L’artista salentina da mesi si diletta nel proporre stravaganti e sorprendenti cover virali
Sono gli anni della trap, o forse i mesi, chissà. Ciò che è certo è che nelle ultime settimane il mondo dell’hip-hip, del rap e ancor più della trap music si sta velocemente impossessando della scena musicale italiana scalando e dominando tutte le classifiche di vendita relegando, per assurdo, il pop ad un ruolo secondario. Quel pop su cui il nostro Paese da decenni ormai fondava le proprie fondamenta dopo aver, in qualche modo, messo da parte il bel canto e il genere più classico e lirico.
C’è poi Dolcenera che, resasi conto dei tempi e dei gusti che cambiano, da qualche mese si diletta a realizzare periodicamente delle cover dei maggiori successi trap del momento per caricarle poi su YouTube. Da questa mattina, a sorpresa, l’artista di Siamo tutti là fuori ha raggruppato tutte le sue ultime “creazioni” in un EP digitale disponibile su Spotify con il titolo di Regina Elisabibbi, Partita da Caramelle della Dark Polo Gang l’ondata di rivoluzionarie cover è arrivata fino a unire Bach a Mmh ha ha ha della star del momento, Young Signorino, passando per Sciroppo e Cupido (quest’ultima in duetto con The Andrè) di Sfera Ebbasta, Non cambierò mai di Capo Plaza e Cara Italia di Ghali. Nell’EP è, inoltre, stato inserito anche un brano inedito dal titolo Un giorno sulla terra che sarà anche il nuovo singolo radiofonico in una differente versione d’arrangiamento (qui il link del EP).
Fin dall’inizio della sua carriera l’artista originaria di Galatina ha dimostrato grande attenzione alla musica altrui inserendo spesso e volentieri nei propri album d’inediti delle proprie versioni di alcuni brani di Ligabue piuttosto che dei Litifiba, Loredana Bertè, Patty Pravo, Gianna Nannini o Nada. La nuova ondata di cover, dunque, non deve stupire poi eccessivamente considerando che, nelle sue reinterpretazioni, Dolcenera stravolge gran parte degli arrangiamenti e con una classe e bravura invidiabili si dimostra capace anche di rendere musica quella che, di certo, come musica non è nata, almeno nel senso classico.
Se sia reale apprezzamento verso questi nuovi linguaggi contemporanei o solo sopraffine ironia al momento non ci è dato saperlo ma ciò che è certo è che la Trane, anche in questa occasione, si sta rivelando in tutto il suo infinito ed illimitato estro creativo capace di spaziare con disinvoltura e competenza tra tradizione e modernità, tra conservazione e rivoluzione, tra musica e musica. Gli effetti di tutto ciò? Li vedremo nel prossimo lavoro discografico il cui primo antipasto non dovrebbe essere poi così lontano.
Ilario Luisetto
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