La storia di una canzone inedita da più di 25 anni
Oggi è assai difficile trovare canzoni con una storia: non canzoni che raccontino una storia, sia chiaro, ma canzoni con una propria storia. Oggi le canzoni vengono scritte, provinate, registrate e pubblicate. Il tutto nel giro di un anno al massimo (quando va bene). Un tempo, molto più spesso di quanto accade oggi, le canzoni, oltre al messaggio e al significato testuale, portavano con sé anche una propria storia, un trascorso che aveva i corridoi della discografia come scenografia insieme agli studi di registrazione condivisi realmente da artisti e autori.
Tra le storie più note ci sono sicuramente quelle di Almeno tu nell’universo e I migliori anni della nostra vita, due dei brani che hanno fatto la storia della musica leggera italiana anche e soprattutto per il proprio “trascorso”, due canzoni che hanno “scoperto”, come avrebbe detto iconograficamente il grande Pippo Baudo, i propri interpreti, creandoli e rendendoli noti al grande pubblico. Le canzoni che fanno gli interpreti, non il contrario come spesso, ahimè, oggi succede senza troppe pretese nel cercare i brani giusti da affidare alle ugole più o meno belle di cui siamo dotati. Almeno tu nell’universo rimase nel cassetto delle case discografiche per 17 anni (scritta nel 1972 venne pubblicata solo nel 1989) prima che Mia Martini la rendesse il proprio manifesto canoro interrompendo quel lungo periodo lontano dalle scene. Sorte analoga toccò al grande classico di Renato Zero, I migliori anni della nostra vita, che, prima di essere pubblicata nel 1995, fu proposta dagli autori prima a Giorgia, Ornella Vanoni e Loredana Bertè senza riscuotere successo. Altro caso celebre è quello di Perdere l’amore, brano che nel 1988 permise a Massimo Ranieri di vincere il Festival di Sanremo diventando un grandissimo successo della musica italiana dopo essere stata presentata alle selezioni della kermesse canora ligure l’anno precedente da Gianni Nazzaro ed essere stata scartata.
Ecco, esistono ancora delle canzoni che hanno una storia, che tutt’ora rimangono in dei cassetti in attesa che qualcuno abbia il coraggio di aprirli e sprigionare tutta la loro bellezza ed il loro vissuto. Una di queste canzoni è senz’altro Fammi sentire bella, un inedito provinato nel 1992 da Mia Martini e mai pubblicato per l’intrecciarsi di diversi vicissitudini. Il brano, scritto da Angelo Valsiglio e Giancarlo Bigazzi, fu pensato subito per la voce dell’interprete calabrese che pensò d’inserirlo nell’album Lacrime (1992). Ciò non avvenne per l’opposizione di Valsiglio che sognava una partecipazione al Festival di Sanremo da parte di Mimì proprio con quel brano (in realtà la Martini nel 1992 presentò alla kermesse Gli uomini non cambiano). Il brano, da allora, non venne mai pubblicato rimanendo in un’intima versione piano e voce.
Di questo brano è la Sugar Music a detenere i diritti editoriali dopo che la signora Caselli, ascoltata la canzone alcuni anni dopo, decide di acquistarli programmando una rivisitazione orchestrale affidata al Maestro Marco Falagiani con l’obiettivo di destinare l’opera alla colonna sonora di una pellicola cinematografica.
Con la prossima messa in onda di un nuovo sceneggiato Rai incentrato sulla vita di Mia Martini (qui tutti i dettagli) sembrano, finalmente, riaprirsi le porte di una prossima pubblicazione del brano (a raccontarlo è la stessa Loredana Bertè in una recentissima intervista: “So che Caterina Caselli ha nel cassetto una canzone inedita di Mimì che potrebbe essere utilizzata, magari affidata all’attrice-cantante Serena Rossi che interpreterà mia sorella da giovane“), una delle ultime perle rimaste ancora inedite tra le canzoni di Mimì, una di quelle opere che gli amanti della musica italiana non possono che attendere con ansia per sentire, ancora una volta, quel brivido lungo la schiena che solo la voce della Martini sapeva dare con le proprie interpretazioni uniche.
“Stasera quando tornerai fammi sentire bella, bella come il mare, com’era fino a ieri il nostro amore
stasera quando tornerai fammi sentire stella al centro del tuo cielo e della tua malinconia ed allegria”
Ilario Luisetto
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