Poco importa in che anno si è nati: che si conoscano bene i successi musicali degli anni Settanta e Ottanta o meno, è molto probabile che abbiate ballato almeno una volta sulle note di YMCA, uno dei brani simbolo dei Village People. Proprio quest’anno, tra l’altro, come spiegato in un articolo di Repubblica, il pezzo sarebbe entrato ufficialmente a far parte del patrimonio culturale degli Stati Uniti e incluso nell’archivio della Biblioteca del Congresso degli USA. Seppur non sia più ai suoi tempi d’oro, il brano continua a ricoprire un ruolo fondamentale nel panorama musicale italiano e globale, rendendo così immortali anche gli artisti che gli hanno dato vita.
La fortuna dei Village People
Quella dei Village People è probabilmente una delle storie di maggior successo all’interno del settore musicale, così come anche molto carica di significato. Il nome del gruppo, innanzitutto, che può essere tradotto come “Gente del villaggio” rimanda al Greenwich Village, uno dei quartieri più spettacolari di New York e simbolo del movimento della controcultura degli anni Sessanta. Il gruppo, formatosi nel 1977 per mano del produttore francese Jacques Morali, è tuttora ricordato, oltre che per i fantastici brani, per i costumi eccentrici dei suoi componenti, parodia degli stereotipi americani legati all’omosessualità. Randy Jones “Il cowboy”, Felipe Rose “L’indiano”, Glen Hughes “Il motociclista”, Alexander Briley “Il militare”, David Hodo “Il muratore” e il solista Victor Willis “Il poliziotto”. Il loro successo fu immediato, capace di far breccia non solo nel cuore della comunità LGBTQ+ statunitense, ma anche all’estero, nel Regno Unito, grazie a “San Francisco”, il loro primo singolo. Con i loro costumi facilmente riconoscibili, tra l’altro, i Village People sono stati spesso protagonisti di numerosi film, serie tv, giochi e canzoni omaggio, anche piuttosto recenti. Ad essere dedicata ai Village People, ad esempio, è la slot machine di Microgaming Village People Macho Moves, presente all’interno della selezione di slot online di Betway Casinò. Come un vero e proprio juke box, la slot ripropone tutti i maggiori successi del gruppo e ha tra i suoi simboli principali proprio le miniature dei suoi componenti, oltre che elementi più generici come un microfono, una serie di dischi e una cassetta musicale. I Village People compaiono anche in Cattivissimo me 2, all’interno della celebre scena in cui i Minions cantano YMCA in versione rivisitata e vestiti proprio come i componenti del gruppo.
La storia di YMCA
Come spiegato in un approfondimento di Storie di canzoni, la sigla YMCA che abbiamo tutti cantato almeno una volta a ritmo di musica è tutt’altro che casuale, e fa infatti riferimento all’associazione Young Men’s Christian Association (Associazione Cristiana dei Giovani), un’organizzazione fondata a Londra nel 1844 per dare sostegno ai giovani e nota per essere stata una delle principali sedi di incontro per uomini gay prima della legalizzazione dell’omosessualità. Il brano, diventato in seguito uno dei principali simboli della parata annuale del Gay Pride di New York, non fa riferimento esplicito a questo tipo di incontri, ma ne allude in modo molto ben identificabile da tutti coloro che erano a conoscenza di quanto avvenisse all’interno dell’associazione. La canzone, infatti, si rivolge ad un giovane uomo che viene invitato a scoprire le gioie della YMCA: l’allusione è chiara, ma non per tutti. Lo stesso principio vale anche per molte altre frasi del testo: “You can do whatever you feel” (Puoi fare tutto ciò che vuoi), “You can hang out with all the boys” (Puoi passare del tempo con tutti i ragazzi), “They have everything for you men to enjoy” (Loro hanno tutto di ciò di cui avete bisogno per divertirvi, uomini). Una canzone ricca di significato, dunque, ma anche una fantastica icona della disco music anni Ottanta. Un successo mondiale, primo posto in classifica in almeno quindici Paesi e candidata al Juno Award come miglior singolo internazionale.
Sono ormai passati più di quarant’anni dalla sua uscita, eppure YMCA continua ad essere ballata e cantata in moltissime occasioni, persino dai più giovani e persino nel nostro Paese. Da quest’anno, sarà anche parte del patrimonio culturale degli Stati Uniti: non solo per il suo successo e la sua musicalità, ma anche e soprattutto per il suo grande valore culturale, storico, di coesione sociale e rispetto di ogni minoranza.
Ilario Luisetto
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