venerdì 22 Novembre 2024

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Virginio: “Magnifico donare? Un atto d’amore” – INTERVISTA

A tu per tu con il noto cantautore, in occasione del lancio della campagna “Magnifico donare

Dopo aver lavorato insieme nel 2014 in “Qualcosa resta sempre” e nel 2017 in “Chiaro scuro”, per Virginio e Chiara Galiazzo non c’è due senza tre, i due artisti tornano a collaborare in occasione del lancio della campagna Magnifico donare”, promossa da UNITED Onlus (Federazione Italiana delle Thalassemie, Emoglobinopatie Rare e Drepanocitosi) e AIPaSiM Onlus (Associazione Italiana Pazienti con Sindrome Mielodisplastica) in collaborazione con AVIS. Come sempre, le sette note giocano un ruolo fondamentale nella divulgazione di un così nobile messaggio.

Ciao Virginio, bentrovato. E’ sempre piacevole incontrarti, in questo caso l’occasione è doppiamente di rilievo perché ha a che fare con la campagna “Magnifico donare” volta a porre l’accento sul tema della donazione del sangue. Quanto è importante sensibilizzare le persone anche attraverso la musica?

«Io credo che la musica sia l’unico vero mezzo che non ha barriere culturali, lo è sempre stato ma oggi ancora di più, perché qualsiasi individuo può essere catturato anche involontariamente dall’istintività che porta con sé una canzone. In particolare questa campagna di UNITED e AIPaSIM, realizzata in collaborazione con Avis, sprona soprattutto i ragazzi a riflettere sull’importanza della donazione del sangue, perché c’è una fascia d’età molto giovane che necessita di un’educazione a questo tipo di argomento, per questo motivo è stata scelta come testimonial Chiara e la canzone “Magnifico donare” racconta proprio di questo».

Un brano che è stato composto da te, arrangiato da Francesco Catitti e cantato, per l’appunto, da Chiara. Com’è nato?

«Con Chiara ci siamo visti e abbiamo fatto una lunga chiacchierata su quello che volevamo raccontare in questa canzone, il concetto che ne è venuto fuori sottolinea come la donazione del sangue sia realmente un atto d’amore. Di conseguenza, “Magnifico donare” potrebbe essere benissimo la traccia di un disco della stessa Chiara e passare tranquillamente per radio, perché racconta tra le righe l’importanza di ogni singolo gesto d’amore nei confronti degli altri».

Al di là del potere salvifico e terapeutico che tutti conosciamo e riconosciamo alla musica, quanto è importante secondo te trasmettere un messaggio del genere che, come hai detto tu, in una società parecchio egoista, incarna un gesto d’amore verso gli altri?

«Penso che non ci potesse essere voce migliore di quella di Chiara per veicolare un messaggio così importante, che porta con sé la bellezza di una persona che fà un gesto d’amore verso un’altra».

Raccontami qualcosa dei tuoi prossimi progetti, cosa bolle in pentola per il 2020?

«I prossimi progetti sono un disco a cui sto lavorando e un tour in America che partirà da marzo, che sarà volto a promuovere la bellezza della musica italiana. Come vedi, tutto è un cerchio meraviglioso che si chiude».

“Semplifica”, “Rischiamo tutto” e “Cubalibre” sono stati i primi tre tasselli di questo nuovo mosaico discografico, ci puoi svelare se il prossimo brano seguirà in qualche modo lo stesso mood o se virerà in una direzione diversa?

«Eh… chi lo può sapere? (ride, ndr) ci stiamo lavorando alacremente, per cui quello che arriverà sarà secondo me una bella sorpresa».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.