Solchi, parliamo del disco “Nessuno è solo” di Tiziano Ferro

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Nessuno è solo” di Tiziano Ferro. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Nessuno è solo” di Tiziano Ferro, pubblicato dalla EMI nel 2006.
Solchi, parliamo del disco “Nessuno è solo” di Tiziano Ferro
Tiziano Ferro è stato un caso anomalo di talento e grande riscontro immediato in un periodo dove la discografia ancora reggeva a certi progetti ma stava per vacillare. Prodotto da Michele Canova uscì nel 2001, il suo successo fu così esorbitante da esporlo a una serie di condizioni sfavorevoli come lo stress, che lo facevano vivere male e automaticamente scrivere in modo diretto grandi canzoni. Parliamo
di questo “Nessuno è solo” trainato da singoli come “Stop dimentica” e “Ti scatterò una foto”, tutto sull’andamento emozionale più autentico, ma ci sono anche episodi strepitosi come l’apertura con “Tarantola d’Africa” canzone meravigliosa sulla metafora di una tarantola chiusa in gabbia, davanti a spettatori paganti, obbligata a dimenticarsi del suo stato emotivo, ottimo parallelismo con l’essere umano.
Il disco è composto da canzoni conosciute tantissimo come la splendida “E fuori è buio” e “Ed ero contentissimo” in coda a “E Raffaella è mia” omaggio alla monumentale Carrà.
“La paura che” tra le meno conosciute ancora accarezza quel livello di intimità che Ferro è riuscito a creare con il suo pubblico. Prima delle consacrazioni de “L’amore è una cosa semplice”, del suo tanto agognato e giusto outing, del libro “Trent’anni e una chiacchierata con papà” (meraviglioso racconto dell’artista in prima persona) questo “Nessuno è solo” ancora oggi emoziona ad ogni ascolto. I solchi non si sprecano proprio.