Disponibile da venerdì 9 novembre il singolo dei due amici cantautori, primo estratto dall’album “L’infinito”
C’è qualcosa di estremamente scanzonato ed incredibilmente magico nella poetica di Roberto Vecchioni, sempre trascinante e carica di pathos. “Ti insegnerò a volare“ è un’affascinante e travolgente traversata nei sentimenti, quelli che non smetteresti mai di ascoltare e provare. Un brano che si avvale dell’amichevole partecipazione di un altro patriarca del cantautorato italiano: Francesco Guccini, lontano da tempo dalle scene musicali e dalle logiche mainstream. Se la canzone d’autore esiste e lotta insieme a noi, lo dobbiamo a questi due padri fondatori, gli unici in grado di parlare alle nuove generazioni con un linguaggio comprensibile e diretto. I due artisti si stringono in unico e corale invito a riprendere in mano la propria esistenza, in un coinvolgente inno alla vita.
La poesia esorcizza situazioni negative illuminando di bellezza il nostro cammino, questo l’insegnamento che il professore cerca di trasmettere tra le righe del testo, ispirato e dedicato ad Alex Zanardi, campione sia fuori che dentro la pista automobilistica. “E se non potrò correre e nemmeno camminare, imparerò a volare”, recita il toccante inciso che esplode con saggezza sul finale nei versi: “Questa vita è una donna che ti ama come sei, questa vita è un amore che non ti tradisce mai, questo venire al mondo è stato un gran colpo di culo, pensa se non nascevi”.
Verità che descrivono la capacità umana di saperci rialzare e affrontare il dolore con determinazione e passione per la vita, sfidando quotidianamente il destino. Alti contenuti culturali ma, al tempo stesso, un modo universale di comunicarli, perché le canzoni altro non sono che colombe dispensatrici di messaggi positivi. Tanto di cappello a Roberto Vecchioni e Francesco Guccini, sempre in grande spolvero e in grado di ricordarci che la poesia non conosce haters e l’emozione possiede un numero indecifrabile di followers.
Ti insegnerò a volare | Video
Ti insegnerò a volare | Testo
La stanza ad Indianapolis
è buia ma ricordo
ricordo il tuono e il pubblico
e un universo sordo
poi che mi vien da ridere
e faccio per alzarmi
che oggi devo correre
e sto facendo tardi
poi che mi guardo e vedo ma
ci son le stelle fuori
e un mare di colori
e se non potrò correre
e nemmeno camminare
imparerò a volare
imparerò a volare
Se partirai per Itaca
ti aspetta un lungo viaggio
un mare che ti spazza via
i remi del coraggio
la vela che si strappa e il cielo
in tutto il suo furore
però per navigare solo
ragazzo, basta il cuore
qui si tratta di vivere
non di arrivare primo
e al diavolo il destino
e se non potrai correre
e nemmeno camminare
ti insegnerò a volare
ti insegnerò a volare
Mica si dice inverno se
vien giù quel po’ di neve
mica finisce il giorno se
di notte il sogno è breve
questa vita è una donna che
ti ama come sei
questa vita è un amore che
non ti tradisce mai
questo venire al mondo è stato
un gran colpo di culo
pensa se non nascevi
e se non potrai correre
e nemmeno camminare
ti insegnerò a volare
ti insegnerò a volare
Nico Donvito
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