietto per gareggiare tra le Nuove Proposte della 71esima edizione del Festival della canzone italiana.
Ciao Salvatore, Ciao Giuliano, bentrovati. Mancano poche ore alla finalissima di Sanremo Giovani, siete arrivati a destinazione, avete appena disfatto le valigie. Come state vivendo questa attesa?
«Siamo parecchio emozionati, perchè partecipare a Sanremo è da sempre il nostro sogno, arrivare in finale è qualcosa di gigante. Siamo felici di esserci riusciti con un brano che tratta una tematica molto delicata, ovvero il cyber bullismo, in più siamo riusciti a portare con noi la nostra lingua napoletana nel ritornello, per cui possiamo ritenerci molto soddisfatti».
E’ la prima volta che collaborate con Tony Maiello, come vi siete trovati con lui?
«Con Tony ci siamo conosciuti al Wind Summer Festival nel 2017, partecipavamo entrambi nella sezione giovani. Lo scorso agosto lo abbiamo contattato per proporgli di collaborare con noi, perchè avevamo l’esigenza di trattare un argomento così importante e ci serviva il suo supporto nella scrittura. Lui ha accettato con entusiasmo, così è nata “Lo stesso cielo”. L’obiettivo era quello di scrivere qualcosa contro i cosiddetti leoni da tastiera, che si divertono a sminuire gli altri sentendosi forti, quando in realtà sono loro a non valere nulla».
Il brano affronta la delicata tematica di cyber bullismo, ma c’è una frase che, secondo voi, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?
«”E parole fanno rummore so com’ i colpi de’ pistole”, perchè le cose dette male possono ferire una persona e portarla a pensare cose davvero gravi. Siamo tutti uguali, non esiste che qualcuno debba offendersi o sentirsi superiore. Ciascuno ha la sua importanza, non c’è distinzione».
Per concludere, al di là del passaggio e della conseguente possibilità di calcare l’ambito palco dell’Ariston, quale sarebbe per te il riconoscimento più importante, il vero traguardo personale di questo vostro Sanremo Giovani?
«Arrivare alle persone con la nostra musica, in modo particolare con una canzone che affronta una tematica così importante. Il nostro obiettivo è quello di portare avanti le nostre radici, ci teniamo tanto ad allargare il nostro pubblico continuando a proporre questo genere pop-urban, puntiamo molto sulla nostra originalità».
Nico Donvito
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