venerdì 22 Novembre 2024

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Top & Flop, settimana 19 del 2019: Tiziano Ferro sorprende, Francesco Gabbani funziona

Tutti i top ed i flop musicali della settimana

I TOP:

  • I passi dell’amore (Irene Grandi). Mancava come l’aria in una torrida giornata d’agosto. Mancava soprattutto in questa sua veste pop-rock più tradizionale e solida. Con il suo ultimo progetto sperimentale aveva fatto tremare la terra sotto i piedi togliendo ogni struttura e giocando con suoni e parole. Ora Irene torna sui propri passi e torna a parlare d’amore nel modo migliore che può sfornando una bella canzone che, seppur non adattissima all’estate, si gioca la carta della coerenza e della tradizione melodica italiana. Niente di meglio per iniziare i festeggiamenti dei 25 anni di carriera.
  • Il ritorno estivo di Tiziano Ferro. Sembrano voler tornare proprio tutti in quest’estate radiofonica tant’è che rischieremo di avere un frammentatissimo mercato dei tormentoni estivi in cui sarà difficile emergere. Ci prova persino Tiziano Ferro che mai, prima d’ora, ha anticipato un proprio disco con un brano per l’estate ad eccezione dei suoi primi lavori. Che sia, fin d’ora, il simbolo di un suo ritorno alle origini?
  • E’ un’altra cosa (Francesco Gabbani). Il Gabba nazionale è tornato sulla scena con una canzone che lo rilancia esattamente da dove aveva interrotto il suo percorso. Assai difficile era fare meglio di quello che era già stato fatto soprattutto sul terreno dei tormentoni radiofonici ma il risultato è comunque assai accattivante e ballabile.

I FLOP:

  • Parolacce (Sergio Sylvestre). Torna dopo più di due anni di assoluta lontananza dalle scene il Big boy di Amici e lo fa con un brano che non lo fa riconoscere. Mahmood si impossessa anche di lui e gli fa canticchiare di parolacce senza sfruttare nemmeno l’1% della sua canna vocale. Il risultato che ne esce è una canzoncina della tante che anche il pubblico snobba perchè se è vero che oggi le radio cercano freschezza è anche vero che ognuno ha il proprio terreno di gioco. Fuori posto, semplicemente.
  • Nek (Il mio gioco preferito – Parte prima). Dopo un Festival di Sanremo timido e passato a giustificare un brano un po’ deboluccio Nek ci riprova con un disco che disco non si può chiamare. Al cantautore emiliano e al suo staff va dato merito di aver compreso che pubblicare un disco in questo momento della sua carriera sarebbe stato alquanto rischioso per i possibili bassi consensi che avrebbe racconto. Ecco, allora, che la soluzione è stata pubblicare un mini-disco con sole 7 tracce di cui 3 già edite. Insomma, un lavoro senza il giusto senso se non quello di vendere di più e di aspettare un momento più proficuo. Poi le canzoni ci sono (anche se non c’è nulla che faccia saltare sulla sedia) ma una carriera così gloriosa merita più rispetto.
  • La riedizione di “Casa” di Giordana Angi. In questi anni ci siamo abituati a fiumi riedizioni senza senso ma mai ci era capitato di assistere ad un sfregio come questo. Sia chiaro, l’artista probabilmente non ne sa nulla vista la sua “detenzione” nella casetta di Amici di Maria de Filippi. Pubblicare, però, una riedizione di un album uscito nemmeno un mese e mezzo prima è un reato che andrebbe punito per legge con pene severissime che solo le 7 piaghe d’Egitto potrebbero essergli paragonate. Giordana merita indiscutibilmente di vincere il talent mariano ma c’è da augurarsi che la discografia con lei sia clemente, almeno questa volta.
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.