martedì 3 Dicembre 2024

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Un rapper vincerà mai il Festival di Sanremo? #MicCheck6

Il rap si sta prendendo il suo spazio, ma tra i Big non ha mai trionfato

E’ parascientificamente provato che un italiano, alla richiesta di nominare un evento musicale famoso, citerà d’istinto il Festival di Sanremo. Seguito, analizzato e criticato, la kermesse ligure si porta dietro un sistema polemico che può riguardare i vertici Rai come l’ultimo tecnico delle luci o la più scarsa delle vocalist. Esenti da polemiche, ovviamente, non possono essere i cantanti o il direttore artistico, figura che seleziona concorrenti e ospiti e che spesso combacia con il conduttore.

Quest’ultimi, negli ultimi anni, stanno dimostrando di aver indubbiamente allargato il campo visivo, cercando di aggiungere alle tradizionali ballate d’amore qualche spunto proveniente da generi che, storicamente, sarebbero parse fuori contesto. L’hip hop, sbarcato in Italia “solo” negli anni ’90, è uno dei grandi inclusi in epoca contemporanea. Spesso, infatti, un piccolo ma determinato manipolo di rapper riesce ad entrare al Teatro Ariston dal lato del palco, spesso stupendo positivamente e negativamente la platea televisiva e non.

Usuale, quindi, avere una quota “rap” a Sanremo, assolutamente meno usuale vederla nelle posizioni nobili della classifica del sabato. Il quesito, quindi, è il seguente: riuscirà mai un rapper a vincere il Festival di Sanremo?

L’endorsement della stampa |

Com’è noto ormai da anni, i rappresentanti della stampa esercitano un ruolo cruciale per l’assegnazione del primo premio: il caso Mahmood-Ultimo è emblematico, ma non mancano altre situazioni in cui i giornalisti hanno ribaltato l’esito popolare.

Il rapporto tra rap e stampa non è semplice da analizzare, e tiene conto di alcune caratteristiche. Tendenzialmente, i principali giornalisti musicali non sono degli esperti di hip hop, ed il più delle volte questo è imputabile all’età dei membri della giuria, che non hanno “vissuto da dentro” l’esplosione del genere urban. Ciò, una buona parte delle volte, conduce ad una mentalità e ad un approccio all’ascolto del rap che può essere molto diverso da chi il genere lo mastica e lo interpreta.

Spesso, l’artista valido è colui che, con incastri serrati e tecnica ben acquisita, porta sul palco un testo profondo e significativo, e che quindi rappresenta la massima versione del cantautore. Le tematiche di strada, di criminalità e di riscatto sociale sono malviste innanzitutto proprio dalla stampa, che impallidisce udendo il nome di una marca d’abbigliamento famosa o di una droga che viene citata senza messaggi pedagogici. Quindi, se è vero che chi popola le classifiche di oggi porta sul palco anche le suddette tematiche, in ottica di un buon piazzamento a Sanremo, deve lasciarle da parte almeno per 3 minuti.

La trasversalità |

Tema non troppo distante da quello sopracitato. La direzione del Festival di Sanremo avrà anche intrapreso una linea meno impolverata, ma il pubblico a cui si rivolge un artista non è evidentemente lo stesso del profilo Instagram o Tiktok. Un rapper per vincere Sanremo deve essere pop nel metodo, anche se non lo è nel merito. Per questo un messaggio positivo, una nota alta non stonata e un turpiloquio che, pur controvoglia, viene tenuto a bada, sono alcuni fattori che rendono un cantante più trasversale e popolare. Una conversione di massa verso l’hip hop non è prevista dalla sociologia contemporanea, quindi sarebbe meglio scendere a compromessi.

L’autotune |

L’oppio dei popoli, il batterio della musica. Rimuoverlo dalla testa appena si va a Sanremo, sia a causa di un innegabile stigma che circonda questo strumento tanto popolare tra i rapper, sia perché effettivamente la resa live di una canzone con l’autotune non è proprio la stessa dell’opera o semplicemente non suona bene come il brano interpretato dal cantante pop anche minimamente impostato. Sanremo è il bel canto, si potrà anche urlare all’innovazione ma guai a macchiare il sistema vocale di un artista con un programma informatico.

Conclusioni |

Si, probabilmente sì, in un’epoca neanche troppo distante. Il genere è vivo e visibile, è accolto in maniera meno aspra dalle masse ed ovviamente col passare del tempo diventerà anche la musica degli adulti di domani. Per un futuro a breve termine fortunato da questo punto di vista, è importante non radicalizzare e venire incontro ad un popolo con cui devi fare a testate per 5, lunghissime, serate.