domenica 24 Novembre 2024

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The Voice, chi vincerà? Le interviste ai quattro finalisti

Ultima puntata per il talent di Rai Due condotto da Simona Ventura, con i quattro team guidati da Morgan, Guè Pequeno, Elettra Lamborghini e Gigi D’Alessio

E’ tutto pronto per il rush finale di The Voice of Italy, popolare talent show di Rai Due giunto alla sua sesta edizione, in scena questa sera martedì 4 giugno. A partire dalle ore 21.05 andrà in onda l’attesissimo Live Show, condotto da una carichissima Simona Ventura (qui la nostra recente videointervista) in grande spolvero. Superospiti della serata saranno: la nostra Arisa, i Planet Funk, il britannico Holly Johnson, la rapper statunitense Lizzo, il disc jockey belga Lost Frequencies e la star giamaicana Shaggy.

In diretta dallo Studio 2000 del Centro di Produzione Tv Rai di Milano, assisteremo all’ultimo scontro che vedrà protagonisti i quattro talenti rimasti in gara, uno per ciascun team: a cominciare da Miriam Ayaba portata in finale da Elettra Lamborghini, Brenda Carolina Lawrence supportata dai consigli di Guè Pequeno, Carmen Pierri affiancata dall’esperienza di Gigi D’Alessio e Diablo seguito dal suo mentore Morgan.

Spetterà al pubblico da casa la decisione finale, ovvero la scelta del vincitore del programma che otterrà un contratto discografico e avrà la possibilità di partecipare come ospite ai Seat Music Awards in programma all’Arena di Verona, trasmessi il 5 giugno in prima serata su Rai Uno. Quattro i concorrenti giunti all’epilogo e che avranno la possibilità di presentare un proprio brano inedito, dopo aver brillantemente superato le diverse fasi del format, dalle Blind Auditions ai Knock out, passando per le famigerate Battle. Conosciamoli meglio.

The Voice Of Italy | Le videointerviste ai finalisti

Miriam Ayaba – #TeamElettra

Cresciuta in quartiere popolare e multietnico di un piccolo paese nel mantovano, Miriam Di Criscio ha assorbito e poi combinato fra loro sonorità afro, indiane e filippine, che sono il suo tratto distintivo. Anche il suo nome d’arte è un mix tra il suo nome effettivo e un vocabolo della tribù nigeriana Yoruba che significa “regina”. Sicura di sé, cerca di trasmettere, con la sua musica, messaggi positivi di autodeterminazione e libertà d’espressione.

Brenda Carolina Lawrence – #TeamGuè

Studentessa nata a Cremona vive a Pieve d’Olmi (CR), Brenda ha 21 anni, è una ragazza determinata che in questa fase della sua vita è concentrata a realizzare il suo progetto musicale. Per Brenda la musica è tutto, non sempre la fa “stare bene” ma è per lei “necessaria”. Scrivere musica, per lei, significa “scavarsi dentro”.

Carmen Pierri – #TeamGigi

Studentessa sedicenne, Carmen arriva dalla provincia di Salerno. Già a 6 anni partecipava a dei piccoli concorsi musicali di paese e a 12 anni inizia a studiare canto e pianoforte. Le piace molto cantare Alicia Keys, ma il suo mito indiscusso è e rimane Amy Winehouse (e non disdegna nemmeno il rap). “La musica è la mia vittoria in un mondo di sconfitte”, dice.

Diablo – #TeamMorgan

Chillé Diouf Dominique, in arte Diablo, è nato 18 anni fa a Roma. È appassionatissimo di musica fin da bambino: ci sono filmati di lui molto piccolo in cui ballava e cantava, soprattutto le canzoni di Michael Jackson. Ha studiato solfeggio, chitarra, chitarra elettrica e pianoforte.

The Voice Of Italy | La conferenza stampa finale

The Voice Of Italy | La parola ai quattro coach

«Sono preparata ai commenti delle persone sui social – rivela Elettra Lamborghini – a chi è già pronto a giudicare la mia presenza nel ruolo di coach a soli ventiquattro anni. Sicuramente chi è pronto a sparare le sue sentenze non sa quanto io abbia lavorato per arrivare fino a qua, ma non è poi nemmeno così importante, lascio che a parlare siano i numeri al posto mio. Dicono che sia la “latin queen” italiana, effettivamente sono tra le prime ad aver portato il reggaeton nel nostro Paese, a cantare in spagnolo pur non essendo di madre lingua ispanica. Sono dell’idea che le cose vadano fatte per primi e bene, sin da piccola volevo fare la cantante, anzi ero certa di riuscirci, tutto quello che ho ottenuto sapevo già che sarebbe accaduto nella mia vita. Sento che il ruolo di coach sia adatto a me, essere l’unica donna è una responsabilità maggiore, ma sono caricatissima e piena di entusiasmo».

«Sono nato pronto – afferma Guè Pequeno mi autodefinisco un musicista rap che ha sempre sognato di fare questo tipo di musica, essendo innamorato della cultura street e urbana sin dall’adolescenza. Quello che mi ha fatto innamorare di questo genere era la sincerità del testo, il concetto di poter dire ciò che si vuole, attraverso i miei versi vomito la mia anima. Non sono mai stato un “rapper paraculo”, non ho mai cercato un messaggio forzato, avverto tra i giovanissimi troppa smania di successo, forse perché è molto più facile ottenerlo adesso rispetto ai miei esordi. In questa avventura voglio portare tutto quello che ho imparato dalla mia esperienza personale e il mio essere onesto,  sincero sia con me stesso che con gli altri, senza filtri o limiti, cercando di trovare qualcuno che spacchi seriamente. Sarà dura, io ce la metterò tutta, speriamo bene!».

«Amo la musica – rivela Gigi D’Alessio per me la voce è l’emozione che deve arrivare, tutto parte da lì. La mia è stata una voce che è arrivata fortunatamente a tanti, forse proprio perché non è arrivata dalla mattina alla sera, ci sono stati anni di studi e di gavetta, sono un artista che ha subito tutti i tipi di preconcetti, resisto ed esisto perché mi ha sempre votato e premiato il pubblico. Noi cantautori abbiamo una grande responsabilità, possiamo anche cambiare la vita a qualcuno, a me personalmente Claudio Baglioni, Lucio Dalla e Pino Daniele me l’hanno cambiata. L’importante è riuscire a capire chi veramente viene a The Voice per donare se stesso agli altri, perché amare la musica è un conto, ambire al successo un altro. Sono nato in un quartiere difficile, avrei potuto prendere tante strade, forse anche qualcuna sbagliata. A me la musica ha salvato la vita, perché la musica è vita».

«Molte volte perdo la voce – racconta Morgan la voce è la prima cosa che si indebolisce se si vuole togliere potere a chi vuole usarla per difendere le leggi dell’arte. La voce è un po’ come la voglia di dire qualcosa e si perde, un po’ come la libido, ci sono epoche in cui c’è ed epoche in cui se ne va. L’uomo è da considerarsi tale da quando ha la voce, da quando ha la possibilità di cantare, prima c’era solo un gran movimento, possiamo dire che l’essere umano ha conquistato le sue grandezze grazie alla parola scritta, ma anche a quella cantata. Quando troveremo una voce a cui dare valore, farò tutto quello che è in mio possesso per far sì che questa voce possa parlare. A me piacerebbe molto poter avere una squadra di cantanti tutti strani, per stranezza io intendo originalità, personalmente vorrei dare una chance a coloro i quali non sono soliti navigare nel mare della conformità».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.