sabato 7 Dicembre 2024

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X Factor 2021, conosciamo meglio Fellow – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane talento piemontese, tra i protagonisti della quindicesima edizione italiana di X Factor

Si intitola Fire il brano inedito presentato durante la prima puntata di X Factor 2021 da Federico Castello, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Fellow, cantautore classe 2000 che avevamo già avuto modo di incontrare durante la sua partecipazione al Festival di Castrocaro (qui la nostra precedente intervista). Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Federico, bentrovato. Partiamo da “Fire”, com’è nato e cosa rappresenta per te questo pezzo?

«E’ un brano nato circa due anni fa e per me rappresenta un po’ una liberazione, un peso che dentro di me era diventato man mano sempre più grosso e che ho dovuto tirare fuori per sentirmi meglio. Nel momento in cui ho scritto questo pezzo mi sentivo in preda alla disperazione ma, al contempo, intravedevo comunque uno spiraglio di speranza, lo stesso che mi ha permesso di dar sfogo a queste parole e di sentirmi poi bene». 

Un inedito che avevi già presentato sul palco di Castrocaro, quindi, un brano a cui tieni particolarmente, no? 

«Sicuramente, lo considero un pezzo molto personale. Dato che i tempi erano molto ristretti, abbiamo deciso di utilizzarlo anche per X Factor, impreziosito dall’intervento di Taketo Gohara che ha reso magico, secondo me, l’arrangiamento finale. E’ riuscito a mantenere intatta l’anima della canzone, pur rivoluzionandola nello strumentale, fino ad acquisire un’intensità maggiore».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?

«Credo che sia il verso iniziale: “Il tuo mondo colorato non diventerà grigio”. Nonostante la sofferenza, alla fine, c’è sempre quella speranza che ci spinge a intravedere la luce in fondo al tunnel. Qualsiasi cosa succeda è importante mantenere i propri colori e non perdersi tra le tonalità cupe e grigie».

Venendo ad X Factor, cosa ti ha spinto a provare questa esperienza e come valuti il tuo percorso finora?

«Inizialmente ero un po’ impaurito da questo tipo di esperienza, però poi ho deciso di provarci, perchè forse era arrivato il momento giusto. All’inizio non mi aspettavo di arrivare ai live, ma devo ammettere che finora è andata davvero bene, sono soddisfatto della mia performance nel corso della prima puntata, adesso bisogna cercare di mantenere alta l’asticella, per questo cercherò di restare concentrato e di lavorare parecchio».

Quale credi sia il valore aggiunto che Mika può trasmettere a te e ai ragazzi della sua squadra?

«Mika fa tantissime cose, di conseguenza il tempo che ci dedica è per noi ragazzi molto prezioso, limitato e per questo anche molto intenso. E’ come se riuscisse a trasmetterci, con una specie di aura magica, tutta la sua esperienza. Tutto quello che ha da dire lo esprime con una precisione mirata, in modo da farti capire benissimo quali sono le sue intenzioni e qual è la sua visione. Un modo di fare che mi trasmette sicuramente tanta sicurezza».

Hai una voce potente, ma allo stesso tempo profonda, in grado di colpire sin dal primo ascolto. Che significato attribuisci a questa parola e cos’è per te la voce?

«La voce credo che sia il modo che abbiamo per far esprimere alcune parti della nostra mente, le stesse che non riusciamo ad esporre con le parole. E’ il mezzo attraverso il quale vengono fuori i nostri pensieri più profondi, quelli che tendiamo a tenere a volte anche un po’ nascosti».

Sei giovanissimo, ma con un’identità molto marcata e definita. Pensi di aver raggiunto già un tuo stile preciso o più semplicemente ne sei ancora alla ricerca e ti consideri in continua evoluzione?

«Assolutamente in continua evoluzione, una ricerca che credo non finirà mai, probabilmente anche dopo la morte (sorride, ndr), non lo so. Mi piace molto sperimentare e in futuro potrebbero arrivare anche delle cose diverse, anche se l’obiettivo nell’immediato è quello di mantenere una certa identità, ma in linea di massima è bello sperimentare, anche se fa sempre un po’ di paura, ma è l’unico modo per poter crescere ed evolvere».

Fellox X Factor

In occasione della nostra precedente chiacchierata, ti avevo chiesto cosa ne pensassi dello scenario discografico. Mi avevi risposto paragonando il mercato ad una specie di imbuto con un becco strettissimo, da cui può risultare difficile passare, per poi concludere: “sono nuovo a questo tipo di mondo, spero di poterne dire di più in futuro”. Ecco, hai capito qualcosa di più in questo anno e mezzo?

«Confermo, secondo me è sempre un imbuto con un becco molto stretto, questo ti porta a lavorare tantissimo e cercare di migliorarti il più possibile, per poter emergere o comunque farti notare. Essendo praticamente all’inizio, ho ancora tantissime cose da imparare, però ho capito che si tratta di un mondo molto complesso, ma allo stesso tempo divertente. Sto solo cercando di capire come divertirmi, aggirando i vari ostacoli. In questo Mika mi ha aiutato, consigliandomi di vivere in modalità zen per non farmi trascinare da tutto ciò che succede e mantenere il mio centro».

In questo anno e mezzo, dall’esordio di Castrocaro che è stato il tuo primo palco importante, quali skills pensi di aver acquisito a livello tecnico?

«Guarda, credo che la voce si sia abbassata ancora di più rispetto a un anno e mezzo fa. In generale, credo di aver capito ancora di più la mia vocalità. A livello personale, credo di aver acquisito maggior consapevolezza perchè, comunque sia, il lavoro ti aiuta a migliorare».

Al di là della vittoria e della conseguente possibilità di entrare nell’albo d’oro di X Factor, quale sarebbe per te il riconoscimento più importante, la soddisfazione più grande che ti piacerebbe ottenere da questa esperienza?

«Credo che la cosa più importante sarebbe quella di poter arrivare alle persone, in parte sono contento che questo sia già accaduto. Sono molto felice di essere riuscito finora nel mio intento. In questo, penso che X Factor rappresenti una stupenda possibilità. Poi, chissà, avere l’opportunità di cantare al Forum di Assago non sarebbe certo un’occasione da buttare via (ride, ndr)».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.