venerdì 22 Novembre 2024

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Sulle tracce di… Alberto Fortis: la ricerca tra passato e futuro

Alla scoperta del cantautore piemontese: terza parte

Dopo il successo dei primi album (ne abbiamo parlato qui e qui), anche per il cantautore Alberto Fortis si apre un periodo, quello che va dalla seconda metà degli anni ’80 fino alla fine di ’90, in cui più che la conferma dal grande pubblico, viene estremizzata quella ricerca stilistica che porta l’artista a sfornare lavori prodotti con la consapevolezza di ragionare all’interno di una direzione ben precisa, assolutamente in linea con il proprio gusto personale.

Già a partire dal lavoro West of Broadway, un progetto che si mostra molto più sereno nei toni e leggero rispetto ai precedenti, appaiono chiari gli intenti dell’artista, sempre meno legato ad esigenze commerciali e sempre più volenteroso di portare alla ribalta le le sue idee musicali senza aver paura di sperimentare o di non essere capito. Fortis cita John Lennon dando un sua personale interpretazione (Immagina che è liberamente ispirata dal successo dell’artista britannico), parla d’amore e di passione cambiando continuamente le carte in tavola ma rimanendo comunque sempre fedele a sè stesso e alla propria poetica.

Immagina lontano
un sogno che non hai
la vita che volevi
l’amore che vivrai
immagina che il tempo
non esista piu’

E così, se gli anni la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 sembrano per il cantautore un passo indietro per quel che riguarda la fama, la stessa cosa non si può dire per il materiale proposto in questo periodo. Fortis continua sulla strada andando a limare con intelligenza e cura tutti i tuoi tratti distintivi più caratteristici, alle volte più sereno e romantico e abbandonando toni cupi, ma senza mai rinunciare però alla sua narrazione poetica, a tratti malinconica, in prima persona, tra vocalizzi e grandi prove canore.

Un misto di nostalgia, spietatezza e speranza dal quale nascono piccoli gioielli come Qui la luna, Ti avrò (contenuti nel disco Assolutamente tuo datato 1987) o la rockeggiante Carta dal cielo (inserita nell’album omonimo prodotto da Guido Elmi).