venerdì 22 Novembre 2024

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Tecla Insolia: “A Sanremo per lanciare un messaggio” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane vincitrice di Sanremo Young, in gara al Festival 2020 con il brano “8 marzo

Lanciare un messaggio importante, questo l’obiettivo di Tecla Insolia poche settimane prima della sua partecipazione a Sanremo 2020, in gara con l’inedito “8 marzo”. Composto da Piero Romitelli, Rory Di Benedetto, Emilio Munda, Rosario Canale, Marco Vito e prodotto da Diego Calvetti, il brano concorrerà nella categoria Nuove Proposte della 70esima edizione del Festival della canzone italiana, in scena dal 4 all’8 febbraio. Vincitrice della seconda edizione di Sanremo Young, la giovane artista si è aggiudicata di diritto un posto per il Teatro Ariston, conquistando il pubblico performance dopo performance. In occasione di questo importante impegno, abbiamo intervistato per voi l’interprete toscana nel giorno del suo sedicesimo compleanno.

Ciao Tecla, benvenuta. Comincerei chiedendoti: come stai vivendo questi giorni di attesa che ti separano da Sanremo?

«Di mio sono una persona molto ansiosa, in questo caso mi sento stranamente carica e positiva, sto crescendo anche sotto questo punto di vista, cerco di prendere il buono da tutta questa esperienza, sono felice e molto emozionata».

Hai avuto un po’ di tempo per prepararti perché, rispetto agli altri tuoi colleghi, lo sapevi da più tempo. E’ stato psicologicamente un vantaggio?

«No, per quanto mi riguarda è stato uno svantaggio, perché l’ansia è durata per più tempo (sorride, ndr), diciamo che è stata un po’ una sofferenza, il cowntdown non ha di certo aiutato, almeno per quanto concerne il mio carattere».

“8 marzo” è il titolo del brano che presenterai sul palco dell’Ariston. Cosa rappresenta esattamente per te questa canzone?

«Un bel trampolino di lancio, con questa canzone voglio portare un messaggio, voglio dimostrare che una ragazza di sedici anni ha una mente, ha due occhi con cui si è fatta la propria idea del mondo, attraverso ciò che vive e ciò che vede. Avere la mia età non significa essere bambini come molti pensano».

Un pezzo composto da Piero Romitelli, Rory Di Benedetto, Emilio Munda, Rosario Canale, Marco Vito e prodotto da Diego Calvetti, come ti sei trovata a lavorare con tutti questi professionisti?

«Lavorare con loro è stato bellissimo, con me sono stati tutti sempre molto disponibili, mi hanno riempita di energia e di consigli. E’ stata sicuramente una bella esperienza che mi ha arricchito sotto tanti punti di vista, sia umani che professionali».

Un brano che hai scelto personalmente, cosa ti ha spinto a selezionare proprio questo? Immagino te ne siano arrivati diversi da ascoltare negli ultimi tempi…

«Sì, assolutamente, ne ho ascoltati parecchi. Guarda, la prima volta che ho sentito “8 marzo” il cuore  ha iniziato a battere, così ho capito che era il brano giusto per affrontare un palco importante come quello dell’Ariston. Tratta un tema purtroppo sempre molto attuale, nel bene o nel male ho voglia di lasciare un segno».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta al meglio questa canzone? 

«“E non basta ricordare di una festa con un fiore se qualcuno ci calpesta”, perché è un po’ l’emblema di questo genere di violenza e della giornata dell’8 marzo che si festeggia regalando una mimosa, penso sia inutile regalare dei fiori ad una persona se poi non la si rispetta».

A proposito di Sanremo Young, cosa ti ha lasciato questa esperienza?

«Davvero tanto, è stata un’esperienza che mi ha arricchito, permettendomi di capire tante cose di me che non conoscevo. Mi ha tolto sicuramente dei dubbi, ma me ne ha anche dati degli altri, è stata un’avventura meravigliosa, la rifarei un milione di volte, in più all’Ariston, avendo la possibilità di lavorare tutti i giorni con una grande orchestra e tanti professionisti».

Oggi, lunedì 13 gennaio, è il tuo compleanno, compi sedici anni. Nel farti tanti auguri, sono curioso di chiederti: c’è un regalo in particolare che ti piacerebbe ricevere?

«Non saprei, non sono mai stata una persona troppo attaccata a regali materiali, nemmeno da bambina, quindi ti risponderei che mi piacerebbe poter affrontare la mia vita in maniera tranquilla, parlo in generale e non mi riferisco solo al Festival che sta per iniziare. Godermi al meglio la vita e avere la possibilità di fare le cose che mi piacciono, questo è l’unico regalo che vorrei».

Prossimi progetti in cantiere e buoni propositi per il 2020?

«Subito dopo Sanremo verrà trasmessa su Rai Uno una serie intitolata “Vite in fuga”, in onda in prima serata dal 23 febbraio, dove interpreterò la figlia del protagonista. L’ho girata subito dopo Sanremo Young, mi sono molto divertita perché amo la recitazione, l’ho studiata per diverso tempo e mi piacerebbe proseguire un percorso anche  in questa direzione. Sicuramente ci sono tanti progetti musicali in cantiere, ma non nell’immediato, perché non volevo realizzare un album in maniera frettolosa, desidero fare le cose per bene, non mi và di far uscire qualcosa che magari non mi rappresenta al 100%, quando sarà il momento il disco uscirà. Sicuramente nel 2020 vorrei cantare dal vivo, esibirmi dal vivo e portare il più possibile in giro la mia “8 marzo”».

Al di là di come andrà Sanremo, quale sarebbe per te la vittoria più importante?

«La vittoria non è sicuramente vincere, per me il trionfo personale è già avere la possibilità di partecipare ad una manifestazione di tale portata. L’obiettivo è quello di dimostrare a me stessa che, attraverso  il lavoro e l’impegno, posso essere capace di realizzare ciò che voglio».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.