venerdì 10 Gennaio 2025

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Solchi, parliamo di “Alaska Baby” di Cesare Cremonini

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni

In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.

In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.

Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.

Il nostro viaggio prosegue con “Alaska Baby” di Cesare Cremonini, pubblicato da Universal Music nel 2024.

Solchi, parliamo di “Alaska Baby” di Cesare Cremonini

Cesare Cremonini apre il disco con appunto “Alaska Baby”, pomposo e dal sapore britannico, tra riff di chitarre e doppie voci, scalda motore. A ruota segue la (già) hit “Ora che non ho più te”, gran pezzo, tra i migliori del disco. Si entra con un filo di voce (quella di Elisa) in “Aurore Boreali” cantata in coppia, in un ritornello pop che sa già di stadio danzante (500.000 biglietti venduti) per l’artista bolognese, un pezzo complesso ma commerciale allo stesso tempo, riuscito.

È il momento di “Ragazze facili”, bel racconto in musica di una storia come tante che vale la pena di vivere, tanto finirà… Poi “Dark Room”, con il pianista americano Mike Garson, ci mostra tinte noir, un invito ad entrare nella stanza oscura delle occasioni fugaci, in chiusura archi e chitarre elettriche e cori. “San Luca” con la sua sgargiante bellezza, unisce due generazioni musicali diverse, con Lucio Dalla dall’alto che guarda compiaciuto, cantata con Luca Carboni, …”Nella nebbia di San Luca quanti ragazzi ci annegano… la felicità… proprio come me…non lo dici ma…capita anche a te”… strepitosa. Il miglior brano dell’intero progetto. Nato per restare incasellatao nella musica d’autore.

Un altro brano firmato con Elisa, “Un alba rosa” racconta di parole d’amore tra lenzuola e finestre. “Streaming” e  “Limoni” strizzano l’occhio all’estate, a mio avviso le due cose meno ispirate del disco. “Il mio cuore è già tuo”, in collaborazione con i Meduza, incalza con la deep house. Si chiude il sipario con “Una poesia”, quasi un canto sognante, per spegnersi con “Acrobati”. Lode all’ispirazione di questo artista, alla storia scritta, a quella presente e futura, senza dimenticare che, questo è ovvio, Cesare Cremonini è la naturale prosecuzione della scuola bolognese in tutto e per tutto.