giovedì 21 Novembre 2024

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Ultimo ci racconta la sua “Ipocondria” tra disordine e spensieratezza – RECENSIONE

Quarto singolo estratto da “Colpa delle favole” per il cantautore romano, in radio dal 7 giugno

Colpisce ancora una volta nel segno Niccolò Morriconi, alias Ultimo (qui la nostra recente intervista), capace di catalizzare l’attenzione di qualsivoglia genere di ascoltatore con “Ipocondria”, quarto estratto dal suo ultimo lavoro in studio intitolato Colpa delle favole. Dopo averci immortalato il disordine della mancanza affettiva nella sanremese I tuoi particolari, chiarito la sua posizione nei confronti della società in Fateme cantà e sviscerato poeticamente il concetto di evasione in Rondini al guinzaglio, il giovane cantautore romano si mette nuovamente a nudo con questo singolo, fresco ma di contenuto. Funziona anche se non è estivo o conforme alle regole dell’attuale circuito discografico ma, si sà, chi non segue le mode e cerca di apportare le proprie personali innovazioni è destinato a restare nel tempo.

Malgrado quanto si possa pensare leggendo il titolo, “Ipocondria” è una canzone terapeutica, il cui testo evoca in chi l’ascolta un forte potere curativo. Il brano rappresenta da una parte un manifesto dell’insicurezza, mentre dall’altra, un grande attestato d’amore, sentimento attraverso il quale si possono guarire le ferite, rimarginarle fortificando il proprio tessuto muscolare.

La distanza non rappresenta un ostacolo, anzi, in un’epoca così virtuale come questa, sembra venirci più facile aprirci nascondendoci dietro ad uno schermo, piuttosto che metterci a nudo vis-à-vis. Il pezzo è un’invito a non prendere mai troppo sul serio le decisioni, a non aver mai paura di tornare sui propri passi, anche quando ci sembra che la figura amata e il nostro carnefice siano racchiuse all’interno della stessa persona.

La lontananza diventa un vantaggio, il modo per prendere la giusta distanza dal coinvolgimento fisico, concentrandosi unicamente sull’aspetto emotivo-elettivo, da qui lo slogan “a me va bene anche distanti, tanto ti porto con me”. Così il “poroporoporopopo” diventa il pretesto per lasciarsi andare ad un po’ di sana leggerezza, senza tralasciare la profondità di un messaggio che arriva sicuramente prima se proposto in salsa scanzonata.

Diciamocelo chiaramente, di Ultimo ce ne vorrebbero molti di più, perché rappresenta una delle realtà artistiche più interessanti del nuovo millennio, tra l’altro venuto alla ribalta senza l’ausilio dei talent e scusate se è poco. Ascoltandolo sia in studio che dal vivo si rimane sbalorditi (qui la recensione della sua ultima tournée), soprattutto se si pensa alla sua giovane età. La sua poetica è diretta, perfettamente sincronizzata con il presente, il passato e il futuro.

Ipocondria | Video

Ipocondria | Testo

Mi sono chiesto spesso
che cosa fosse il tempo
se infondo quando ti amo
il mondo non lo sento
mi sono chiesto spesso
tra una sigaretta e l’altra
quale fosse la ragione
perché tu fossi così bugiarda
in fondo ho dato tutto
ma questa è anche colpa mia
è che mi piaci perché curi
questa bastarda ipocondria

E ho capito che il mondo lo vivo così
con la faccia distrutta quando è lunedì
e ho capito che in fondo va bene così
anche se siamo distanti
a me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
tanto ti porto con me

Si lo so lo dici spesso
mi ha cambiato sto successo
e che quelli come me
buttano l’oro dentro al cesso
non gli danno mai importanza
e poi si sentono sempre soli
hanno il ghiaccio dentro al cuore
e hanno i fiori nei polmoni
ma in fondo ho dato tutto
ma questa è anche colpa mia
è che mi piaci perché curi
questa bastarda ipocondria

E ho capito che il mondo lo vivo così
con la faccia distrutta quando è lunedì
e ho capito che in fondo va bene così
anche se siamo distanti
a me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
tanto ti porto con me

A me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
tanto ti porto con me

A me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
tanto ti porto con me

A me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
a me va bene anche distanti
tanto ti porto con me

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.