A tu per tu con l’artista in gara a Sanremo Giovani con “Billy Blu”, brano scritto da Giampiero Artegiani
Concorre per aggiudicarsi un posto per il Teatro Ariston Marco Sentieri, artista classe ’85 in concorso a Sanremo Giovani 2019 con il brano “Billy Blu”. Il brano, composto da Giampiero Artegiani e arrangiato da arrangiata dal Maestro Adelmo Musso, affronta la delicata tematica del bullismo e colpisce per l’intensità performance dell’interprete napoletano di nascita e romano d’adozione. Nel corso della sua carriera vanta svariare aperture di concerti per artisti del calibro di Clementino, Gemelli Diversi, Rocco Hunt, Moreno, Neri per Caso, Gianni Nazzaro e molti altri. Nel 2016 partecipa e arriva in finale nel corso della sesta edizione romena di X Factor, riscuotendo parecchio successo grazie alla vittoria di due importanti festival internazionali in Romania, “George Grigoriu” e “Dan Spataru”. In attesa di rivederlo su Rai Uno in occasione della finalissima in programma il prossimo 17 dicembre, lo abbiamo incontrato per approfondire la conoscenza della sua musica.
Ciao Marco, partiamo da “Billy Blu”, brano con cui partecipi a Sanremo Giovani 2019, cosa racconta?
«”Billy Blu è un brano che tratta un tema molto delicato, che è quello del bullismo. Parla di una storia vera. La storia di Billy, che veniva costantemente bullizzato a scuola da un suo compagno di classe, e che si ritrova dopo tanti anni a salvargli la vita, quando il suo bullo, (ragazzo di buona famiglia, benestante) rovinato si con alcool, droghe e galera, sta per buttarsi da un ponte».
Un brano composto da Giampiero Artegiani, grande artista scomparso lo scorso febbraio. Quali sono le caratteristiche del suo modo di scrivere che più ti hanno colpito?
«Mi ha colpito il suo modo diretto di scrivere senza girarci intorno, così che il messaggio arrivi sin dal primo ascolto».
Il testo affronta un tema delicato e quantomai attuale come un bullismo, hai sentito il peso di un argomento così importante?
«Sì! Lo sento tutt’ora. Sono vicino alle persone che subiscono violenza, di ogni tipo. L’ho subita anch’io da piccolo».
Facciamo un salto indietro nel tempo, come e quando hai scoperto la passione per la musica?
«Sin da piccolo già a 5 o 6 anni mi piaceva cantare alle cerimonie di famiglia, fino a quando i miei genitori sfiniti dalle mie richieste mi fecero incidere dei brani all’età di 12 anni. E da lì tutto è venuto da sé, non ho mai più smesso».
Quali artisti hanno influenzato e ispirato il tuo percorso?
«Pino Daniele, Lucio Battisti, Simone Cristicchi, Fabrizio Moro».
Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti l’attuale scenario discografico?
«Mi affaccio al mercato musicale con tanta curiosità, non boccio mai le novità, ma prendo il buono ovunque, in qualsiasi genere ed in qualsiasi maniera si canti».
Insieme alla tua band ti sei esibito dal vivo in svariate location, anche diverse tra loro. Quanto conta per te la dimensione live?
«Tutto! Lo dice la parola stessa “live – vita” essendo abituato a farne circa 150 ogni anno, non riesco a farne a meno. Grazie soprattutto ad una band che mi supporta in tutto e si butterebbero nel fuoco per me. Paolo Nicola e Alessandro».
Obiettivi per il futuro, sogni nel cassetto e buoni propositi per il 2020?
«Finire l’album a cui lavoriamo da tempo e sicuramente provare a calpestare l’Ariston a febbraio».
Al di là della vittoria e della conseguente possibilità di calcare il palco dell’Ariston, quale sarebbe per te l’obiettivo più importante per questo Sanremo Giovani?
«Portare il messaggio della NON violenza, in qualsiasi ambito. No alla violenza».
Nico Donvito
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