giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 1956, viaggio nella storia del Festival

Sei interpreti esordienti per venti canzoni in gara, la kermesse canora si rinnova per andare incontro ai canoni della televisione e alle pretese della discografia.

La sesta edizione del Festival della canzone italiana non sarà ricordata come una delle più brillanti, nonostante il regolamento invariato. Trasmessa in diretta radiofonica e in differita televisiva, come al solito dal  Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, la manifestazione viene condotta dall’attore Fausto Tomei e dall’annunciatrice Maria Teresa Ruta, scelta come valletta per il secondo anno consecutivo. L’evento cambia per la prima volta data, da fine gennaio viene slittato a metà marzo e si estende da tre a quattro serate (la quarta serata non fu, però, dedicata alla gara ma alle esibizioni degli artisti già affermati esclusi, per regolamento, dalla competizione). I cantanti vengono selezionali attraverso quello che possiamo considerare il primo talent show della storia, con la fase finale delle selezioni andata in onda sul primo canale della Rai, proprio come avviene oggi con le Nuove Proposte. Il cast degli artisti in gara è composto per la prima volta unicamente da sei giovani debuttanti: la mantovana Clara Vincenzi, i bolognesi Ugo MolinariGianni Marzocchi, la genovese Luciana Gonzales, l’alessandrina Tonina Torrielli e la barese Franca Raimondi, che si aggiudica la vittoria con la primaverile “Aprite le finestre“.

Top e Flop di Sanremo 1956

Top
1. Gianni Marzocchi – “Muretto (La più bella sei tu)”   
2. Franca Raimondi – “Aprite le finestre”
3. Tonina Torrielli – “Amami se vuoi”

Flop
1. Clara Vincenzi – Il trenino di latta verde
2. Ugo Molinari – Due teste sul cuscino
3. Luciana Gonzales – Parole e musica

Le prime due canzoni classificate, “Aprite le finestre” di Franca Raimondo e “Amami se vuoi” di Tonina Torrielli, vengono scelte per rappresentare l’Italia alla prima storica edizione dell’Eurofestival, che prende ispirazione proprio dal nostro Sanremo per promuovere l’unione culturale del continente attraverso le emittenti pubbliche dei diversi Paesi partecipanti. La formula delle voci nuove non risulta efficace, tant’è che nessuno dei cantanti in gara otterrà in futuro una carriera degna di nota. Tra le canzoni l’unica a trionfare nel tempo è “Muretto (La più bella sei tu)”, scritta da Domenico Modugno e proposta in gara da Gianni Marzocchi, che verrà resa celebre dalla divertente versione del Quartetto Cetra, gruppo che sarà solito rivisitare i pezzi sanremesi, raggiungendo talvolta maggior successo dell’interprete originale, stesso destino che toccherà in futuro anche a Mina.

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Il 1956 è l’anno del meteo: alla metà di marzo l’intera penisola italiana viene colpita da una fortissima ondata di gelo che coinvolge la Lombardia tanto quanto la Sicilia. Il Festival apre le sue porte l’8 marzo dopo che, nella domenica precedente, Roma era stata coperta dalla neve per la quarta volta nel giro di un mese. Sarà questo episodio che più tardi, nel 1990, ispirerà Franco Califano nella scrittura i una delle canzoni più famose del Festival di Sanremo, La nevicata del ’56, interpretata proprio in Riviera da Mia Martini in occasione della sua terza partecipazione alla kermesse ligure. Curioso, però, come in un’atmosfera così glaciale in quel 1956 a vincere in quel di Sanremo sia un pezzo dedicato esplicitamente alla primavera.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.