giovedì 21 Novembre 2024

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“I nostri anni”, Tommaso Paradiso consolida la sua cifra poetico-stilistica – RECENSIONE

Disponibile dallo scorso 10 gennaio il secondo singolo solista dell’ex frontman dei Thegiornalisti

Buona la prima, Tommaso Paradiso torna in rotazione radiofonica con una nuova canzone, il secondo capitolo della sua saga in solitaria. Si intitola “I nostri anni” il brano designato per consacrare gli ottimi risultati ottenuti con “Non avere paura” (qui la nostra recensione), uno dei pezzi più ascoltati e apprezzati degli ultimi mesi. Disponibile dallo scorso 10 gennaio, il brano conferma le intenzioni già espresse con il primo estratto, in maniera sempre molto sentita e ispirata, ma che sostanzialmente non aggiungono nulla di nuovo al suo percorso, a quanto già mostrato in precedenza con i Thegiornalisti.

Ammetto di essere stato tra i primi a storcere il naso per questo tipo di scelta, di non averla compresa forse fino in fondo, ma la risposta corretta è sempre quella più evidente: la volontà di proseguire nella stessa direzione è semplicemente un modo per confermare quanto fatto finora. Quando una band si scioglie si porta dietro litigi e discussioni tipiche di un matrimonio, si questionano colpe e si recrimina la qualunque, iniziando il gioco del “io ho fatto questo, tu non hai fatto niente”.

Ecco, se ascoltiamo oggi Tommaso Paradiso non troviamo grandi differenze con quanto realizzato insieme al suo precedente gruppo e questo significa in maniera insindacabile una sola cosa: le canzoni se le scriveva da solo, come dimostrano anche i numerosi brani piazzati in giro per altri colleghi. Che piaccia o meno la sua scrittura, questo deve essergli unilateralmente riconosciuto. Prodotta da Matteo Cantaluppi, I nostri anni è la canzone che consolida il suo status di abile e originale songwriter del cucuzzaro italico.

Un inno alla bellezza fatta di momenti, dettagli, ricordi e piccoli gesti quotidiani, che vanno dalle notti passate a studiare Kant e matematica ai biscotti inzuppati nel latte. Stralci e fotogrammi di una vita comune, che assume attraverso lo scorrere del tempo una valenza sempre più preziosa e universale. Il risultato? Una polaroid scattata in digitale che unisce generazioni, relazioni e sentimenti sempre molto attuali, il tutto impreziosito da un’ormai consolidata cifra poetico-stilistica.

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I nostri anni | Lyric Video

I nostri anni | Testo

Eravamo così belli o almeno ci sembrava
e un giorno normale era sempre un giorno speciale
con la riga di lato e i sogni oltre l’aldilà

Facevamo le conte, i pensieri nel dettato
e le notti a studiare Kant e matematica
con le spalle scoperte e la musica di mamma e papà

Roma, il sistema solare
il cuore chiuso nella pelle, cosa?
Cos’è che ci fa sentire ancora sulle stelle?

Ma è chiaro che siamo noi
ma è chiaro che siamo
i biscotti inzuppati nel latte
con i discorsi dopo mezzanotte
e ci ridiamo ancora
e ci piangiamo ancora qua

Mannaggia alla Befana
ma quanto ti ho voluto bene?
E te ne voglio sempre di più
se chiudo gli occhi vorrei crollarti addosso

Roma, le fontane scheggiate
Alberto Sordi nelle tempie, cosa?
Cos’è che ci fa sentire polvere di stelle?

Ma è chiaro che siamo noi
ma è chiaro che siamo
i biscotti inzuppati nel latte
con i discorsi dopo mezzanotte
e ci ridiamo ancora
e ci piangiamo ancora qua
e non c’è un’altra cosa più vera
e più bella di questa
fanculo tutto
questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri

I biscotti inzuppati nel latte
con i discorsi dopo mezzanotte
e ci ridiamo ancora
e ci piangiamo ancora qua
e non c’è un’altra cosa più vera
e più bella di questa
fanculo tutto

Questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri anni
i nostri anni
questi sono i nostri

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.