giovedì, Aprile 18, 2024

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Sanremo Giovani, conosciamo meglio i Ros – INTERVISTA

A tu per tu con l’energica band toscana, in gara tra i ventiquattro finalisti con il brano “Incendio”

Ros IncendioSono carichi e pronti ad affrontare l’avventura di Sanremo Giovani, in scena giovedì 20 e venerdì 21 dicembre in prima serata su Rai Uno, stiamo parlando dei Ros, al secolo Camilla Giannelli (cantante), Lorenzo Peruzzi (batterista) e Kevin Rossetti (bassista), tre giovanissimi artisti che noi di RecensiamoMusica avevamo già incontrato in tempi non sospetti all’indomani della uscita da X Factor 11 (qui la nostra precedente intervista). Si intitola “Incendio” il brano con cui si giocano la possibilità di calcare il palco dell’Ariston il prossimo febbraio, un pezzo energico e dalla tematica positiva, che invita l’ascoltatore a lasciarsi contagiare dall’entusiasmo, reagendo alle difficoltà con forza e determinazione.

Ciao ragazzi, partiamo da “Incendio”, brano con cui parteciperete alla finalissima di Sanremo Giovani, com’è nato e cosa rappresenta per voi?

«Questo brano è nato in maniera piuttosto spontanea a settembre, volevamo scrivere un pezzo forte che rappresentasse la voglia di evadere e di fare il possibile per raggiungere il nostro sogno. Tutto è arrivato in maniera molto naturale, già dalla composizione abbiamo intuito che fosse il pezzo giusto per Sanremo giovani». 

La vostra energia viene fuori sia nel sound ma anche nel testo, credete anche voi che la società di oggi si sia un po’ assopita e che, in generale, manchi l’entusiasmo per reagire e prendere in mano le redini della situazione?

«Le possibilità ci sono se si ha davvero voglia di crearsele, viviamo in un periodo difficile ma è proprio in questo trambusto che deve venir fuori il coraggio di portare avanti i propri obiettivi con la massima determinazione. “Incendio” vuole invitare chiunque a non adagiarsi alle problematiche e ad accendersi come fuoco e fare ardere le proprie idee, veicolando ogni situazione negativa in qualcosa di buono».

Dal punto di vista musicale, invece, credete di aver raggiunto un’identità ben definita, o più semplicemente ne siete ancora alla ricerca?

«Diciamo che la nostra identità sta proprio nella ricerca, ci piace sempre sperimentare e trovare nuove strade, come ci ha insegnato anche Manuel Agnelli lo scorso anno ad X-Factor. Non si smette mai di imparare e di crescere, nella musica come nella vita. La volontà è quella di spostarci in più direzioni musicali, cercando di donare sempre un nostro timbro, abbiamo tanti pezzi pronti e di diverso impatto. Insomma, ne sentirete delle belle (sorridono, ndr)».

Cosa avete voluto trasmettere attraverso quelle immagini del videoclip girato all’Interporto della Toscana Centrale di Prato?

«Ci piaceva dare un senso concreto e reale, abbiamo cercato la crudezza di una location che potesse esprimere al meglio la canzone. Una specie di contrasto tra i container, i vagoni dei treni e noi che con i ballerini cercavamo di dare colore ad una realtà un po’ in bianco e nero». 

Nell’ultimo anno avete consolidato ancora di più la vostra forza live, suonando in posti differenti. La volta precedente mi raccontavate che l’X Factor Arena vi stava un po’ stretta e che avreste voluto arrivare in finale per esibirvi al Forum. Come la mettiamo con il Teatro del Casinò?

«In questo 2018 di palchi ne abbiamo calcati, di dimensioni diverse e in situazioni differenti, Ma diciamo che per noi è sempre una sfida perché ci mette in gioco e questo a noi diverte. Il palco del Casinò di Sanremo è molto stimolante perché rappresenta un pezzo di storia della nostra musica, in più ci riporta in televisione a un anno di distanza dall’esperienza di X-Factor, siamo molto gasati anche perché alla fine al Forum ci siamo esibiti, aprendo il concerto degli Afterhours, questo è un altro piccolo esempio di come nella vita se credi davvero in qualcosa, prima o poi la ottieni».

Lungo la vostra tournée vi siete fatti un po un’idea del target di persone che ascolta la vostra musica? Pensate che chi guarda Sanremo sia il vostro pubblico?

«Durante questa entusiasmante esperienza live abbiamo potuto constatare la versatilità del nostro pubblico, sugli spettatori sanremesi chissà, sarà interessante scoprirlo. La nostra canzone è indirizzata a tutti coloro che hanno voglia di trasmettere e ricevere energia, speriamo che possa arrivare a chiunque abbia bisogno di adrenalina. Diciamo che non mettiamo paletti al nostro pubblico e, grazie a questa nuova esperienza di Sanremo Giovani, riusciremo sicuramente ad incrementarlo».

In che direzione andranno i Ros? Quali sono i vostri progetti futuri?

«In cantiere c’è sicuramente tanta musica, stiamo capendo un attimo quale possa essere il percorso giusto per le varie uscite, perché abbiamo dei singoli molto forti e ci stiamo organizzando. Il 2019 sarà un anno pieno di concerti, non possiamo fare a meno del palco, perchè la dimensione della nostra musica è soprattutto live. Ci saranno moltissime novità, il nostro desiderio quello di lavorare il più possibile e concentrarci ogni singolo istante sul nostro progetto per farlo crescere ancora di più».

Cosa pensate del cast di Sanremo Giovani e dei vostri compagni di avventura?

«Quest’anno la commissione è stata molto aperta in varie direzioni differenti, dall’indie all’elettronica, dal rock al cantautorato, apprezziamo molto questa varietà di scelte. Essendo un panorama abbastanza diverso è anche difficile fare paragoni, c’è chi ha puntato più sul testo, chi più sul sound, sinceramente ammettiamo che livello è molto alto e questo rappresenta per noi uno stimolo in più per giocarcela al meglio».

Per concludere, al di là della vittoria e della conseguente possibilità di calcare il palco dell’Ariston, quale rappresenterebbe per voi il riconoscimento più importante?

«Il nostro obiettivo principale è quello di lasciare il segno, come sempre, vorremmo trasmettere il massimo dell’energia è un po’ di sano colore che, soprattutto in questo periodo storico, ci vuole. Se dovesse arrivare una vittoria, ovviamente, saremmo felici perché ci porterebbe a calcare un altro palco storico come quello dell’Ariston, in caso contrario saremo comunque felici di averci provato».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.