A tu per tu con il giovane cantautore milanese, in uscita con il suo album d’esordio intitolato “Iride“
A qualche mese di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Tancredi per parlare di “Iride”, il suo primo EP ufficiale, disponibile per Warner Music a partire dallo scorso 14 maggio. Lo abbiamo incontrato via Zoom all’indomani della sua partecipazione ad “Amici“, per parlare di questa esperienza e del progetto che segna il suo debutto discografico.
Ciao Tancredi, bentrovato. Rompo il ghiaccio chiedendoti come stai vivendo questo momento così fortunato?
«Lo sto vivendo molto bene, sono parecchio felice, mi sento molto più leggero e tranquillo. Dopo il ritorno alla realtà, la prima settimana è stata abbastanza tosta, perchè è comunque difficile una volta che impari una nuova routine tornare alla vita “normale” di prima, quindi ho accusato un po’ il colpo. Adesso mi sono riabituato e sto molto bene».
“Iride” è il titolo del tuo EP d’esordio, ci racconti la genesi di questo progetto?
«Per coronare il mio percorso ad “Amici”, abbiamo pensato di realizzare questa raccolta di pezzi che erano già usciti, aggiungendo un paio di inediti che avevo nel cassetto. Ho scelto di intitolare questo album “Iride” perchè è la traccia a cui tengo di più, in cui ho parlato tanto di me, senza filtri».
Parlando del tuo percorso ad “Amici“, quali abilità pensi di aver affinato durante la tua permanenza nella scuola?
«Indubbiamente saper lavorare tanto, senza fermarsi mai, continuando a crescere. Poi ho imparato tanto a differenziare gli argomenti, essendoci tante cover da riscrivere, spingendomi oltre i miei limiti, spaziando tra generi diversissimi, con strutture di canzoni e strumentali piuttosto complesse».
Hai qualche rammarico per quanto riguarda il tuo percorso oppure tornando indietro rifaresti tutto quanto?
«Rifarei tutto quanto, perchè sono felice di quello che sono e di quello che ho realizzato finora. Se sono arrivato sin qui è per tutte le cose giuste o sbagliate che ho fatto, nel bene e nel male per tutto il percorso. E devo dire che mi va bene così!».
Con quali compagni di avventura hai legato maggiormente all’interno della scuola? C’è qualcuno con cui credi di poter portare avanti in futuro un legame di amicizia?
«Ho legato tanto con Aka 7even, Deddy e Sangiovanni, soprattutto verso la fine, quando eravamo rimasti in pochi, grazie a loro riuscivo a vivermi le giornate in modo più spensierato. Spero vivamente che si possa continuare l’amicizia anche fuori, anche se in questo preciso momento siamo tutti un po’ impegnati, ma credo proprio che continueranno i nostri rapporti».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso delle sette tracce che compongono “Iride”?
«Mi piace essere riuscito ad unire l’elettronico con il suonato, un obiettivo che ho da sempre fisso in testa. Sono fiero di questo EP per intero, ciascuna canzone ha un senso e ricopre un ruolo fondamentale in questo progetto, senza anche un solo tassello il risultato non sarebbe stato per me così forte».
© foto di Fabrizio Cestari
Nico Donvito
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