giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 1952, viaggio nella storia del Festival

Il racconto della seconda edizione della storica kermesse canora, vinta nuovamente dalla regina della canzone Nilla Pizzi con “Vola colomba”.

Proseguiamo questo nostro viaggio alla scoperta delle origini del Festival della canzone italiana con la seconda edizione, andata in scena dal 28 al 30 gennaio del 1952 al Salone delle Feste del Casinò di Sanremo. In Italia il tempo della ricostruzione post bellica è finito e ci si avvia, seppur lentamente, negli anni del boom economico. Nata dodici mesi prima senza troppe ambizioni, con il semplice scopo di promozione turistica della cittadina, la manifestazione musicale bissa il successo dell’anno precedente ma non esplode a livello popolare, complice la poca esposizione mediatica ed esclusivamente radiofonica, poiché la Rai inizierà le proprie trasmissioni solo due anni più tardi.

Nunzio Filogamo è confermato alla conduzione del Festival che, con la stessa formula e lo stesso regolamento della precedente edizione, vede venti canzoni contendersi la vittoria finale. Ad eseguirle solamente cinque cantanti: le new entry Oscar Carboni e Gino Latilla, oltre ai confermati Achille Togliani, Duo Fasano e Nilla Pizzi, che si laurea vincitrice per la seconda volta consecutiva con “Vola colomba”, brano che racconta di una travagliata storia d’amore tra un cittadino italiano e una ragazza residente a Trieste, ai tempi annessa alla Jugoslavia.

Top e Flop di Sanremo 1952

Top
1. Nilla Pizzi – “Papaveri e papere” 
2. Nilla Pizzi – “Vola colomba”
3. Gino Latilla – “Un disco dall’Italia”

Flop
1. Duo Fasano – “Due gattini”
2. Nilla Pizzi – “Ninna nanna dei sogni perduti”
3. Nilla Pizzi e Duo Fasano – “Il valzer di Nonna Speranza”

Nonostante la vittoria con “Vola colomba”, il vero grande successo di questa annata è da attribuire a “Papaveri e papere”, eseguita sempre dall’interprete bolognese e classificatasi al secondo posto. Un brano apparentemente frivolo ma che rappresentava una critica politica nei confronti dei padroni e dei potenti, che riscosse grande popolarità all’estero con oltre quaranta traduzioni in altrettante lingue. L’artista si piazza al terzo posto anche con “Una donna prega”, aggiudicandosi l’intero podio tutto per sè. A grandi linee si è trattato di una seconda grande prova generale, sulla scia del debutto in sordina, che ha consolidato un fortmat destinato a ispirare gli addetti ai lavori per le edizioni future.

 

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Un Festival con ben poche sorprese quello del 1952 che andò ad incoronare nuovamente Nilla Pizzi come vincitrice rendendola una delle sole 4 donne ad aver vinto la kermesse sanremese per più di una volta (insieme a lei anche Gigliola Cinquetti, trionfatrice nel 1964 e nel 1966, Iva Zanicchi, che fece il tris nel 1967, 1969 e 1974 ed Anna Oxa, nel 1989 e 1999). Il vero successo dell’anno fu, effettivamente, però la sua “Papaveri e paperi” che fu, forse, il primo vero “tormentone” uscito da quel di Sanremo. che si dimostrava assolutamente al passo con i tempi incoronando per due edizioni di fila una donna come vincitrice assoluta (alla faccia della nostra “parità dei sessi” o di “quote rosa” che, tutt’ora, vengono menzionate puntualmente al momento della formazione dei vari cast). La Pizzi, però, oltre alla vittoria si portò a casa anche il titolo della donna più contesa della Riviera visto che, secondo i rumors, fu il soggetto della “gara” tra Gino Latilla e, il più maturo, maestro d’orchestra Cinico Angelini che, in qualche modo, diedero avvio al filone di gossip che, ancora oggi, non può mancare durante la settimana festivaliera.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.