La rinascita di una delle dive della canzone italiana più amate del nostro Paese
Ci sono opere e canzoni che sono destinate a durare nel tempo senza veder scalfita la propria forza originaria, ci sono artisti così avanti per la propria epoca da non riuscire a trovare una giusta collocazione, gemme rare che attraversano il tempo senza invecchiare mai, in una parola: immortali. Ci sono dive della voce, del look, della canzone che rimarranno per sempre tali. Caterina Caselli, nota anche come il “casco d’oro” della canzone italiana, è indubbiamente una di queste. Donna che negli anni ha conquistato il successo numerosissime volte grazie al suo talento artistico prima, e al suo intuito da talent scout poi. Un’artista che ha incarnato un’epoca, ne è risultata la più piena espressione musicale per poi ritirarsi dalle scene quando, saggiamente, ha capito che quegli anni stavano per finire.
Dopo averne ripercorso gli esordi ed il primo vero successo sulle note della hit ‘Nessuno mi può giudicare’ (qui), le riconferme con brani come ‘Perdono’ e ‘Sono bugiarda’ (qui) e l’atto finale della sua straordinaria carriera canora (qui) arriviamo al 1975, anno durante il quale annuncia definitivamente il suo ritiro dalle scene della canzone italiana pur continuando, per qualche anno, a presenziare in veste di collaboratrice ad alcune incisioni.
L’anno chiave per la sua ripartenza, però, è il 1977: è in questo momento che Caterina Caselli si reinventa e scopre la passione per il talent scouting. Con questo obiettivo apre una sua personale etichetta discografica, la Ascolto, con cui, per qualche anno, contribuisce a lanciare artisti come Pierangelo Bertoli e Mauro Pagani.
Alla chiusura della Ascolto, nel 1982, approda alla CGD e successivamente alla Sugar Music di cui ancora oggi è al vertice. Con questa nuova etichetta, che anche grazie al suo lavoro si è affermata negli anni come la maggiore realtà indipendente d’Italia, ha lanciato voci storiche della nostra musica italiana tra cui quella internazionale di Andrea Bocelli, quella immortale di Giuni Russo, quelle pop dei Negramaro, Elisa e Malika Ayane e quelle più cantautorali di Gerardina Trovato e Giovanni Caccamo.
Torna a cantare in sole 3 occasioni: nel 1990 partecipando con Bisognerebbe non pensare che a te per l’ultima volta a quel Festival di Sanremo che l’aveva lanciata negli anni ’60, nel 2009 collaborando all’incisione di Domani per il progetto Artisti uniti per l’Abruzzo, e nel 2012 partecipando dal vivo al Concerto per l’Emilia.
Ilario Luisetto
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